
Inter campione d'Italia: cosa facevano i giocatori di oggi nell'anno dell'ultimo scudetto
L'Inter torna sul tetto d'Italia a 11 anni di distanza dall'ultima volta. Della squadra scudettata del 2010 sono rimasti solo Oriali e Zanetti, quest'ultimo passato dal campo a dietro la scrivania. Dov'erano, invece, gli interisti di oggi nel 2010? E soprattutto come erano? Alcune foto vi lasceranno a bocca aperta...

SAMIR HANDANOVIC. Partiamo dal capitano, allora alla terza stagione da titolare in Serie A con la maglia dell'Udinese. Battuto entrambe le volte (con 5 gol al passivo) nei due confronti con l'Inter del Triplete, sarebbe poi approdato in nerazzurro nell'estate del 2012. In questo campionato non ha saltato neanche un minuto, contribuendo al tricolore

MILAN SKRINIAR. Nel giorno dell'ultimo trionfo nerazzurro in Serie A, lo slovacco aveva da pochi mesi compiuto 15 anni. Militava nelle giovanili dello Zilina, era un difensore di belle speranze che sognava di fare il grande salto. L'esordio in prima squadra sarebbe arrivato due anni dopo, poi dopo una stagione in prestito e ritorno, fu la Samp a notarlo e portarlo in Italia, prima della cessione all'Inter. Un nome "pesante", ma da subito accolto con affetto dai tifosi grazie al suo strepitoso impatto

STEFAN DE VRIJ. Era alla sua prima stagione da professionista, invece, l'allora 18enne centrale olandese, cresciuto nel Feyenoord fino ad arrivare in prima squadra. Le ottime prestazioni in patria unite a una grande prova nel Mondiale del 2014 contribuirono al suo trasferimento in Italia, prima alla Lazio e poi all'Inter dove quest'anno è stato il leader difensivo

ALESSANDRO BASTONI. Il giovane difensore nel 2010 aveva appena 11 anni e già militava nelle giovanili dell'Atalanta. Del resto era considerato un predestinato fin da piccolo, tanto che l'Inter ha poi deciso di metterci le mani fin da subito per anticipare la concorrenza. Un'operazione da 31 milioni, il prestito per farlo maturare e il ritorno in grande stile, dove è diventato un pallino di Conte. E ora anche lui può festeggiare il primo titolo della carriera

ANDREA RANOCCHIA. Il matrimonio tra il difensore e l'Inter si sarebbe celebrato a pochi mesi di distanza dall'ultimo scudetto nerazzurro. Allora era in prestito al Bari, al fianco di Bonucci, e si imponeva come uno dei migliori centrali del campionato al primo anno in A. Chiusa l'annata, il Genoa lo avrebbe riportato a casa per poi cederlo a gennaio al club milanese. Dopo anni di alti e bassi, si è confermato come una risorsa preziosa per Antonio Conte

ALEKSANDAR KOLAROV. Giocava al tempo in Serie A anche il terzino serbo, alla prima esperienza nella capitale, quella sulla sponda biancoceleste. Proprio al termine di quel campionato si concretizzò poi la sua cessione al Manchester City, dove sarebbe diventato uno dei migliori nel suo ruolo. Tornato nel 2017 a Roma, lato giallorosso, la scorsa estate è arrivato in nerazzurro per dare solidità e tecnica su quel lato del campo. Poche presenze, ma può festeggiare anche lui la conquista del primo scudetto

DANILO D'AMBROSIO. È stata una pedina molto più importante per Conte il terzino classe '88, approdato in nerazzurro nel gennaio 2014. Quattro anni prima invece, quando l'Inter di Mourinho vinceva lo scudetto, il giocatore era alle prime esperienze da professionista. Dopo un'ottima stagione e mezza con la Juve Stabia, fu preso nella sessione invernale dal Torino in B. Con i granata avrebbe poi debuttato in A prima di trasferirsi a Milano

MATTEO DARMIAN. I jolly preferiti da Antonio Conte: come Giaccherini all'epoca della Juve, il laterale ex United ha fatto spesso quest'anno le fortune del suo allenatore. La stagione della svolta per Darmian che, 11 anni fa, era di proprietà del Milan. Cresciuto nel vivaio dei cugini, nel 2009/10 l'esterno fu mandato in prestito al Padova in B, ultima tappa prima dell'approdo nella massima serie con le maglie di Palermo e Torino. Dopo l'esperienza ai Red Devils è tornato in Italia, al Parma, prima di unirsi all'Inter

MARCELO BROZOVIC. Mentre l'Inter festeggiava il Triplete, il croato si apprestava a disputare la sua prima stagione da professionista. Al tempo 17enne, infatti, si preparava al salto in prima squadra dopo la trafila nelle giovanili del Dragovoljac. Un anno dopo avrebbe poi firmato per il Lokomotiva, quello successivo per la Dinamo Zagabria. Fu lì che i nerazzurri lo notarono e lo acquistarono nel gennaio 2015: faro del centrocampo, ha assunto sempre di più la leadership della squadra fino a diventare semplicemente "Epic Brozo"

NICOLÒ BARELLA. Ne ha fatta di strada anche il centrocampista, in foto al fianco di uno dei suoi idoli, Andrea Cossu. Allora aveva 13 anni e giocava nelle giovanili del Cagliari, sperando in quel salto in prima squadra in Serie A che sarebbe poi arrivato cinque anni dopo. Affermatosi come uno dei più promettenti nel suo ruolo, quest'anno ha vissuto la sua seconda stagione in nerazzurro, quella della consacrazione: quantità e qualità a servizio dell'Inter, fondamentali per mettere le mani sullo scudetto

ROBERTO GAGLIARDINI. Al tempo giocava nelle giovanili anche il centrocampista classe '94, ma in quelle dell'Atalanta, club con la quale avrebbe poi debuttato in Serie A dopo le esperienze in prestito in B con Cesena, Spezia e Vicenza. Sei mesi nel massimo campionato con la Dea, sufficienti per convincere l'Inter ad acquistarlo per oltre 20 milioni nel gennaio 2017 e portarlo a casa sei mesi dopo. Anche lui ha saputo offrire il giusto contributo nei momenti importanti della stagione e ora può festeggiare il primo titolo

STEFANO SENSI. I continui infortuni hanno complicato la crescita del centrocampista in questo secondo anno in nerazzurro, dopo una prima stagione da grande protagonista. Quando l'Inter vinceva l'ultimo scudetto, invece, Sensi non aveva neanche 15 anni e si preparava a unirsi al vivaio del Cesena dopo il fallimento del Rimini. Il debutto da professionista sarebbe poi arrivato in prestito a San Marino, con il Sassuolo l'esplosione calcistica che ha poi convinto i nerazzurri a puntare su di lui

MATIAS VECINO. I guai fisici hanno ridotto ai minimi termini anche la stagione dell'uruguaiano che, 11 anni fa, raccoglieva i primi gettoni da professionista con la maglia del Central. Un anno dopo sarebbe finito al Nacional, poi in Italia con la maglia della Fiorentina. Un paio di prestiti, il grande ritorno in viola fino al passaggio all'Inter, avvenuto nel 2017. Quest'anno non è riuscito a dare lo stesso prezioso apporto alla causa, ma anche lui può far festeggiare lo scudetto

ARTURO VIDAL. Ha dato meno rispetto alle aspettative anche il centrocampista cileno. Nel 2009/10 era alla sua seconda stagione con il Bayer Leverkusen, quella meno prolifica dal punto di vista realizzativo, poi dopo un'annata da 10 e lode sarebbe arrivato alla Juve, allenata proprio da Antonio Conte. Quattro scudetti, le esperienze con Bayern e Barça e il ritorno in Serie A, tra le fila dei nerazzurri: tricolore anche per lui, il 19° titolo della carriera con i club

ACHRAF HAKIMI. Dov'era 11 anni fa l'acquisto più oneroso dell'ultima campagna acquisti nerazzurra? Non aveva neanche 12 anni e militava già da quattro stagioni nel vivaio del Real Madrid, squadra con la quale avrebbe anche debuttato da professionista. Nel prestito biennale al Borussia Dortmund ha poi compiuto passi da gigante, arrivando all'Inter per la definitiva crescita: è stato uno dei punti di forza di Conte

ASHLEY YOUNG. Quando l'Inter vinceva il suo ultimo scudetto, l'inglese era già un affermato professionista, ma si presentava in una versione diversa da quella attuale. Nel 2010, infatti, giocava nell'Aston Villa e aveva compiti prettamente offensivi. Con il passaggio al Manchester United, avvenuto la stagione dopo, ha poi progressivamente ridotto il suo raggio d'azione, diventando un esterno prezioso nella rosa nerazzurra, di cui fa parte dal gennaio 2020

CHRISTIAN ERIKSEN. Una delle svolte della stagione nerazzurra è rappresentata dal recupero del danese. 11 anni fa il centrocampista, all'epoca 18enne, faceva il suo esordio con la prima squadra dell'Ajax e cominciava a vincere i primi trofei. Passato tre anni dopo al Tottenham, sarebbe diventato un giocatore di livello internazionale ma senza titoli. Adesso finalmente ha rotto la maledizione

IVAN PERISIC. I trofei per il croato, invece, sarebbero arrivati dopo il 2010, momento in cui disputava la prima stagione con la maglia del Bruges, chiusa con 13 gol e 13 assist. Si sarebbe poi fatto conoscere meglio al Dortmund e al Wolfsburg, prima dell'approdo in nerazzurro, decisivo per tornare in Champions. Vinto il trofeo con il Bayern, in prestito, è rientrato agli ordini di Conte e si è preso un ruolo da protagonista

ROMELU LUKAKU. Giocava nel 'suo' Belgio anche il centravanti classe '93. Con la maglia dell'Anderlecht, dopo aver impressionato a livello continentale tra le giovanili, debutterà da professionista non ancora 18enne proprio in quella stagione, affermandosi subito con 19 reti stagionali, di cui 4 in Europa League. Poi le varie esperienze in Inghilterra prima del passaggio all'Inter nel 2019, fortemente voluto da Conte. Dopo un grande primo campionato, quest'anno ha definitivamente trascinato i nerazzurri allo scudetto

LAUTARO MARTINEZ. Lukaku ha formato una straordinaria coppia con il Toro, all'epoca un 12enne che seguiva il padre nei campi della B Argentina e iniziava a muovere i primi passi nelle giovanili del Liniers di Bahia Blanca. L'anno dopo impressionò in un torneo U-17, nel 2014 il passaggio al Racing Avellaneda, compagno di squadra di Diego Milito, protagonista in nerazzurro proprio 11 anni fa. Il trasferimento all'Inter è arrivato tre anni fa e quest'anno ha stabilito il suo nuovo primato di gol in A

ALEXIS SANCHEZ. Un altro nerazzurro che già allora giocava in Serie A è il Nino Maravilla, all'epoca in rampa di lancio. Chiuse con 6 gol l'annata 2009/10, poi ne fece 12 (e 10 assist) l'anno successivo, attirando le attenzioni del Barcellona. Dopo i blaugrana anche per lui esperienze inglesi, tra Arsenal e Manchester United, prima di far ritorno l'anno scorso in Italia. Quest'anno ha avuto meno problemi muscolari e ha inciso molto di più nella cavalcata dell'Inter

ANDREA PINAMONTI. C'è gloria anche per il giovane attaccante, quarta punta di Conte in questa trionfale stagione. Nel 2010 aveva solo 11 anni e segnava i primi gol con le giovanili del Chievo. Nel vivaio dell'Inter sarebbe arrivato tre stagioni dopo, maturando poi nel calcio professionistico con i prestiti al Frosinone e al Genoa, prima del ritorno in nerazzurro celebrato la scorsa estate

ANTONIO CONTE. Chiudiamo, infine, con l'allenatore che ha riportato l'Inter a vincere lo scudetto a 11 anni di distanza dall'ultima volta. Nella stagione 2009/10 il mister salentino era alla prima esperienza in Serie A, subentrando all'esonerato Gregucci sulla panchina dell'Atalanta. Dopo 3 vittorie in 13 partite, però, decise di dimettersi. L'anno dopo col Siena conquistò un'altra promozione (dopo quella col Bari), poi guidò con successo Juve, Italia e Chelsea. Nel 2019 l'approdo in nerazzurro: dopo un 2° posto il primo anno, ha conquistato il tricolore