La Lazio e la 'prova dei 9': la svolta di Baroni

Dia e Castellanos, la coppia dei campioni. Se la Lazio è tornata a riveder la Champions lo deve soprattutto a loro. L'ultima volta hanno giocato insieme dall'inizio il 9 febbraio scorso, guarda caso nel turno di campionato in cui i biancocelesti si ritrovarono per l'ultima volta al quarto posto da soli. Ora sono tornati a -1 dall'Europa più prestigiosa quando la coppia si è nuovamente ricomposta. Entrambi a segno per la seconda partita consecutiva dopo l'amara notte col Bodo in cui Baroni scelse di schierarli in tandem solo a gara in corso. Proprio la reazione che avrebbe avuto la squadra dopo la bruciante eliminazione dall'Europa League era la grande incognita alla vigilia del Genoa. Giorni in cui l’allenatore ha fatto quasi più lo psicologo, con la consapevolezza però che dopo le altre delusioni stagionali la sua squadra ha sempre avuto la capacità di rialzarsi. E come nelle altre occasioni la risposta dei biancocelesti è stata confortante. Col senno di poi, nonostante l’irritazione della società per i disagi relativi al cambio di calendario, i due giorni di riposo in più sono stati benefici per recuperare energie fisiche e mentali. Prendete Castellanos, Zaccagni e Romagnoli, i tre usciti affaticati dai 120 minuti col Bodo. A Genova sono stati tra i migliori. La prestazione offerta contro i rossoblù può davvero far tirare un sospiro di sollievo a Baroni, non solo per i tre punti ma anche proiettandosi a come la squadra si presenterà al rush finale. Da affrontare con l'animo più sereno, certo, ma soprattutto con l'arma ritrovata del doppio centravanti. E non è un vantaggio da poco. Il retroscena È stata la grande intuizione di Baroni che aveva reso fortissima la Lazio nella prima parte di stagione. Ed è curiosa anche la genesi della coppia. Ancor prima dell'addio di Immobile, la società aveva puntato su Noslin come vice-Castellanos e avrebbe voluto rifare il look al reparto offensivo puntando forte su un esterno d'attacco titolare. All-in su Greenwood, ma l'inglese è finito poi al Marsiglia. Il piano andava cambiato. E così è rispuntata la candidatura di Dia, ruolo diverso ma giocatore sempre piaciuto a Formello. Era stato inserito già a fine maggio nella trattativa con la Salernitana che ha portato Tchaouna a Roma ma l'attaccante aveva preso tempo sognando una chiamata dalla Premier, che però non è arrivata. E così col cambio di programma di metà luglio i biancocelesti hanno riprovato e poi chiuso qualche settimana dopo con il senegalese. Questione di feeling. A Baroni è bastato qualche allenamento a Formello per capire che l’intesa tra i due centravanti era naturale. Grandi numeri nei primi mesi ma nel 2025 per le defezioni prima del senegalese e poi dell'argentino, out per quasi 60 giorni, insieme hanno giocato pochissimo. La flessione della Lazio nel nuovo anno non è ascrivibile solo a questo, ma è di sicuro una delle cause. Perché ormai non ci sono più dubbi; esiste una Lazio col doppio centravanti ed una senza. E i numeri sanno molto di sentenza. 11 vittorie su 14 in campionato col tandem di numeri 9 in campionato, 13 su 16 coppe comprese. Con loro in campo si segna molto di più e soprattutto si producono 2,4 punti di media a partita che scende a 1,3 quando uno dei due non c'è. La loro contemporanea presenza vale almeno un punto in più ma è tutta la squadra a trarre beneficio dai loro movimenti. Se a Formello chiedete perché la Lazio può credere alla Champions vi diranno che la risposta la darà la prova del 9, anzi… dei 9.

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