Thuram, lo scudetto con l'Inter e quella sliding door con Lukaku in estate

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Uno dei volti principali dello scudetto nerazzurro è Marcus Thuram, a un passo dal Milan prima di firmare con l'Inter in quella che è stata solo la prima delle sliding doors affrontate in stagione: doveva essere il vice-Lukaku, ha finito per conquistare tutti e prendersi la scena da protagonista. Cosa sarebbe successo se fosse arrivato anche il belga?

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Cosa sarebbe successo se...? Una domanda che probabilmente tutti, almeno una volta, si sono fatti nella vita. Un ritornello che ha accompagnato anche la stagione nerazzurra, con particolare riferimento a Marcus Thuram. La sorpresa, la rivelazione, il colpo dell’estate: tante le definizioni etichettate al francese, passato da una sponda all’altra del Naviglio e scalato da una terza a una seconda scelta nell’ambito delle gerarchie, considerando Lautaro la prima in assoluto. Le più classiche delle sliding doors, come più volte sottolineato anche nelle interviste da Beppe Marotta, co-artefice insieme ad Ausilio della prima ‘porta girevole’. Perché il presente di Thuram, infatti, poteva essere rossonero. Come tutto faceva pensare poco meno di un anno fa, quando il figlio d’arte - con il contratto in scadenza con il ‘Gladbach - faceva gola a molti club e il Milan sembrava aver messo la spinta decisiva per arrivare a un accordo.

Dal Milan all'Inter

Sbaragliata la concorrenza di Bayern e Psg, il colpo sembrava in pugno. Il rilancio nerazzurro, invece, ha avuto la meglio: sul piatto 6 milioni di ingaggio e un ruolo che Inzaghi studiava per lui da mesi (nonostante il blitz sia arrivato alla fine, l’interesse per il giocatore era datato). Come sarebbe andata se Thuram fosse andato al Milan? Ciò che è certo è che, una volta scelta già l’Inter come destinazione, le prospettive al momento del suo arrivo erano diverse. Un ruolo da vice-Lukaku, la cui storia a Milano in quei giorni di fine giugno dava la sensazione di essere ben lontana dalla conclusione. E per Thuram giocare insieme al belga, uno dei suoi idoli, sarebbe stato un sogno. “Ho sempre avuto ammirazione per lui – diceva alla Gazzetta nel 2020 -. Spero di diventare più forte di lui, mi alleno tutti i giorni per arrivare a essere uno dei migliori al mondo".

Thuram al Coni

La rottura tra i nerazzurri e Lukaku

Il destino, invece, ha riservato tutt’altro. Perché Lukaku, dopo quella finale di Champions – predetta dallo stesso giocatore a Zhang quasi un anno prima - cominciata dalla panchina e poi finita male in campo, con la maglia nerazzurra non si è più visto. Nonostante un riscatto dopo il prestito già finalizzato con l’attaccante e a un passo dall'andare in porto con il club proprietario del suo cartellino, il Chelsea. Ore e giorni che hanno contribuito a scrivere una storia ricca di colpi di scena: dalla tentazione del Milan al corteggiamento molto più serio della Juve, con nel mezzo uno smartphone che squillava a vuoto e una successiva – breve, coincisa – telefonata per dirsi addio. La chiusura netta da parte dell’Inter (e dello spogliatoio) ha messo la definitiva parola fine al rapporto con il belga, partito con gol e sorrisi e terminato con fischi e rancore. E a quel punto la trattativa con la Juventus si è fatta concreta (eppure quel ‘mai, mai, mai’ rivolto alle rivali proferito ai microfoni di Sky Sport non era poi così lontano nel tempo), ma senza mai andare a dama. Alla fine Lukaku in Italia ci è rimasto un altro anno, preso in extremis dalla Roma in prestito, riuscendo col suo mancato arrivo a cambiare il futuro di Thuram e dei nerazzurri.

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Lukaku a San Siro

Protagonista a San Siro

Sfumato il ritorno di Lukaku, sono cambiate le strategie del club. Tanti i nomi che sono circolate nelle idee della dirigenza, alla fine convinta nel puntare su un usato sicuro, Arnautovic, per giocarsi un posto con l’attaccante francese. Una concorrenza che nella realtà non c’è mai stata. Il 26enne si è preso la titolarità sin dalla prima giornata e non l’ha più mollata, se non per quell’infortunio agli adduttori che gli ha fatto perdere due partite e mezza (col Genoa è entrato a gara in corso). Ha indossato la maglia n.9 con personalità, si è messo subito al servizio della squadra fornendo assist e guadagnando rigori, facendo da spalla ideale per Lautaro. E poi si è preso il cuore dei tifosi, con un gol meraviglioso in un derby a sole tinte nerazzurre. Da possibile terza carta del mazzo è diventato così una primissima scelta, in grado di fare la differenza e lasciare subito il segno in Serie A, sulle orme di papà Lilian. Un impatto straordinario che in pochi si aspettavano e che ha contribuito a superare il ‘caso Lukaku’ nell’ambiente, trasformando un possibile binomio in un dualismo.

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Thuram contro la Roma

Il futuro vince sul passato

Dualismo che ha mantenuto toni bassi se non nulli nelle parole, ma che in campo ha visto Romelu prendersi la copertina nei momenti della vigilia e Marcus nel post. Sì, perché il passaggio del belga nella capitale ha reso Inter-Roma una partita non come le altre. 90 minuti di fischi incessanti a San Siro e una prestazione impalpabile, il contrario di quanto messo in atto dall’altra parte da Thuram, autore dell’1-0 decisivo. E il francese ha vinto la sfida personale con Lukaku anche nella gara di ritorno, con una rete e un’autorete procurata. Chissà se con Lukaku davanti nelle gerarchie nerazzurre, Thuram avrebbe avuto lo stesso exploit e sarebbe diventato comunque uno dei protagonisti dello scudetto. Un’altra versione della storia che nessuno conoscerà mai.

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