Tudor lo specialista aggiusterà anche la Juventus?

E sono quattro. Come gli allenatori della Juventus dal 2021 a oggi, oppure come le squadre italiane che hanno scelto di affidarsi a Igor Tudor per rimettere le cose a posto. Era capitato due volte all’Udinese , poi al Verona , più recentemente alla Lazio e oggi alla Juventus. Torna a casa Igor, a Torino, dove aveva messo piede per la prima volta in vita sua a 20 anni. Proprio contro la Lazio aveva esordito da calciatore in Serie A, perdendo il 27 agosto del 1998 al Delle Alpi in Supercoppa italiana. Titolare con Iuliano al centro della difesa scelta per quella sera da Marcello Lippi. Decise un gol di Sergio Conceicao al 93’, un altro, guarda caso, chiamato recentemente a traghettare e con risultati, finora, non certo esaltanti. Il portoghese, però, non subentrava da dicembre 2016, quando in corsa arrivò a Nantes prendendo la squadra penultima e portandola all’ottavo posto. Tudor, invece, è uno specialista in questo campo. A Udine subentrò prima a Massimo Oddo e un anno dopo a Davide Nicola, ottenendo in entrambi i casi la salvezza a fine stagione. A settembre 2021 disse di sì al Verona dopo appena tre giornate e zero punti con Eusebio Di Francesco, portando l’Hellas a sfiorare il record di punti in Serie A e battendo nel corso del campionato squadre come Roma, Juventus, Atalanta e Lazio. Nel 2024 fu il presidente Lotito ad affidarsi a Tudor dopo le dimissioni di Sarri. L’annuncio il 15 marzo; l’esordio, neanche a farlo apposta, il 30 allo Stadio Olimpico di Roma contro la Juventus. Una prima da sogno, con la vittoria firmata Marusic nei minuti di recupero: 1-0 ai bianconeri, al tempo ancora di Massimiliano Allegri. E come se non bastasse, tre giorni dopo di nuovo di fronte nell’andata della semifinale di coppa Italia, stavolta a Torino. Anche il risultato fu diverso, 2-0 per la Juve, con Chiesa e Vlahovic a segno. Ventuno giorni dopo la Lazio di Tudor riuscì quasi a ribaltarlo quel punteggio, grazie a una doppietta di Castellanos, ma a far la differenza fu il gol di Milik a 7’ dalla fine. Nonostante quell’eliminazione, il bilancio in campionato per l’allenatore croato alla guida dei biancocelesti non fu affatto negativo. Cinque vittorie, tre pareggi e una sola sconfitta, seppur dolorosa, nel derby contro la Roma: settimo posto finale e qualificazione in Europa League conquistata. Il Presidente Lotito lo avrebbe confermato, ma le idee sul futuro e sul valore di alcuni giocatori erano totalmente differenti. Arrivò una separazione consensuale. Igor tornò a Spalato, in attesa di un’altra chiamata, arrivata in coincidenza con la primavera . Nove partite da qui alla fine, 27 punti in palio per centrare un obiettivo necessario per il club, l’ingresso in Champions League. Tudor lo sa bene ed è perfettamente consapevole che anche tagliare il traguardo al quarto posto non gli garantirebbe una conferma, ma non poteva dire di no alla Juventus. Per la quarta volta nella sua vita riparte da Torino. Anche nella più recente c’era Maurizio Sarri da sostituire: era l’estate del 2020 e nello staff di Andrea Pirlo, oltre al vero secondo Marco Baronio, c’era anche Igor Tudor. Più uomo della società a dire il vero. Capitò due volte anche da calciatore: nell’estate del 1998, quando fu acquistato dall’Hajduk Spalato; otto anni dopo, nel 2006, quando tornò alla base dopo un anno e mezzo di prestito nel Siena allenato da Gigi De Canio . Mentre Tudor era in 'esilio' in toscana, a Torino nella Juve di Capello arrivò dall’Arsenal a comandare il centrocampo Patrick Vieira. Durò solo una stagione, quella che poi si chiuse con la retrocessione della Juve in serie B e il conseguente addio del centrocampista francese, direzione Inter. La prima volta contro, da giocatori, fu invece durante la semifinale del Mondiale '98 tra Francia e Croazia: 2-1 per i Bleus, doppietta di Thuram, ma sia Tudor sia Vieira, per una curiosa coincidenza, rimasero in panchina per tutti i 90 minuti. Un po' come succederà sabato prossimo. Anche se i tifosi della Juventus sperano in un altro risultato.

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Riccardo Gentile