Marino: "L'Atalanta ha del miracoloso, Napoli perfetto con Kvaratskhelia"

Direttore, Atalanta-Napoli sarà la partita di cartello della 21esima giornata. Le due squadre, nonostante l’altissima classifica, stanno vivendo un momento non ottimo: la ‘Dea’ viene da tre pareggi consecutivi, gli ‘Azzurri’ hanno da gestire la cessione di Kvaratskhelia. Da doppio ex, che tipo di partita immagina? “Il Napoli è molto in forma. Nelle ultime partite, al di là delle 5 vittorie consecutive, hanno dimostrato di essere in condizione smagliante sia fisicamente sia nelle trame di gioco. I successi sono arrivati anche senza Kvara, che in queste settimane ha giocato pochissimo. Credo non condizionerà il Napoli. L’Atalanta invece mi è sembrata un tantino in difficoltà dal punto di vista fisico in queste settimane, soprattutto contro l’Udinese, dove ha sofferto per conquistare il pareggio. Già meglio invece contro la Juve nel recupero del turno saltato per la Supercoppa. In questo momento forse parte leggermente favorito il Napoli, ma solo perché più brillante atleticamente”. Quale giocatore di una vedrebbe bene nell’altra? “Per come giocano, dall’Atalanta ‘ruberei’ Lookman. Dal Napoli invece prenderei Buongiorno, si incastrerebbe bene nei tre centrali di Gasperini”. Sarà anche una sfida tra due filosofie differenti, in panchina così come nella gestione societaria. Per come concepisce lei il calcio, quale apprezza di più? “Sono differenti soprattutto per quanto riguarda il bacino di utenza. È inevitabile che il Napoli faccia delle scelte diverse, dettate dall’avere tifosi sparsi in giro per il mondo rispetto a una piazza molto più piccola come Bergamo. Perché fatte le dovute proporzioni hanno delle caratteristiche in comune: due club con un bilancio virtuoso, con i conti in regola e con delle proprietà esperte e solide. Di fatto la differenza principale è nella grandezza del bacino di utenza, e in questo l’Atalanta sta facendo dei veri e propri miracoli, soprattutto dopo la vittoria dell’Europa League nella scorsa stagione”. Lei è stato dirigente per tanti anni in entrambe, come ricorda queste due esperienze? “Estremamente positive. A Napoli ho avuto la fortuna di vincere tutte le categorie, partendo dalla Serie C e arrivando a conquistare Scudetto e Coppa Italia. Nella seconda parentesi ho anche ricostruito la squadra da zero quando non c’era più nulla, inventandoci un campo sportivo e risalendo veloci fino alla qualificazione in Coppa Uefa. All’Atalanta invece abbiamo dovuto recuperare i 6 punti di penalizzazione nel secondo anno di gestione Percassi. Fosse retrocessa in B per la società sarebbe stato un disastro. Ci siamo salvati e siamo ripartiti, fino a sfiorare la qualificazione alle coppe. A Bergamo penso di aver lanciato le basi dei successi di oggi”. Ha lasciato il Napoli nel 2009 per andare all’Atalanta, da cui poi è partito nel 2015. In un certo senso appena prima che per entrambe le squadre iniziasse il ciclo di successi che arriva fino a oggi. Sente di avere qualche rimpianto per aver gettato le fondamenta di queste vittorie e poi di aver lasciato prima di raccoglierne i meriti? “Nessun rimpianto. La gratificazione e gli attestati di stima dei tifosi di queste due squadre ancora oggi mi danno la consapevolezza di aver svolto un buon lavoro. La gente ha saputo leggere e apprezzare le mie scelte durante la seconda parentesi a Napoli e nei quasi 5 anni a Bergamo. Sono orgoglioso di aver contribuito al rilancio e alla ricostruzione di questi due club. Anche questo è parte del lavoro di dirigente: non dura a vita, è normale che i cicli si aprano e si chiudano. Non so cosa avrei potuto fare di più. Ho vissuto dall’interno l’epoca Maradona, ho riportato il Napoli in Serie A, a Bergamo i tifosi mi fermano ancora per stringermi la mano. Nessun rimpianto, anzi. Sono felice che la mia semina abbia potuto portare dei frutti così copiosi”. Parlando di cicli, c’è mai stata un’ipotesi di ritorno in questi anni in uno dei due club? “Non c’è mai stata, in nessuno dei due. A Napoli sono già tornato due volte, a Bergamo invece ho un rapporto di grande cordialità e amicizia con la famiglia Percassi, però non si sono mai creati i presupposti. Non si può escludere niente per il futuro, a Udine per esempio sono ritornato addirittura tre volte”. La stessa Udine è stata una città fondamentale per la sua carriera. Che progetti ci sono per il prossimo futuro? Sente di avere ancora qualcosa da dare al calcio? “Sicuramente. Mi considero un dirigente in grado di coniugare la parte amministrativa con la parte tecnica, come fatto nelle mie ultime due esperienze tra Udine e Bergamo. Sono sicuro di poter ancora trovare una situazione dove poter esprimere al meglio le mie capacità. Non escludo un ritorno, se dovesse arrivare una proposta che considero giusta per me di certo la prenderei in considerazione”. Gennaio è il mese del calciomercato. Se fosse in entrambe le squadre, quale tassello andrebbe a prendere per dare l’assalto definitivo allo Scudetto? “Nell’Atalanta nulla. La rosa è profonda e competitiva. Una volta recuperati tutti gli infortunati la squadra sarà pronta per andare fino alla fine. Al Napoli invece credo manchi un difensore per lottare fino alla fine, a questo punto immagino che il profilo sarà quello di Danilo della Juventus, la trattativa sembra essere in dirittura d’arrivo. Oltre ovviamente a un sostituto che sia all’altezza di Kvaratskhelia”. Parlando di Kvaratskhelia, lei come avrebbe agito? Giusto cederlo adesso o meglio aspettare l’estate per cercare di rivenderlo a una cifra più alta? “Il Napoli si è mosso bene, capitalizzando la vendita e incassando una cifra notevole. Da quelle che sono le mie informazioni il giocatore non era intenzionato a rinnovare, anzi si paventava addirittura l’ipotesi di uno svincolo per l’articolo 17 del regolamento della FIFA . La situazione è molto spinosa, complicata anche dalla pressione degli agenti e del padre del ragazzo. La società non avrebbe potuto fare diversamente, anzi, recuperare un capitale di questo tipo a due anni dalla scadenza del contratto è stato un bel colpo. Non conoscendo le dinamiche all’interno del club, penso che il Napoli si sia mosso nella maniera migliore”. Un’ultimissima domanda: se la sente di sbilanciarsi con un pronostico? “Meglio di no, non li azzecco mai. Preferisco non sbilanciarmi, anche perché visti i trascorsi mi farebbe male al cuore se una dovesse perdere. Non mi esprimo sul pronostico, dico solo che a prescindere dal risultato sarà una partita che mi regalerà forti emozioni”.

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Simone Dagani