Scudetto Inter, la rivincita di Calhanoglu

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Bernardo Cianfrocca

La storia di Hakan Calhanoglu all'Inter: tre anni iniziati con...un ponte e culminati nella conquista dello scudetto della seconda stella contro il Milan, la sua vecchia squadra

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Il ponte è considerato un simbolo di unità e alleanza. Ha la capacità di collegare ciò che è separato, di ridurre le distanze tra due sponde opposte. A volte però attraversarlo può essere un rischio.

Con questo tweet, il 22 giugno 2021 l'Inter "annunciava" la firma a parametro zero di Hakan Calhanoglu, che si sarebbe svincolato a fine mese dal Milan. Un acquisto a sorpresa per sopperire all'improvvisa indisponibilità di Christian Eriksen, vittima di un problema cardiaco nella partita dell'Europeo tra Danimarca e Finlandia. Pochi simboli sono più milanesi del Ponte “Alda Merini” sui Navigli, percorso ogni giorno da turisti e residenti. Idealmente è stato attraversato in entrambe le direzioni anche da tantissimi giocatori e allenatori: da Ronaldo a Baggio, da Cassano a Pazzini, da Vieri a Ibrahimovic, da Pirlo a Seedorf, da Serena a Balotelli, da Trapattoni e Leonardo fino allo stesso Pioli. Molti si sono presi la loro dose di fischi, almeno alla prima partita da ex, ma i tifosi hanno sempre avuto familiarità con questa tendenza diffusa. Dopotutto, anche lo stadio “Giuseppe Meazza” è intitolato a una bandiera dell'Inter con un passaggio al Milan a fine carriera, arricchito dal più classico dei gol dell'ex nel derby. Per questo, è stato quasi sorprendente notare l'effetto Calhanoglu di questi ultimi anni.

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La rivincita del Milan

Alcuni doppi ex sono stati scambiati dalle stesse società, molti invece hanno giocato in altre squadre tra le due esperienze. Calhanoglu ha deciso invece di attraversare direttamente il ponte nonostante avesse la possibilità di non farlo. “Sono nella squadra campione d'Italia per vincere lo scudetto”, sono le sue prime parole da interista, lasciando intendere che finalmente avrebbe avuto più chance per farlo. Uno smacco verso il suo vecchio mondo. La proposta di rinnovo del Milan (4 milioni più bonus all'anno) era sul tavolo, ma quella dell'Inter (5 milioni) fu più convincente. Modalità non apprezzate dai milanisti, che nel primo derby da ex del 7 novembre 2021 gli riservano un'accoglienza dura. Il turco in risposta si guadagna e segna sotto la Curva Sud il rigore del vantaggio (1-1 il finale), portandosi le mani dietro le orecchie. Nel derby di ritorno viene sostituito con l'Inter in vantaggio, poco dopo parte la rimonta del Milan con Giroud. Il preludio allo scudetto di fine anno, vinto da quel Milan da cui se ne era andato per vincerlo.

Calhanoglu
L'esultanza di Calhanoglu nel derby del 7 novembre 2021

La rivincita di Calhanoglu

Il centrocampista diventa suo malgrado protagonista dei festeggiamenti scudetto del Milan. In una storia in cui però l'ago della bilancia pende di volta in volta dalla parte opposta di chi pecca di superbia, Calhanoglu inizia la sua risalita. Non subito, visto che nel derby successivo sbaglia il passaggio da cui nasce il primo gol di Leao e si fa parare da Maignan il tiro del pareggio. Arrivano però altri due derby, quelli di Champions. L'Inter li vince e va in finale, nonostante per i tifosi più scaramantici il palo del turco all'andata sembrasse un oscuro presagio. Calhanoglu gioca due ottime partite e nel post del ritorno spegne definitivamente la polemica: dice di non avere rivincite da prendersi e che al Milan ha ancora tanti amici. I derby così proseguono, diventano sei di fila vinti dall'Inter, l'ultimo dei quali vale addirittura lo scudetto. Calhanoglu alla fine ce l'ha fatta a vincerlo.

La consacrazione del giocatore

In questa sequenza di episodi, di partite vinte e perse, di trofei sfuggiti e conquistati, resta un dato di fatto. Nel triennio all'Inter Calhanoglu ha aumentato il suo status di giocatore. Da trequartista discontinuo a regista di grande influenza. Nel suo cambio di sponda, i tifosi del Milan non si sono sentiti degli amanti traditi come gli interisti per Ronaldo o Vieri, non hanno mai troppo rimpianto l'addio del giocatore, ma non hanno accettato il fatto che sia diventato un simbolo dei rivali. Calhanoglu all'Inter ha subito una trasformazione che l'ha reso uno dei migliori nel suo nuovo ruolo di regista. Ha segnato gol importanti e si è presso delle responsabilità, diventando anche il rigorista della squadra. Non c'è partita al Meazza in cui quest'anno non si sia sentito il coro dedicato dai tifosi al loro numero 20, il giocatore più celebrato allo stadio. Alda Merini ha scritto che “nessuno è felice come chi sa di essere amato”. Forse, attraversando il suo ponte, Calhanoglu cercava solo questo.