Metti due romani a Firenze: come nasce il legame tra Bove e Cataldi

La strana coppia. Sì, così potremmo definire Bove e Cataldi, due ragazzi che il destino ha voluto far incontrare e non poteva scegliere momento più adatto. Quella maledetta domenica di Fiorentina-Inter, quando Edoardo si accascia per terra, colto da malore, gelando uno stadio intero, gettando nel panico compagni e avversari, Cataldi è stato il primo a soccorrerlo, a provare a dare una mano. Mano che è sempre rimasta tesa in questa lunga settimana. Danilo non ha mai fatto mancare un aiuto, un supporto alla famiglia di Bove. Da quel primo dicembre non c'è stato giorno in cui non sia andato a trovare l'amico in ospedale, anche due volte al giorno. La paura di non poter più condividere spogliatoio, pullman, posizione in campo, di potersi prendere in giro al telefono o di persona, è stata troppo grande. Per questo Danilo ha avuto quel bisogno, quella voglia di essere presente. E, passato lo spavento, finalmente, si può tornare a scherzare: di qui, la decisione di pubblicare lo scambio di messaggi prima della partita con il Cagliari. La promessa di un gol con quel termine, ‘scaravellare’, che solo un romano avrebbe potuto capire. La rete poi è arrivata, ed è comprensibile che Edo non ci credesse: Cataldi non è mai stato un goleador. Ma, ancora una volta, è stato destino a metterci lo zampino. E chi, se non lui, a sbloccare una partita così complicata? Con quell'urlo liberatorio , gli occhi pieni di gioia per aver mantenuto la promessa. Uniti dallo stesso destino Edo e Danilo, in fondo, sono uniti dallo stesso destino: lasciare Roma, la città in cui sono nati e cresciuti, lasciare le loro squadre del cuore. Bove che non trova più spazio nella sua Roma dove, magari un giorno, sognava di indossare quella fascia che Cataldi invece aveva indossato nella Lazio. È stato come staccarsi dal cordone ombelicale: la consapevolezza di non essere più importanti e la scelta, sofferta, di andare via. Ma, forse, era veramente destino che accadesse nello stesso momento e che entrambi scegliessero Firenze e la Fiorentina. E qui, più che del destino, lo zampino è stato di un altro romano, il Direttore Sportivo Pradè, che conosceva i valori umani e tecnici dei due ragazzi. Edo e Danilo si sono ritrovati al Viola Park, hanno condiviso non solo i primi giorni a Firenze, ma anche la ricerca, difficoltosa, di una nuova casa: avranno parlato dell'amarezza di aver dovuto lasciare Roma e Lazio, avranno ricordato gli screzi nei derby, ridendoci su, della voglia di ricominciare e rimettersi in gioco grazie anche a un allenatore, Palladino, che ha creduto in loro dal primo minuto e li ha messi al centro del suo progetto. Il cervello, Cataldi, il jolly, Bove. Complementari in campo, fuori si sono scoperti piano piano. Così diversi all'apparenza: solare e con il sorriso sempre stampato Edoardo; più serioso e introverso Danilo. Eppure ormai, per tutti, sono 'EdoeDanilo', tutto attaccato. Perché nella loro amicizia ci sarà sempre un prima e un dopo 1 dicembre.

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Vanessa Leonardi