Verona, i retroscena della cessione a Presidio Investors: si punterà forte sullo stadio

Il primo contatto risale al 2023, qualche settimana dopo lo spareggio contro lo Spezia che aveva consentito al Verona di tenersi stretta la Serie A. Probabilmente è stata quella doppietta di Ngonge a Reggio Emilia e quindi la permanenza tra le grandi del calcio italiano a dare il 'là' a un’operazione che con una retrocessione sarebbe stata certamente meno appetibile. Invece gli americani si sono fatti sotto. Hanno iniziato a sondare il terreno e a studiare le carte, per capire se davvero l’Hellas potesse essere l’investimento giusto per le loro esigenze. Superati i primi ostacoli e i primi mesi di pura conoscenza tra le parti, la trattativa è iniziata a diventare più concreta poco prima del Natale scorso. E si è chiusa nel giro di un anno. Nel mezzo, oltre alla ricerca della giusta quadra per chiudere l’operazione a livello finanziario, sono state sviluppate idee e nuovi progetti per un club già proiettato nel futuro, dopo anni di sofferenze calcistiche e di bilancio. Il Verona passa di mano, come anticipato da Sky Sport circa un mese fa. Gli accordi già c’erano a fine novembre ma ora, in più, ci sono le firme, dopo che nei giorni scorsi sono stati sistemati gli ultimi aspetti burocratici tra studi legali, per fare in modo che potesse essere messo tutto nero su bianco. La macchina organizzativa per l’ufficialità è già stata messa in moto, entro lunedì 23 dicembre verrà comunicato il closing. Il nuovo proprietario, come ormai noto, sarà il fondo texano Presidio Investors per una cifra che oscilla tra i 72 e i 75 milioni di euro, più diversi bonus legati al raggiungimento o mantenimento di determinati obiettivi. Dietro il takeover del Verona, l’avvocato internazionalista Francesca Petriccione. Il bilancio era già stato ripulito in gran parte nelle ultime due finestre di calciomercato con le importanti cessioni che avevano consentito al club di fare ricavi per 115 milioni di euro, plusvalenze per 45,5 milioni e riportare il bilancio in utile di circa 4 milioni di euro al dodicesimo anno della gestione Setti. Ed è stato proprio questo aspetto, legato ovviamente ai risultati sportivi che hanno visto la squadra mantenere la categoria e salvarsi in scioltezza lo scorso anno con Baroni in panchina, dopo un’incredibile rivoluzione di mercato, a convincere i nuovi proprietari ad avvalersi dell’attuale management almeno fino al termine della stagione calcistica. Nell’organigramma quindi restano Maurizio Setti presidente, Simona Gioè direttore generale e Sean Sogliano direttore sportivo. Italo Zanzi, ex CEO della Roma di Pallotta, li affiancherà come nuovo amministratore delegato e sarà il primo dirigente US in un board che nelle intenzioni vedrà comparire managing partners anche tedeschi. Nelle idee di Presidio Investors c’è ovviamente il rilancio del club, la stabilità finanziaria, ma soprattutto lo stadio. Viene considerato la punta di diamante del progetto. I nuovi investitori, accompagnati in comune dallo stesso Setti in un clima di massima collaborazione tra le parti, hanno già incontrato il primo cittadino Damiano Tommasi, entusiasta del fatto che la nuova proprietà vorrà partecipare attivamente alla crescita del tessuto economico e sociale di tutto il territorio veronese. Gli architetti americani incaricati hanno sviluppato un progetto che prevede l’abbattimento dell’attuale Bentegodi e la costruzione di un nuovo stadio da 33 mila posti. Un impianto avveniristico, come diversi altri nati in Europa, dove il terreno di gioco potrà scendere automaticamente a un livello inferiore ed essere contestualmente chiuso da una pavimentazione a scorrimento. Sarebbe per questo adatto non solo a giocare partite di calcio ma anche ad ospitare eventi e concerti di star internazionali. Il costo totale dovrebbe aggirarsi intorno ai 200 milioni di euro, parte dei quali verranno ricavati dal contributo di sponsorizzazione fornito dagli imprenditori locali. Le autorizzazioni comunali sono già state firmate, anche perché è un progetto che viene visto, non solo da Tommasi, come una grande opportunità di crescita per tutta la città di Verona e non solo per l’Hellas. L’inizio dei lavori è previsto per la fine del 2025 e se tutto andrà bene, il nuovo Bentegodi dovrebbe essere pronto tra la fine del 2026 e l’inizio del 2027. Nel frattempo, la squadra giocherà le partite in un impianto provvisorio da 15 mila posti, allestito nell’attuale area parcheggi antistante. Tutti contenti. Setti e nuovi investitori, politici e imprenditori locali. Pazienza se a Natale i 'Gialloblù' arrivano con una sconfitta per mano del Milan. Contro un grande club, poteva essere messa in conto. D’ora in poi però ci sarà una nuova prospettiva, oltre che l’aria fresca di novità che consentirà ai tifosi di tornare a sognare.

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Verona, i retroscena della cessione a Presidio Investors: si punterà forte sullo stadio

Manuele Baiocchini