Juve, i primi 100 giorni di Thiago Motta: la rivoluzione è cominciata bene

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Paolo Aghemo

Paolo Aghemo

Nel primo periodo sulla panchina bianconera l'ex allenatore del Bologna sta imponendo delle soluzioni differenti rispetto al passato, che stanno cominciando a dare i loro frutti. Per il momento la rivoluzione in casa Juve è cominciata nel modo giusto

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I 100 giorni di Motta. Dal primo allenamento alla Continassa alla sfida contro la Lazio dopo la pausa per le nazionali. Una rivoluzione dai modi gentili, ma radicale. Partendo dalla filosofia offensiva: costruzione dal basso e possesso palla per trovare gli spazi con inserimenti continui. Giocatori senza posizioni fisse, ad eccezione di chi deve dare equilibrio in mezzo: decisivo Locatelli, rilanciato da Motta, che ne esalta l’intelligenza tattica. E senza un centrale alla Calafiori, che accompagna i centrocampisti, tocca spesso a Cambiaso dare superiorità numerica. Prima di tutto, però, attenzione alla fase difensiva, che resta la vera forza della Juve. Nonostante l’assenza di Bremer, il muro può reggere. Di Gregorio dà sicurezza e al fianco di Gatti si è imposto Kalulu, uno dei colpi di Giuntoli, che ha costruito una Juve giovane e frizzante che l’allenatore gestisce dando spazio a chi se lo merita: così sono emersi Mbangula e Savona, premiando il lavoro della società con la Next Gen. Il simbolo del vivaio è Fagioli, sempre più protagonista. La stella è Yildiz, numero 10 del presente e del futuro. Il bomber è Vlahovic con 7 gol: il serbo ha la fiducia di Motta che lo sta consigliando su come gestire alcuni momenti della partita. Mentre Coinceicao, Koopmeiners e Nico Gonzalez dovranno aumentare il contributo di gol aiutando il centravanti. I tifosi apprezzano, lo Stadium è tornato a riempirsi. La rivoluzione è partita bene.