Ibrahimovic alla Gazzetta: "Se credo nello scudetto? Sì, dobbiamo crederci tutti"
alla gazzettaIl dirigente rossonero si è raccontato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Sono qui per restituire felicità e amore al Milan, e per creare le condizioni per vincere. Con Furlani e Cardinale studiamo cosa serve per migliorare, facciamo delle strategie. La squadra è molto competitiva per fare buoni risultati, la società ha scelto un allenatore d'esperienza che dà equilibrio e stabilità. Se credo nello scudetto? Sì, dobbiamo crederci tutti"
"Sono qui per aiutare: la prima volta il Milan mi ha dato la felicità, la seconda l'amore. Ora sono qui per restituire... e per creare le condizioni per vincere". Inizia così l'intervista di Zlatan Ibrahimovic alla Gazzetta dello Sport. Il dirigente del Milan ha toccato diversi argomenti, a partire dal suo ritorno in rossonero: "A 3 mesi dal ritiro ho visto Furlani, mi ha detto che mi voleva far incontrare Cardinale e l'ho fatto 3 volte. Per accettare gli ho chiesto tre cose: di essere sempre me stesso, che se fossi tornato lo avrei fatto a lungo termine e che sarei tornato per vincere. Mi ha risposto «per questo siamo qua»". Poi sul suo ruolo: "Ora c'è una figura che sta sempre a contattao con i giocatori e l'allenatore, che è Igli Tare. Io vado a Casa Milan, a volte a Milanello. Sento tutti i giorni Furlani e Cardinale, che è molto coinvolto. Studiamo cosa serve per migliorare il Milan, facciamo delle strategie. Poi sono coinvolto anche nella parte corporate e nell'area entertainment di RedBird".
"Leao è magia. Allegri dà equilibrio e stabilità"
Impossibile non spendere due parole su Leao: "Durante la preparazione era il migliore, è stato fuori due mesi e deve tornare in forma. Rafa è magia! Parleremo sempre di lui, è uno dei giocatori più forti al mondo". Ma quindi quali sono gli obiettivi stagionali del Milan? "La squadra è molto competitiva per fare buoni risultati. Anche l'anno scorso lo era, ma è stato un anno strano dove appena ci riprendevamo cadevamo subito. La società è stata molto brava a vendere calciatori che non erano nel progetto o per altri motivi, ha scelto un allenatore di esperienza che dà equilibrio e stabilità. Il Dna del Milan è vincere, soprattutto in Europa, ed è lì che dobbiamo tornare. Nessuno vuole cambiare il Milan, la sua cultura o la sua tradizione. Se credo allo scudetto? Sì dobbiamo crederci tutti. Ma è un processo, un lavoro di team". Poi su Modric e Rabiot: "Io e Luka siamo diversi: lui è leader in campo, fuori si prende poco spazio, ma ha portato l'esperienza che mancava. Non sono stupito di come sta giocando, gioca così da vent'anni. Rabiot doveva venire un anno fa, ci avevamo provato ma voleva giocare in Francia".
