Terzo posto, sempre a pari punti negli scontri diretti: un anno dopo il Frosinone rivive la stessa delusione. Ora toccherà a Longo provare a scacciare dalla testa dei suoi giocatori quei fantasmi che non sembrano ancora averli abbandonati
Inconsolabili. Perché se a un anno esatto di distanza vivi la stessa delusione, non riesci a fartene una ragione. Matteo Ciofani piangeva, suo fratello Daniel provava in ogni modo a spronarlo. Raffaele Maiello singhiozzava, Emanuele Terranova urlava a Kragl, suo compagno a Frosinone nella scorsa stagione, “ma cosa cavolo avete fatto?”. Fortunatamente, in sala stampa, ci ha pensato un galantuomo fuori dal tempo come il Presidente Stirpe a mettere le cose in chiaro:”Al Foggia non posso rimproverare nulla, anzi devo fare i complimenti a una squadra che è venuta qui a giocare la sua partita, il calcio è bello anche per queste storie”. Il numero uno del Frosinone, a fine partita, è sceso negli spogliatoi per ringraziare la sua squadra, per l’impegno profuso, perché, a detta sua, i calciatori hanno fatto il massimo. Una carezza nel momento più difficile, come un padre ai suoi figli.
È il primo, Stirpe, a sapere che la serata decisiva non è stata gestita nel migliore dei modi, ma è anche l’unico a saper addomesticare la delusione con uno stile sconosciuto al nostro calcio. Al fischio finale il segno della croce, nel post nessun riferimento all’arbitro Sacchi. Eppure nel primo tempo, la mano di Camporese e poi la trattenuta su Dionisi avrebbero meritato un giudizio diverso.
Nel Foggia l’ex Mazzeo non ha perdonato, al Picco l’ex Gilardino ha tirato alle stelle il rigore del possibile pareggio. Una maledizione per il Frosinone. E pensare che, in qualche modo, in 5’ l’atteso ribaltone si era materializzato, prima con Paganini e poi grazie all’autogol di Rubin. L’incantesimo lo ha spezzato Roberto Floriano, a un passo dal traguardo.
Un anno fa esatto, il 18-5-2017, il Frosinone al vecchio Matusa aveva fatto il suo battendo la Pro Vercelli nei 90’ finali della regular season. Il destino però, quel giorno, non era nelle mani dei ciociari. Il pareggio del Verona a Cesena bastò per condannare la squadra di Pasquale Marino per differenza reti negli scontri diretti. Un incubo che puntualmente è tornato a bussare alla porta, con le stesse modalità, un anno dopo. Terzo posto, sempre a pari punti e sempre per la differenza reti negli scontri diretti. Stavolta è il Parma a far festa, al Picco di La Spezia. Come 12 mesi fa, il Frosinone giocherà i playoff. Moreno Longo dovrà superarsi per provare a scacciare dalla mente dei suoi quei fantasmi che sembrano non aver mai abbandonato il Frosinone. Lo scorso anno fu il Carpi ad approfittarne, in 9 contro 11. Stavolta proverà a fare lo stesso la vincente tra Bari e Cittadella. Sembra tutto così scontato, un po’ come lo era alla vigilia della sfida con il Foggia.