A come amma fatica' e tutto l'alfabeto dello scudetto del Napoli

napoli campione

Marco Salami

Introduzione

Amma fatica' è il Conte pensiero martellante, la cultura del lavoro da cui passa lo scudetto. F come Fratm e McFratm, tutti uniti, fino al tricolore. J come il Jolly/Jack Raspadori, l'uomo dei gol di un finale di stagione da thriller (lettera T), di emergenza (lettera E) e della P come paura, non la 90 della smorfia ma 90+7, cioè quei lunghissimi minuti di recupero identici tra Parma e Milano della penultima giornata. L è L'uomo in più, a metà tra quel che ha rappresentato Antonio Conte per il Napoli e il primo film della carriera di Paolo Sorrentino, che si apriva con una sorta di profezia

NAPOLI, LA FESTA SCUDETTO LIVE

Quello che devi sapere

A come AMMA FATICA’

Il Conte pensiero. Un martello: lavoro lavoro lavoro. Sempre. In ogni conferenza e dopo ogni partita, ogni volta spingendo, rimarcando, cristallizzando nella mente dei suoi giocatori il suo mantra. La semantica di un allenatore che fa del duro allenamento una delle sue stelle polari, in ordine sparso: il lavoro non è ancora finito / testa bassa e lavorare / c'è ancora tanto da pedalare / ora finiamo il lavoro / il lavoro sta pagando. E ha pagato, alla fine

A come AMMA FATICA’

B come BIVIO

Quello di mercato, la più classica delle sliding doors, il più decisivo dei cosa sarebbe successo se… In estate Brescianini al Napoli è cosa fatta, poi il suo arrivo sfuma all'ultimo come la cenere di una sigaretta consumata dal vento. Il club vira allora su un altro obiettivo del centrocampo: è uno scozzese, fisico forte, alma mater al Manchester United. Il suo nome è Scott McTominay. Il resto è storia

B come BIVIO

C come CAZZIMMA

Perché se il Napoli di Spalletti ha vinto incantando, quello di Conte lo ha fatto con un’enorme solidità mentale. Dando tutto e anche di più. Lavoro lavoro lavoro, dicevamo. La concentrazione, lo slancio dinamitardo, il furore agonistico scritto nel DNA del proprio allenatore

D come DIFESA

Ha vinto la migliore, quella con meno gol subiti, praticamente una legge non scritta del campionato italiano. Dopo aver inventato la BBC alla Juve, Conte se n’è inventate tante (e diverse) a Napoli: a tre e a quattro, poi di nuovo a tre e poi di nuovo a quattro. L'ultima senza Buongiorno e Juan Jesus, con Olivera difensore centrale

D come DIFESA

E come EMERGENZA

Gli infortuni, tanti, che hanno accorciato la rosa del Napoli, "ridotta all'osso" - ipse dixit Antonio Conte. Perché perdere a metà campionato un simbolo dello scudetto 2023 (e della squadra estiva) come Kvaratskhelia non può che essere un'emergenza. E poi: Buongiorno out nel finale di stagione, le ultime senza il professore del centrocampo Lobotka

E come EMERGENZA

F come FRATM

O come McFratm, un po' scozzese e un po' già napoletano. Perché il segreto di questa squadra è stata anche l'unione di intenti, lo spogliatoio, fratelli. Una parola che a Napoli raccoglie tante sfumature. La simbiosi totale e immediata che si crea come per magia in riva al mare. Fratm, qui, lo sono diventati tutti; dagli argentini (più immediato il parallelo) a slovacchi (Hamsik), belga (Ciro Mertens) e chi arriva dal Regno e da Lancaster come Scott. Vedi Napoli e poi vinci

G come GESTIONE

Di forze, di energie. La pianificazione settimanale di un Napoli che non ha giocato le coppe (ed è uscito subito dalla Coppa Italia): un altro snodo chiave della corsa scudetto. 41 partite stagionali contro le 59 dell'Inter. Una missione pianificata di sette giorni in sette giorni, con una ritualità costante. La ricerca di un Napoli vincente è passata - parola dello stesso Conte - dalle settimane piene di lavoro dove ha potuto plasmare la sua squadra. 

H come (non) HO VISTO MARADONA

Cioè quell'intera generazione di napoletani che aveva conosciuto i due scudetti del grande Diego soltanto filtrati dai ricordi di genitori, nonni e zii. Troppo giovani per aver visto Maradona, loro. Nel 2023, finalmente, hanno vinto uno scudetto. Nel 2025 il bis, proprio come ai tempi di D10S

I come INTEGRALISMO

Quello per cui Conte era stato anche criticato a inizio carriera, una fedeltà quasi estrema al suo mantra di calcio. A Napoli, invece, ha provato, cambiato sistemi, cercato soluzioni. E le ha trovate

J come JOLLY

Anche se di nome fa Jack. Raspadori. Non era stato un titolarissimo del terzo scudetto. Non era partito titolare in questa stagione. Lo è diventato dopo le cessioni di gennaio, segnando gol pesantissimi nel finale di campionato

J come JOLLY

K come KDB

La K tra passato e futuro: dalle K che hanno detto arrivederci - se n’è andato Koulibaly, e il Napoli ha vinto il terzo scudetto; se n’è andato Kvaratskhelia, e il Napoli ha vinto il quarto scudetto - fino al sogno da campioni, Kevin De Bruyne

L come L'UOMO IN PIÙ

Cioè il titolo del primo film della carriera del tifosissimo Paolo Sorrentino che, ovviamente, orbitava attorno al calcio. La prima scena della filmografia del futuro premio Oscar prende vita in uno spogliatoio: un ruvidissimo allenatore urla in faccia a tutti i suoi giocatori, senza risparmiare nessuno. Un furore agonistico totale. Un po' Bruno Pesaola (l'ispirazione è proprio lui, parola dello stesso Sorrentino) un po' anticipazione dell'Antonio Conte che verrà, il vero uomo in più di questo Napoli. Il film si apre con una citazione di Pelé: "nella vita non esiste il pareggio", curiosa coincidenza: questo Napoli è arrivato allo scudetto anche grazie a quel pareggio di Parma alla penultima…

M come MANNA DAL CIELO

Cioè da dove NON è piovuto lo scudetto del Napoli. Manna - inteso però come il diesse Giovanni - la squadra l’ha costruita con idee e pianificazione. Su tutti: McTominay/McFratm, il nuovo eroe in città

M come MANNA DAL CIELO

N come NA-NA-NA-NA-NA

Rigorosamente da intonare sulla melodia di Live Is Life degli Opus. Quel mito di Maradona e del suo riscaldamento ballato rivive in ogni partita giocata in casa, ovviamente, durante il riscaldamento. Casa, il Maradona, appunto, dove nessuno ha fatto meglio nella Serie A 2024/25. 45 punti, due più dell'Inter. Anche da qui è passato lo scudetto

O come O’ PROFESSORE

Stanislav Lobotka, prof con cattedra del centrocampo e un master in direzione del gioco. Simbolo delle costanti tra i due scudetti, come Meret, Di Lorenzo, Rrahmani, Anguissa e Politano

P come PARMA e PAURA

90 nella smorfia. Anzi, 90+7. Cioè gli ultimi minuti di quella penultima giornata che sembrava uscita da un thriller di David Fincher. Mai così vicini a perdere lo scudetto, sorpassati dall'Inter e alla caccia di un gol che avrebbe significato primato. Poi Pedro, il pareggio della Lazio, i sette minuti di recupero (identici, a Parma e Milano): dall'arrembaggio in attacco alla difesa di un pareggio che significava ancora primo posto. E poi, una settimana dopo, scudetto

P come PARMA e PAURA

Q come QUI SI FA LA STORIA

Perché uno scudetto a Napoli “è diverso da tutti gli altri”, diverso da piazze “dove sono abituati a collezionare scudetti”. L'ha detto Antonio Conte, e probabilmente è vero

R come RADIOLINA

Con le ultime giornate in contemporaneità sembrava di essere tornati agli anni Ottanta. Le emozioni dello scudetto con gli occhi sulla propria squadra e un orecchio alla partita della rivale

S come SHAQ

Un duo vincente, ancora una volta. Ormai un marchio di fabbrica, con tanto di parallelismo suggerito dallo stesso Lukaku: "Io e Conte siamo i Phil Jackson e Shaquille O’Neal del calcio"

S come SHAQ

T come THRILLER

Da uno scudetto spallettiano vinto in volata come i grandi ciclisti a uno di mezza bicicletta. Il quarto tricolore un po' come il secondo del 1990: una milanese come rivale (era il Milan), un Napoli in testa a lungo, sorpassato a metà girone di ritorno e contro-sorpassando di nuovo nelle ultime giornate. Soffertissime. T come testa a testa, tensione ma anche trionfo

U come UN GIORNO ALL’IMPROVVISO

Perché "di tempo" ne sarà anche passato, ma questa volta non sono i trentatré anni che un intero popolo ha atteso per dover festeggiare di nuovo. Solo due. E Napoli è di nuovo campione

V come VENTURA

Più che altro, un’avventura. Quanto tempo sembra passato dal primo Napoli di De Laurentiis… Stagione 2004/05: si riparte dalla C1. Proprio Giampiero Ventura è il suo primo allenatore. Quindi Reja che guida la doppia promozione fino alla A, con Mazzarri ADL conquista il ritorno in Champions e il primo trofeo. Benitez vince altre due coppe, con Sarri sfiora il sogno scudetto. Gattuso alza la terza Coppa Italia. Apoteosi Spalletti e Conte: due scudetti in tre anni. Non sarà un'avventura, questo amore è fatto solo di poesia

V come VENTURA

Z come ZORRO

Lui firmava con la lettera Z, il suo simbolo. Ormai anche Antonio Conte ha il suo, la sua firma, la sua Z: prendere una squadra reduce da una stagione disastrosa e portarla sul tetto del campionato. Scalare posizioni. Invertire la rotta della storia. Aveva ereditato una Juve reduce dal settimo posto (per due anni di fila) e l'ha portata immediatamente allo scudetto. Aveva ereditato un Chelsea reduce dal decimo posto e l'ha condotto immediatamente alla vittoria della Premier League. Ora il Napoli, non c'è due senza tre: ereditato dal decimo posto fino a un nuovo, clamoroso, tricolore