Zidane: "La Juventus è nel mio cuore, non so se mai l'allenerò. Yildiz è bravo"
festival sportL’ex fuoriclasse francese ospite a Trento del Festival dello Sport. Zidane ha ripercorso, intervistato da Walter Veltroni, alcune tappe della sua carriera, parlando molto del suo periodo italiano: “Lippi allenatore importante per me, Del Piero tra i più forti”. Quindi su un possibile futuro sulla panchina bianconera: “La Juve è nel mio cuore, in futuro non so, vorrei allenare la nazionale”
La Juventus, per quel che ha rappresentato in passato e per quel che potrebbe rappresentare magari in futuro. E poi i ricordi dei suoi allenatori più importanti, Lippi, Ancelotti, e di altri fuoriclasse avuti come compagno o avversari, come Ronaldo il Fenomeno. Fino ai racconti più recenti, quando da allenatore ha guidato Cristiano Ronaldo o Modric. Zinedine Zidane ha parlato per un’ora, al Festival dello Sport di Trento e in un’intervista con Walter Veltroni gran parte del suo racconto è stato dedicato alla Juve, dove il fuoriclasse francese ha giocato dal ’96 al 2001.
Zidane: "Yildiz è bravo, Tudor sta facendo bene"
“Alla Juventus sono stati anni bellissimi -ha raccontato ‘Zizou’- Sono arrivato dalla Francia dove il calcio non era così importante come alla Juve. Lì ho sentito che vincere era quello che bisognava fare sempre, sia in casa che fuori casa. Quando facevo una bella partita o un gol, magari tornavamo alle 3 o alle 4 del mattino, e l’Avvocato Agnelli mi chiamava alle 6 per farmi -in francese-i complimenti. Del Piero è stato uno dei giocatori più forti in Italia. Ho avuto la fortuna di fare diversi anni con lui, Montero, Padovano, Vieri, Boksic. Ma Alex aveva qualcosa di particolare. Il mio passaggio al Real? Eravamo a una cena di gala e c’era Florentino Perez che mi passò un biglietto, se volevo andare a Madrid. Avevo 30 anni e dopo 5 anni di Juve volevo cambiare”. Quindi un passaggio sul suo futuro, magari di nuovo a Torino: “Tornare alla Juve? A giocare no, non posso più… Sicuramente un giorno tornerò ad allenare. Se sarà sulla panchina della Juve? Non è successo perché hanno fatto altre scelte e anche io, ma sempre la Juve è nel mio cuore, mi ha dato tanto quando sono arrivato. In futuro non lo so, la mia sensazione è che in futuro voglio allenare la nazionale ma vediamo”. Zidane ha anche risposto a una domanda sulla Juve di oggi: “Yildiz mi piace, è bravo, fa gol ma deve crescere ancora, deve prendere più struttura. Conosco Tudor, sta facendo bene, sono contento per lui e per la Juve”.
Zidane: “Lippi è stato importante. E Ancelotti…”
Quindi un lungo passaggio dedicato ad alcuni suoi ex allenatori e alla sua esperienza in panchina: "Ho smesso a 34 anni perché non volevo più stare in ritiro. Avevo detto che non avrei mai allenato ma dopo 3 anni dal ritiro mi sono detto ‘ora cosa faccio?’. E allora ho fatto il corso da allenatore e mi sono reso conto che volevo farlo. L’allenatore da cui ho imparato di più? Ne ho avuti tanti ma Marcello (Lippi, ndr) è stato importante, quando sono arrivato in Italia era difficile per me, anche fisicamente. Mi hanno criticato, giustamente, ma lui ha sempre creduto in me e piano piano ho preso fiducia. Anche Ancelotti, ho lavorato alla Juve e poi da vice al Real Madrid. È un amico, è stato importante per la mia carriera ed è bravo come allenatore perché ascolta i giocatori. Per me l’allenatore è importante, conta per l’80%. Devi trasmettere energia. Io al Real avevo la certezza di vincere con loro, io trasmettevo la mia fiducia totale ai giocatori".
Zidane: “Ronaldo, che fenomeno. E il Milan di Sacchi…”
Tantissimi, gli aneddoti raccontati da 'Zizou', tutti interessanti, con protagonisti di primissimo livello, dai due Ronaldo a Modric fino a Yamal. "La mia partita più importante? La finale mondiale, il sogno di un bambino. Il giocatore più importante che ho incontrato è stato Ronaldo il brasiliano, quel che faceva in allenamento era pazzesco. Quello che faceva il Fenomeno in campo era incredibile, ti diceva ‘adesso ti faccio due tunnel’ e te li faceva. Chi allenerei di nuovo tra Cristiano Ronaldo e Modric? Tutti e due, non posso rispondere. Ma anche Kroos e Benzema, Isco. In allenamento non perdevano mai la palla, pensate a un’ora e mezza di allenamento senza perdere mai la palla. Mai. Cristiano un po’ la perdeva (ride, ndr) ma faceva dei gol… Chi mi sarebbe piaciuto allenare? Iniesta con Xavi e Busquets. Ma la squadra di quando ero giovane era il Milan di Van Basten, Gullit, Rijkaard, con Baresi e Maldini e Ancelotti a centrocampo. Era impressionante il Milan di Sacchi. Chi mi piace dei giocatori di oggi? Ce ne sono di bravi ma non posso dire uno in particolare. Prima l’avevo, Enzo Francescoli mi faceva venire i brividi quando giocava, l’ho visto a Marsiglia. È stato importante per me. Ora c'è Yamal, mi piace quando tocca la palla. Il secondo tempo contro l’Inter, che in casa difensivamente è tosta, l’anno scorso è stato pazzesco, faceva di tutto da solo".
