B come braccetti, il manifesto dell'Inter inzaghiana che segna da terzo a terzo. G come la guardia svizzera di Sommer. I come Inter dei record e S come stella, la seconda
di Alberto Pontara e Marco Salami
- Amata, oggi più che mai. Con lo stadio sempre pieno, con i record in campo che si fondono a quelli di presenze sui seggiolini del Meazza. A come amore, A come affetto.
- Il manifesto dell'Inter inzaghiana, l'andare oltre il concetto di gol da quinto a quinto. A Bologna l'evoluzione: la rete da terzo a terzo, quel giorno con cross di B come Bastoni per il gol di B come Bisseck, i due "braccetti" della difesa.
- Quella al Milan, nella partita dell'apoteosi. Vincere un derby e farlo grandiosamente. C come cinque, i gol ma anche i derby vinti nel 2023. Tutti.
- Il soprannome di un Inzaghi che ha conquistato proprio tutti, in campo e fuori. Fino alla gioia scudetto.
- Il coro più recente e cantatissimo dai tifosi nerazzurri, quello portato fino a Istanbul e in tutta Italia ("per tutti quei chilometri che ho fatto per te"). Quello che ha preso per mano l'Inter di Simone Inzaghi.
- La sensazione nettissima di uno spogliatoio unito, più che mai. L'uno pronto al sacrificio per l'altro, come nel discorso di Al Pacino in Ogni maledetta domenica. Frattesi, in tutto questo, è stato un simbolo: l'uomo mercato che non si è mai lamentato se finito in panchina, ma diventato idolo e punto di rifermento anche entrando a gara in corso.
- A protezione non del Papa ma della porta. Via Onana, dentro l'esperienza e una precisione da orologiaio. Sommer ha chiuso i pali e l'Inter ha vinto.
- Perché il passo dalla H del Mago alla I di Inzaghi è brevissimo, anzi, immediato. Simone prende posto insieme agli altri top della panchina dell'Inter, come Herrera appunto, e poi Trapattoni, Simoni, Bersellini, Mancini, Mourinho.
- È tornata quella del 1989, quella di Trapattoni che chiuse col record assoluto di punti in tornei a 18 squadre con 2 punti a vittoria, con record di gol fatti e subiti. L'Inter non potrà salire a quota 102 come la Juve 2013 di Conte, ma la tripla cifra è ancora nel mirino.
- Lo scontro diretto di San Siro dove parte la fuga e affonda le certezze dei bianconeri di Allegri. La partita dello scacco matto.
- L come Lautaro. Semplicemente un simbolo: capitano e capocannoniere, devastante in tutta la stagione, senza pause e senza mai smettere di far gol.
- La difesa. Detto di Sommer, i terzetti che si sono alternati davanti allo svizzero hanno garantito il nettissimo primato di miglior retroguardia della stagione.
- Anzi, InterNazionale, l'Ital-Inter. Da sempre simbolo di internazionalità (fin dal fondazione nel motto "fratelli del mondo") a una squadra con tanti italiani. Bastoni, Acerbi, Dimarco, Darmian, Barella e Frattesi.
- Un'Inter stellare, con un vantaggio enorme sulle inseguitrici, scappata e mai più vista. Salita in cielo a prendersi un'altra stella.
- Zero nella voce cartellini, hero (cioè eroi) sul campo. Calhanoglu su tutti, ma anche Thuram e Mkhitaryan. La strategia di Marotta è stata, ancora una volta, vincente.
- Dimarco è il manifesto di interismo, corsa e cuore, ma anche di tanta bravura a livello tecnico. Un centrocampo quasi di numeri 10. Perché è stata un'Inter unita nel gruppo, solida, di sacrificio ma anche (e soprattutto) bella e qualitativa.
- Quella di Calhanoglu, passato all'Inter (che aveva lo scudetto cucito sul petto), ma poi sfuggitogli il primo anno proprio in favore de cugini rossoneri appena lasciati. Aveva messo in bacheca Coppe Italia e Supercoppe, ora anche quella più prestigiosa. Dopo una stagione da leader e cecchino su rigore.
- E quale altra parola? La seconda della storia nerazzurra.
- La nuova versione della LuLa, spezzatasi nella sliding doors estiva. Niente Lukaku tris? Ci ha pensato il francese figlio di Lilian a fare da doppio al bomber Lautaro. Con una complicità totale.
- Unica per i tanti primati messi in fila in questo 2023-24, tra gol consecutivi, vittorie in trasferta e gol fatti in campionato, anche a confronto con le altre big d'Europa.
- Quello in campo che si traduce in un aumento a livello economico. Da inizio stagione la rosa nerazzurra è salita di circa cento milioni di valore (Transfermarkt). Due esempi: Thuram su di 28 milioni, Lautaro di 25.
- Che mette in bacheca un nuovo titolo nella sua presidenza. Sette totali (lo scudetto con Conte, tre Supercoppe e due Coppe Italia). Ora il nuovo titolo, 7 come Angelo Moratti. Di più solo Massimo.