Roma, Dybala: "Dopo la finale di Europa League persa ero a pezzi"

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Nel corso di una nuova puntata del podcast condotto dalla fidanzata (e futura moglie) Oriana Sabatini, il campione argentino è tornato a parlare della finale di Europa League contro il Siviglia: "Volevo solo andare a casa e non uscire più. Per la gente di Roma sarebbe stato storico, e non vincere mi ha emotivamente distrutto"

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Nuova puntata del podcast condotto dalla futura moglie Oriana Sabatini, e occasione per Paulo Dybala di poter trattare diverse tematiche a pochi giorni dal matrimonio. Tra queste anche la finale di Europa League persa dai giallorossi contro il Siviglia nel maggio 2023: "Per un calciatore è il massimo vincere il Mondiale, ma il mio obiettivo è vincere altri trofei, continuare a segnare e a giocare. Dopo il Mondiale con l’Argentina, avevo un’altra finale molto importante da giocare con la Roma. L’abbiamo persa e questa cosa mi ha distrutto emotivamente. Ero completamente a pezzi. Non ce la facevo più, volevo solamente tornare a casa e non uscire più. La sconfitta mi ha colpito molto duramente. Per noi, in quel momento, sarebbe stato qualcosa di storico, come vincere la Coppa del Mondo. Per la gente di Roma sarebbe stato qualcosa di unico in tutta la loro storia. E io ero lì da un anno. E tutti mi chiedevano: ma come hai fatto a sentire questa sconfitta così tanto? Io non lo so. Il tempo passato insieme alla squadra, vivere la città, conoscere la gente, lo spogliatoio. Mi ha ucciso il fatto di aver perso quella finale. Non c’è paragone tra la finale del Mondiale e quella di Europa League, ma perdere contro il Siviglia mi ha distrutto”.

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"Provo a limitare gli infortuni, a volte mi arrabbio"

Una carriera, quella di Paulo Dybala, spesso condizionata dagli infortuni: "Durante la mia carriera ho sempre provato a trovare la soluzione per limitare i problemi fisici. Mi piacerebbe non avere mai infortuni, faccio tutto il possibile per evitarli. È normale a volte arrabbiarsi o essere frustrati quando accade, ma l’unica cosa che si può fare è andare avanti, recuperare e continuare a lavorare. Non sono uno che si allena, mangia e dorme solamente, seguo costantemente una routine di lavoro e mi prendo cura del mio corpo. A volte ci sono dei fattori che non puoi controllare. Tutto ciò che faccio è ciò che il corpo mi permette di fare. Se non me ne prendessi cura magari avrei 10 infortuni e non solamente uno. Grazie al lavoro che faccio limito i problemi fisici".