L'allenatore bianconero alla vigilia dei playout contro l'Entella: "Da quando sono arrivato non abbiamo mai giocato partite tranquille, siamo sempre stati abituati alle difficoltà. Non è mai utile giocare per un solo risultato, non andremo quindi a prenderci il pareggio"
Non sono bastate 42 partite per decretare il futuro dell'Ascoli, bianconeri attesi ora dal playout contro la Virtus Entella. Due partite e un solo posto per la Serie B del prossimo anno. Queste le parole di Serse Cosmi: "Da quando sono qui tutte le partite che abbiamo affrontato sono state decisive e fondamentali, ci siamo allenati tanto tempo a vedere la morte calcistica in faccia; inizialmente per poter sperare in qualcosa, strada facendo per poter concretizzare qualcosa fino alla gara col Brescia in cui avremmo potuto concretizzare il sogno della salvezza diretta. Ma la gara col Brescia per una serie di episodi non è terminata come volevamo e come avremmo strameritato. Domani affronteremo il primo dei due match salvezza sapendo che questo tipo di gare le porta a casa chi vuole mantenere la categoria più dell'avversario. Quando sono arrivato all'Ascoli, l'Entella aveva 6 punti in più di noi e se ha chiuso il campionato 2 punti dietro vuol dire che abbiamo recuperato tanto".
"Non giocheremo per il pareggio"
Sulla prima partita aggiujnge: "Domani ci sarà tanta tensione e come sempre gli episodi saranno importanti, bisognerà andare in campo convinti di essere forti al di là delle assenze. Non ho mai pianto per gli assenti, ma è certo che privarsi insieme di Addae, Buzzegoli, Carpani e Cherubin non è sintomatico di fortuna. Giocare per il pareggio? Abbiamo visto quanto è dannoso giocare per un risultato, anche il Real Madrid aveva battuto 3-0 la Juventus a Torino... E' solo un esempio perché noi non siamo il Real e l'Entella non è la Juve, ma solo per dire che giocare le gare sui risultati è un errore gravissimo, noi dovremo tirare fuori il massimo. Le dichiarazioni del Presidente dell'Entella sugli arbitri? Ho troppa stima nei suoi confronti per pensare che l'abbia fatto per condizionare e il calcio insegna che le parole non condizionano".