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Lazio, Sarri: "Gli ultimi 5 mesi sono stati i più difficili della mia carriera"

LAZIO

Intervistato nel format della Lega Serie A, l'allenatore biancoceleste si è raccontato così: "Prima non avevo molta pazienza, ma non credo di essermi ammorbidito... In compenso sono meno scaramantico. Il desiderio prima del termine della carriera? Vorrei che la Lazio prendesse il Flaminio e io fossi in panchina alla prima partita nello stadio intitolato a Tommaso Maestrelli". Milan-Lazio è in diretta alle 20.45 su Sky Sport Calcio, Sky Sport Uno e in streaming su NOW

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"Penso che siano stati i cinque mesi più difficili della mia carriera, ma per un certo punto di vista anche divertenti. La componente gusto c'è, questo è già tanto". Parola di Maurizio Sarri, allenatore della Lazio che si è raccontato nel nuovo episodio di 'Storie di Serie A', il format della Lega Serie A che ripercorre le storie di grandi personaggi che hanno lasciato un segno nel nostro campionato. "Prima di venire alla Lazio ho pensato che sarebbe stato un anno difficilissimo. Il rapporto coi miei presidenti in carriera? È sempre meglio un presidente tosto che un fondo straniero. È ovvio che il presidente sia una figura dominante, io per tutta la carriera ho avuto presidenti così. A volte meglio una litigata faccia a faccia che un fondo quando non sai con chi parlare". E sulle eventuali differenze rispetto al suo primo mandato alla Lazio: "Fino a qualche anno fa non avevo molta pazienza, invecchiare ti coltiva qualità che prima pensavi di non avere. Ma non credo di essere più morbido. Più passano gli anni, più cerco di essere paziente e capire chi ho di fronte. Sono anche meno scaramantico di qualche anno fa".

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Sarri ha aggiunto in merito agli obiettivi stagionali: "Ho un gruppo che mi segue. Sarebbe bello riuscire a creare una base di calciatori che con due o tre innesti possa farti arrivare a un livello sopra rispetto a quello dove siamo. Il lavoro procede, la squadra sembra dare segnali: la speranza è poter creare quella base e che tutte le componenti ci diano una mano". Sulla propria carriera, invece, l'allenatore ha sottolineato che "da quando lo faccio di professione la sensazione di andare a lavorare non ce l'ho mai avuta" e ha ricordato il suo Napoli: "Giocava un calcio straordinario, divertente da vedere. Non abbiamo vinto niente ma è stato un calcio bellissimo. Nessuna squadra che ho avuto in seguito ha avuto la possibilità di replicarlo". Infine un pensiero sulla fine della sua carriera: "Vorrei che la Lazio riuscisse a prendere il Flaminio e che io fossi in panchina alla prima partita nello stadio intitolato a Tommaso Maestrelli".

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