Prima l'ufficialità, poi la presentazione in sala stampa. Ecco Giannini e Jordan tra le fila dei nerazzurri. Il primo responsabile delle giovanili: "Non sarò l'ombra di Vivarini". Infine l'attaccante: "Il mio idolo è Raul"
Giornata di presentazioni in casa Latina, sia in campo che nella società. Partiamo da qui, da Giuseppe Giannini. Sì, proprio l'ex bandiera della Roma. Dopo aver allenato il Libano, Giannini sarà il nuovo responsabile del settore giovanile nerazzurro. Le sue parole: "Cercherò in questi mesi di poter valutare quelli che ci sono qui. Colgo l'occasione per ringraziare chi da oggi non c'è più, perché so cosa significa lavorare in un settore giovanile e stare in una società soprattutto quando le cose, a livello generale, stentano a venire bene. Il mio ringraziamento va a chi c'è stato fino a stamattina qui al mio posto. Da qui in avanti mi occuperò dell'aspetto tecnico, di valutare nel mio piccolo persone, uomini, lavoro e ragazzi. Questo è il mio obiettivo da qui a giugno, con la stagione nuova si andranno a buttar giù dei programmi che abbiamo in mente. Uno può essere la Scuola Calcio, una società importante come il Latina non può non gestirla e seguirla. È una cosa fondamentale, il settore giovanile deve essere il serbatoio al quale l'allenatore della prima squadra va ad attingere".
Su come migliorare il rapporto con la società - "I ragazzi che dovranno indossare la maglia del Latina devono essere soltanto dell'hinterland. Sarà fondamentale avere un rapporto di collaborazione con tutte queste società, starà a noi riuscire a intavolare un certo rapporto di collaborazione con loro. Parto dal settore giovanile, ho avuto una mia società che è l'Atletico 2000 dalla quale è uscito Caprari. Parto da lì, sono stato selezionatore delle Rappresentative e dopo ho iniziato a fare l'allenatore e ho vissuto tutto l'ambiente che circonda questa sfera. Bene o male un po' di esperienza penso di averla accumulata, ma va ricordato che io parto dal settore giovanile. Il rapporto con i genitori e i ragazzi lo conosco, posso all'occorrenza essere adatto a discutere con un giocatore, un ragazzo o un genitore".
Panchina della prima squadra? - "Sono qui per il settore giovanile. La mia rabbia è dimostrare di essere bravo a fare anche il settore giovanile. A settembre sono stato con la Roma in America, abbiamo fatto un lavoro straordinario e ho dimostrato a chi lavora a Trigoria di poter essere in grado di fare determinate cose. Cerco di metterci tutto quello che ho, l'ho fatto per un mese alla Roma e ora vorrei dimostrarlo nel settore giovanile della Roma. La serie B e la prima squadra sono discorsi che non mi competono assolutamente". L'ambiente l'ha dimenticato? Giannini risponde così: "Sì e no. Rivangare quello che ho fatto e sono stato non mi piace. Voglio dimostrare chi sono adesso e sarò domani. È brutto rinfacciare il passato o buttarlo in pasto a chi è davanti. Vado tranquillamente allo stadio quando seguo la Roma, non cerco di mettermi in evidenza. Stare lì con gli amici mi gratifica, ma conta il presente"
Jordan si presenta - Ecco le parole del nuovo attaccante nerazzurro: "sono molto felice di essere qui. Sono un attaccante, ho la caratteristica di fare gol, le mie qualità migliori sono il dribbling e la velocità, non sono un attaccante boa ma più un giocatore di movimento. Credo che la Serie B sia un campionato difficile, qualitativamente è di gran lunga superiore alla lega croata o a quella ceca dove ho giocato, il livello è molto più elevato". Sul rapporto con lo Zlin: "Mi era stato proposto il rinnovo, ma volevo misurarmi con un calcio più tecnico rispetto a quello della Repubblica Ceca. L'ultima partita l'ho giocata il 14 dicembre". Differenze e problem solving: "Spero di segnare molti gol, sono qui per aiutare la squadra. Il calcio italiano è molto più tecnico, il campionato croato può essere semplicemente un punto di partenza per un giocatore". Prime impressioni: "Sono molto felice, le persone sono molto amichevoli qui, dal direttore al magazziniere. Tutti sono stati molto cordiali con me, mi hanno fatto sentire in famiglia fin dall'inizio". Infine il modello da bambino: "Il mio idolo è sempre stato Raúl".