Il sacrificio di Boban

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Massimo Corcione

Massimo Corcione

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Lo scudetto 2022 porta anche la firma di uno che oggi non fa più parte del Milan ma che del Milan ne è stato parte della storia e di questo Milan l'artefice (assieme a Maldini), a cominciare dalla conferma di Pioli.

LO SPECIALE SCUDETTO

Provate ad andare indietro con la memoria: siete tornati ai tempi della scuola. Sarà capitato anche a voi di essere finito – almeno per una volta - nella rosa dei migliori della classe. Una condizione che regalava soddisfazione a tempo limitato. Perché, poi, davanti c’era sempre lui, il migliore, l’irraggiungibile, tanto più forte degli altri da non poter neppure essere invidiato. L’esperienza, se avete praticato uno sport, lì è ancora più evidente e la resa, per chi il migliore non era, è stata addirittura più inappellabile. Ecco, così si è sentito sempre chi ha avuto la sorte di imbattersi nel proprio cammino in Zvonimir Boban.

Il folle sogno

Il numero 1 per definizione, l’inarrivabile. Il segreto, poco segreto, di questo Milan scudettato, l’uomo che ha concepito (all’unisono con Paolo Maldini) il folle sogno della rimonta sulla storia: riportare il Milan sul tetto del mondo, tanto in alto dove anche il più romantico dei tifosi non pensava di poter ritornare così in fretta dopo la fine dell’era Berlusconi. Lui, Boban, con Berlusconi e Galliani c’era e c’era pure Maldini che è stato proprio quello che aveva richiamato Boban a casa per disegnare la nuova favola, strappandolo a una missione impossibile. Infantino lo aveva designato per rivoluzionare il calcio mondiale, il Var e la compressione della dittatura arbitrale erano stati solo due esempi d’assaggio. 

La coppia dei campioni

Al Milan post berlusconiano siamo al primo atto, forse il traguardo più difficile da raggiungere: lo scudetto, arrivato non per caso, anche se pure Zvone nell’autunno triste del campionato aveva indicato nel Napoli la squadra meglio attrezzata per la vittoria finale. La differenza l’ha fatta il progetto, il piano creato per poter vincere di nuovo. Sarebbe stato impossibile trovare due firme più autorevoli. Da una parte il Migliore per definizione, uno che tutti hanno chiamato Zorro come l’eroe che sconfigge l’ingiustizia. L’altra firma è del più milanista che la genetica avrebbe mai potuto generare: Maldini, il capitano per acclamazione, figlio del capitano che alzò la prima coppacampioni e padre (come in silenzio anche lui spera) di un futuro prossimo capitano. 

Il licenziamento

Oggi la coppia dei campioni apparentemente si è divisa, Boban ha rotto la società, ma non ha avuto alternative: il suo datore di lavoro, nove mesi dopo l’inizio dell’avventura, aveva messo in dubbio la sua buona fede, la fede convinta da milanista di cuore e anche di cervello. Boban aveva contestato all’amministratore delegato del Milan Gazidis l’idea di voler ingaggiare un allenatore tedesco senza aver condiviso la scelta con lui e Maldini. Loro, a fatica, avevano scelto Pioli, sapendo che la costruzione di una formazione vincente aveva bisogno di tempo. Arrivò il licenziamento per giusta causa, una motivazione inaccettabile per chi ha una giusta e alta considerazione del proprio pensiero e del proprio ruolo.

La ‘sua’ squadra

Oggi il successo in campionato, i meriti riconosciuti al saggio Pioli, la validità delle soluzioni trovate nelle prime operazioni di calciomercato, il ricordo lasciato tra i tifosi sono tutti argomenti che confermano quanto fosse giusta la direzione data dalla coppia Boban-Maldini. A distanza di anni, l’amore per il Milan non si è esaurito, l’unica cosa che Zvone non è riuscito a condividere è stata la separazione da Donnarumma: lo ha ripetuto più volte, anche pubblicamente, al portiere più forte del mondo non si può rinunciare. Ma non è toccato a lui decidere. Per il resto dopo il licenziato per ingiusta causa non ha parlato molto; ha aspettato che un tribunale dello stato italiano gli riconoscesse la ragione e un indennizzo milionario prima di cambiare indirizzo: ha accettato la proposta del presidente Ceferin per aiutarlo a cambiar faccia al calcio europeo. Nyon è più vicina a Milano che a Zagabria, come la testa di Boban che considera questa squadra come la sua squadra. Il Migliore non può avere padroni, è sempre il più forte. Gli altri possono solo rassegnarsi, non averlo come nemico dichiarato è il massimo risultato possibile. E’ stato più semplice conquistare uno scudetto.

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