Cinque gol e zero cambi: il messaggio di Claudio Ranieri alla sua Roma

Non fa nulla per caso uno che il mestiere dell’allenatore lo fa da quasi quarant’anni. Zero cambi nel calcio delle cinque sostituzioni non può essere una scelta casuale ma un messaggio molto preciso al gruppo. Ha selezionato gli uomini utili, a suo modo di vedere, per uscire da una crisi molto profonda e tenendoli in campo per 90’, più recupero, sul 5-0, assegna loro una definitiva quota di responsabilità. E’ partito da Paulo Dybala. Lo legittima davanti a tutti in sede di presentazione quando comunica, senza esitazioni, di aver parlato con i Friedkin a Londra su totale disinteresse personale per il rinnovo contrattuale legato alle presenze. C’è Dybala poi ci sono gli altri. Stesso destino per gli altri due campioni del mondo. Hummels e Paredes denominati ‘monumenti’. Circondati di fiducia hanno dato risposte di altissimo profilo. In pochi giorni hanno distribuito in campo una cifra molto riconoscibile di qualità e leadership. Ai lati di Hummels e Paredes altri intoccabili. Mancini e Ndicka a formare una linea a tre molto affidabile e il formidabile Koné a completare una mediana piena di geometrie, verticalità, corsa e recuperi. Nessuna esitazione neanche sulle corsie laterali. Angelino e Saelemaekers rimangono i due titolari designati da inizio stagione. L’infortunio del belga a fine settembre era stato peraltro uno dei principali problemi di Daniele De Rossi. Senza lui sulla fascia destra sparisce la qualità. L’alternativa è Celik, terzino vecchio stampo. Esente da colpe quando viene chiamato a recitare una parte non sua. Ma un allenatore che vuole provare a imporre il gioco soffre molto, inevitabilmente, nel trovarsi da un lato del campo con una modesta cifra tecnica a disposizione. Saelemaekers rimette a posto le cose. Non è un fenomeno dell’uno contro uno ma comunque porta qualità. Cross puliti, imbucate, lavoro senza palla ed efficaci incursioni in area avversaria. Anche sulla trequarti Ranieri fa una scelta netta. Ovviamente Dybala ma in totale controtendenza rispetto alle aspettative mette El Shaarawy dentro il campo. Negli ultimi anni ha sempre fatto l’esterno. Col nuovo allenatore compiti diversi. Ranieri lo sceglie per dare forma alla sua idea di calcio verticale. La capacità nei passaggi chiave di Hummels e Paredes va valorizzata da un uomo in grado di strappare. El Shaarawy si adegua senza difficoltà alla nuova posizione. Sul centravanti non esistono opzioni di alto profilo. Shomurodov non si smuove dallo status di riserva e Dybala qualche volta può fare il finto nove ma la centralità di Dovbyk rimane fuori discussione nonostante le prestazioni insufficienti. A Ranieri finora sono riuscite diverse cose ma sul rilancio del centravanti ucraino c’è ancora tanto ma tanto da lavorare. L’anno scorso, nel Girona capace di sfruttare le sue capacità a campo aperto e a crossare sul secondo palo, Dovbyk sembrava essere pronto per l’élite del calcio europeo. Nella Roma il pallone gli arriva spesso addosso, meno sullo spazio e la sofferenza in questo cambio di modalità rimane evidente. Undici uomini scelti. E gli altri? Riserve. Parola che non piace agli allenatori ma soprattutto in questa Roma la distinzione rimane netta. Celik, Hermoso, Cristante, Le Fée, Zalewski, Baldanzi, Soulé appaiono entità molto distanti dai titolari. Soltanto Pisilli può ambire a un ruolo tipo sesto uomo nel basket. Il centrocampista box to box utile a creare disordine quando la manovra è piatta. Gli altri rimangono riserve, compreso il capitano Lorenzo Pellegrini. I fatti e la loro sequenza dicono che Ranieri non lo vede. Aveva parlato l’allenatore di un periodo utile per staccare la spina ma la partita contro il Braga aveva dato risposte significative. Pellegrini migliore in campo, dominatore assoluto di quella partita poi tornato assiduamente in panchina, Coppa Italia compresa. E’ una scelta tecnica, rispettabilissima che andrà certamente a condizionare il futuro del capitano . Va a scadenza 2026 e la Roma al momento non ha mai preso in considerazione neanche l’idea di fissare un appuntamento per parlare di rinnovo. La Roma lo sta mettendo alla porta e non sarà l’unico. La direzione sportiva lascia trapelare voglia di ricambio già da gennaio. Anche questa scelta rispettabile. Ma poi i calciatori vanno sostituiti senza dimenticare che il gruppetto della vecchia guardia è stato capace di portare la Roma in due finali europee.

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Paolo Assogna