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La Roma di Gasperini: disciplina e meritocrazia. L'analisi

Serie A
Angelo Mangiante

Angelo Mangiante

Disciplina e meritocrazia alla base del metodo Gasperini. Gioca solo chi merita. Dai nuovi acquisti Ferguson e Wesley fino a Dybala e Koné: la rivoluzione della Roma è cominciata, con i fatti

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Disciplina e meritocrazia alla base del metodo Gasperini. Gioca solo chi merita. Non importa se Dovbyk sia stato pagato quasi 40 milioni. Non esiste il posto fisso. Se c'è Ferguson che ha più fame e completezza gioca lui, anche se ha appena vent'anni. Gioca chi corre e lotta di più. Come Wesley, reduce da 30 partite in Brasile, ma capace di andare fino all'ultimo minuto su tutti i palloni sporchi. Gioca chi fa pressing e recupera palloni, come la coppia formata da Cristante e dal nuovo Ederson trovato a Roma: Manu Koné. E siccome le partite si vincono con 5 cambi, chi entra deve giocare come se fossero i minuti più decisivi della stagione. Sia se ti chiami Dybala o sei un nuovo acquisto come El Aynaoui ma già hai conquistato il nuovo allenatore perché corri e giochi in qualsiasi ruolo. L'ambizione di voler diventare grandi rimanendo umili. Senza scorciatoie. Cercando nuove soluzioni anche all'assenza di un mese di Bailey, per la lesione confermata dagli ultimi esami strumentali al retto femorale destro. Si guarda avanti, in un calcio verticale e aggressivo. La rivoluzione è cominciata. Con i fatti. Perché cerca la discontinuità con il passato ma trova la sintesi nella praticità di conservare quello che anche prima funzionava. Senza dicotomie e con volontà forte di riuscirci.

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