Arbitri come pubblici ufficiali. E l'Aia: "Provvedimento storico"
la novitàIl nuovo provvedimento, inserito all'interno del DL Sport approvato dal Consiglio dei Ministri il 20 giugno 2025, prevede pene per gli episodi di aggressione nei confronti degli arbitri uguali a quelle verso un pubblico ufficiale. La soddisfazione del ministro per lo Sport Andrea Abodi che ha trovato il pieno appoggio dell'Aia attraverso le parole del presidente Zappi: "Una legge storica"
L’ultimo episodio è di poche settimane fa: un arbitro di 18 anni chiuso nello spogliatoio e picchiato da un genitore di un ragazzo di 12, al termine di un torneo giovanile ad Arezzo. 40 giorni di prognosi, che non impediranno a Lorenzo, il giovanissimo direttore di gara, di continuare ad assecondare la sua passione. Una passione sempre più rischiosa in Italia, se è vero che soltanto nell’ultima stagione si contano più di 650 episodi di condotte violente ai danni degli arbitri per un totale di oltre 370 giorni di prognosi.
Un’emergenza sociale, come l’ha definita il presidente dell’Aia Antonio Zappi, che proprio lunedì scorso, ospite di SkySport 24, aveva auspicato una rapida conclusione dell’iter che ha portato al proveddimento appena approvato: E' stato infatti ufficialmente modificato l’articolo 583-quater del Codice Penale che di fatto va ad equiparare gli arbitri – non solo di calcio evidentemente - ai pubblici ufficiali. Ad annunciarlo è stato al termine della riunione del Consiglio dei Ministri - il Ministro per lo sport e per i giovani Andrea Abodi, con il quale l'AIA aveva interloquito intensamente per giungere a questo risultato.
Da oggi chi compie atti di violenza nei confronti degli arbitri rischia le medesime pene di chi aggredisce gli agenti di pubblica sicurezza, compreso il carcere. La norma comprende infatti tutte le figure tecniche che assicurano la regolarità delle competizioni.
Nel ringraziare il Governo e chi, da tutti gli schieramenti, si è speso per questo risultato, Zappi ha ricordato come Insieme alle misure repressive la violenza deve essere ancora combattuta con progetti culturali e formativi di FIGC Aia e da chiunque sentirà la responsabilità di impegnarsi per una sacrosanta battaglia di civiltà.
