Perugia, Santopadre: "Vogliamo la Serie A"

Serie B
Massimiliano Santopadre, presidente Perugia (Getty)

"Dopo 7 anni pensavo di aver conquistato un minimo di fiducia, quando mi vengono dette certe cose mi rendo conto che si torna indietro e questo fa male dal lato umano. Avevo promesso che avremmo provato a migliorare il quarto posto e di fare una squadra forte e a oggi ci siamo", ha dichiarato

Dopo i due turni senza vittoria e con l’avvicinarsi della gara di domani contro la Salernitana, non è stato il solo Breda a parlare in conferenza stampa per presentare il prossimo impegno. Anche il presidente Santopadre, infatti, ha voluto dire chiaramente quale è l’obiettivo della società e della squadra in questo finale di campionato. Queste le sue parole: "Mi aspetto che da domani la squadra sia più accorta e concentrata, che trovi risorse fisiche buttando la scarpa, dove non arriva la gamba. Da ieri la squadra cerca di colmare gli errori visti ad Ascoli. Mancano 4 partite, siamo ottavi con una posizione da migliorare e i playoff da preparare, dobbiamo fare quadrato perché non abbiamo niente in meno delle altre, siamo in grado di fare tutto e il contrario di tutto. Voglio solo arrivare a giocarmi i playoff con un ambiente eccitato, unito, orgoglioso della propria squadra. Dobbiamo far scattare la scintilla che ci regali compattezza, incoraggiamento e concentrazione. Questi ragazzi hanno fatto un sacco di errori e verrà il tempo dei giudizi per tutti ma hanno saputo rialzare la testa contro tutte le avversità, arrivando fino a pochi punti dalla Serie A diretta. Ma vanno aiutati a uscirne, non certo insultati. Oggi non conta altro, solo prepararci al meglio fisicamente e mentalmente. Viviamo una stagione pazza, fatichiamo ancora oggi a spiegarci l’altalena di prestazioni. Ma c’è una costante, a volte stacchiamo la spina, incapaci di reagire, spezzare il ritmo".

"Siamo poco bravi a ingaggiare scontri ruvidi e di nervi con gli avversari, limiti di furbizia e gestione di momenti durante la partite. Servirà più attenzione sui particolari, come sulle palle da fermo. I limiti li hanno anche gli altri, giochiamocela con le nostre armi. Il primo Perugia era più votato al gioco, il secondo di Breda più pragmatico e speculativo. Roberto è stato scelto col preciso obiettivo di placare gli animi in un momento di isterismo totale. La sua attitudine ha portato i calciatori a esprimere il meglio e a crescere in convinzione e autostima. Ha commesso degli errori come tutti e come tutti va sostenuto fino all’ultimo minuto, è uno di noi. Le critiche le abbiamo meritate nel corso della stagione, abbiamo avuto spesso passi falsi, prendendo 5 gol in casa dall’ultima classifica, mancando occasioni di avvicinamento al secondo posto, perso il derby, forse perché abbiamo limiti caratteriali o gli avversari sono stati più bravi di noi. Cerco ogni tanto di non ascoltare certe voci che non nascondo, però, che mi feriscono. Alcune persone si sentono in dovere di dire quello che gli pare. Dopo 7 anni penso che un minimo di fiducia l’avevo conquistata, quando mi vengono dette certe cose mi rendo conto che si torna indietro e questo fa male dal lato umano, a prescindere dal lato sportivo. Sono affezionato a Perugia, alla città, alla gente. Sentire che qualcuno mi giudica in un certo senso mi fa male: non prendo mai in giro nessuno, a luglio ho detto quel che pensavo, a oggi sta accadendo. Avevo promesso che avremmo provato a migliorare il quarto posto e di fare una squadra forte e a oggi ci siamo".