Serie B, guida alle semifinali Playoff

Serie B

Angelo Andrea Pisani e Cosimo Rubino

InzaghiCOPE

La presentazione dei principali temi delle sfide tra Palermo e Venezia e Frosinone e Cittadella. Due partite con delle chiare favorite, che però possono rischiare qualcosa

Come arriva il Palermo a questa partita?

Angelo A. Pisani

L’ultimo scontro tra Venezia e Palermo è finito 3 a 0 per i veneziani, nella partita che ha portato all’esonero di Tedino. In quel momento i rosanero erano ancora secondi in classifica, col Parma a pari punti e il Frosinone a una sola lunghezza.

L’arrivo di Stellone doveva dare l’ultimo slancio per il finale di stagione, ma nelle ultime 4 i palermitani hanno messo insieme solo 8 punti, venendo superati dalle due avversarie dirette.

Gli incroci dei playoff hanno riportato i rosanero di fronte la squadra che, di fatto, li ha condannati ai playoff, ma adesso la speranza è quella di ribaltare l’inerzia. Non sarà semplice, soprattutto a livello psicologico. La squadra continua ad essere ostaggio delle solite incertezze societarie (meno di una settimana fa Zamparini ha ricominciato a parlare per la cessione), mentre il Venezia – reduce dal 3 a 0 al Perugia – sembra lanciatissimo.

La squadra di Inzaghi viene da una lunghissima rincorsa: dopo due promozioni consecutive (dalla D alla Serie B) i veneziani stanno inseguendo il sogno del tris, che andrebbe ad eguagliare l’incredibile record messo a referto dal Parma un paio di settimane fa.  

Troverà un Palermo diverso, ma non stravolto. Nelle sue quattro partite in rosanero Stellone ha provato a impostare il suo modulo di riferimento, il 4-4-2, cercando diverse soluzioni: contro il Bari ha provato un modulo più conservativo, con Coronado dietro una prima punta; poi – per aiutare la fase offensiva – ha spostato il brasiliano sull’esterno mancino, con due centravanti a fare da punto di riferimento; all’ultima giornata il tecnico ha tentato un modulo ancora più offensivo, con Trajkovski dietro Moreo e La Gumina.

La squadra ha confermato la sua solidità, ma anche i suoi problemi – nelle transizioni difensive, e nell’aprire spazi contro squadre basse e compatte. Il Venezia difende esattamente in questo modo, e sulle transizioni offensive ha costruito la sua ottima classifica. La sfida al Penzo sarà un banco di prova importantissimo.

Il Venezia contro il Perugia ha adottato un atteggiamento prudente, schierandosi dietro e cercando di minimizzare i rischi. Dobbiamo aspettarci la stessa strategia contro il Palermo?

Angelo A. Pisani

Nei due anni in laguna Inzaghi ha giocato due campionati molto diversi, con obiettivi molto diversi, ma è riuscito a mantenere un’impronta tattica riconoscibile e definita (https://sport.sky.it/calcio/serie-b/2017/11/30/come-gioca-il-venezia-di-inzaghi.htm). Dopo l’anno da dominatrice in Serie C i veneziani hanno avuto modo di confermare buona parte della squadra, assorbendo l’impatto con la categoria grazie alla forza dei loro principi di gioco.

Il quinto posto ha dimostrato la bontà del progetto tattico di Inzaghi, che ha chiuso con la stagione con la terza miglior difesa (dietro Parma e Palermo), e una delle squadre meno battute di tutto il campionato (solo 9 sconfitte, han fatto meglio solo Empoli, Palermo e Frosinone).

Contro il Perugia ha confermato quanto visto in questo campionato, gestendo i momenti e le fasi della partita con una gara intelligente, smaliziata e matura. La squadra di Nesta – costretta a prendersi rischi, per vincere e passare il turno – non ha avuto scampo.

Nella doppia sfida al Palermo cambiano le prospettive: il Venezia avrà bisogno (almeno) di una vittoria tra andata e ritorno, ed è lecito aspettarsi qualche rischio in più (specie nella gara di andata, che si giocherà al Penzo). Le due partite giocate in campionato hanno sorriso ai lagunari, vittoriosi in casa (3-0) e capaci di strappare un punto al Barbera (1-1). Questa volta sarà diverso: per la natura della gara e per il cambio di guida tecnica, innescato proprio nell’ultimo scontro diretto.

Arrivato in rosanero per “merito” dei lagunari, Stellone avrà l’opportunità di guadagnarsi la riconferma a loro spese, giocandosi un’altra chance in Serie A. Dal canto suo, Inzaghi sembra aver pronta già la panchina in massima serie, a prescindere da questo finale di stagione. Certo è che farlo coi lagunari, partendo dalla C, avrebbe tutt’altro valore.

Quali saranno i duelli chiave della partita?

Angelo A. Pisani

Il Venezia confermerà il 3-5-2, con due tra Geijo, Litteri e Zigoni in attacco (coi primi due favoriti). A centrocampo è possibile l’inserimento da titolare di Pinato, che insieme a Falzerano formerebbe una coppia di mezzali molto pericolosa nelle transizioni. Dall’altra parte Stellone potrebbe tornare al 4-4-2, approfittando del pieno recupero di Nestorovski (prima punta) e Coronado (esterno sinistro).

La chiave della partita sarà, probabilmente, sui due esterni. Nelle quattro partite alla guida del Palermo Stellone ha cercato di replicare le catene di fascia già viste ai tempi di Frosinone, usando la qualità delle due coppie di esterni per sfruttare al massimo la coppia offensiva. Nelle ultime partite il tecnico ha giocato con due attaccanti come Moreo e La Gumina, una coppia capace di unire dinamismo, centimetri e forza fisica.

In questa stagione il Venezia ha mostrato la capacità di alternare fasi di difesa posizionale a momenti di recupero attivo del pallone, alzando uno dei due esterni e riposizionando il resto della squadra con la difesa a quattro. I rosanero hanno grande qualità sulle fasce, a partire dai terzini Aleesami e Rispoli (un lusso, per la categoria); davanti a loro agiranno Coronado e Rolando, giocatori in grado di dare qualità e superiorità numerica.

La squadra di Inzaghi dovrà essere brava a scegliere con attenzione le fasi di pressione e quelle di attesa, sbagliando il meno possibile in mezzo all’area – in questo, il trio difensivo (Domizzi-Modolo-Andelkovic) ha dimostrato di essere una sicurezza.

Inzaghi ha già detto di voler “limitare al meglio i talenti del Palermo”, mentre Stallone ha avvertito i suoi di non fare calcoli. Il piano della partita si può leggere già da queste dichiarazioni, ma la vera differenza, in una partita del genere, la metterà la squadra capace di dare maggiore varietà al proprio gioco. Il Venezia dovrà dimostrare di potersi imporre anche nel possesso, controllando i ritmi della partita, mentre il Palermo dovrà risolvere lo scarso rendimento offensivo (troppo dipendente dai duelli individuali) senza togliere troppo equilibrio alla squadra.

Quali sono le maggiori insidie per il Frosinone contro il Cittadella?

Cosimo Rubino

Banalmente credo che la maggiore insidia per il Frosinone sia l'aspetto psicologico. Tutti ricordano benissimo il disastro della scorsa stagione e il crudele deja vu consumatosi nell'ultima giornata contro il Foggia ha alimentato non poco i fantasmi della squadra ciociara. Peraltro si trova di fronte una squadra, il Cittadella, che già nel quarto di finale contro il Bari ha dimostrato di saper giocare con i nervi altrui. Insomma, mentre il Frosinone sta sfogliando i libri sul training autogeno nel settore “Spiritualità e benessere” della libreria, il Cittadella ha appeno letto un horror di Stephen King e si è presentato fra gli scaffali mascherato da pagliaccio assassino.

Nonostante i ragazzi di Moreno Longo abbiano a disposizione due risultati su tre, sarà importante per loro scendere in campo con un approccio deciso nella gara d'andata, provare fin da subito a tenere in mano il pallino del gioco ed uscire dal Tombolato con un risultato favorevole. Oppure le cose potrebbero complicarsi: il Cittadella è stata la migliore squadra del campionato per rendimento in trasferta (38 punti, il 57% dei 66 totali) ed ha chiuso la stagione in crescita sia atletica che tattica: rimandare il discorso qualificazione alla partita di ritorno sarebbe come giocare per l’ennesima volta con quel gioco con cui ci si è già fatti male diverse volte.

Che partita dobbiamo aspettarci?

Cosimo Rubino

In una partita così importante e delicata, tanto più a questo punto della stagione, è lecito aspettarsi il proverbiale “pallone pesante”. Invece io credo che le due squadre terranno fede al loro calcio propositivo, dando vita a un confronto gradevole ed a tratti anche divertente.

Il Cittadella parte indubbiamente con l'handicap di aver speso tante energie fisiche e mentali nei 120 minuti di domenica contro il Bari e non mi stupirei se dovesse avere dei cali durante l'arco della partita. I veneti hanno però dalla loro un impianto di gioco ben rodato, che dà a Venturato (anche a partita in corso) la possibilità di cambiare alcuni interpreti salvaguardando l'efficacia del suo 4-3-1-2 a rombo.

Cittadella e Frosinone sono anche due delle squadre che più di tutte in Serie B provano a costruire la manovra partendo dal basso, per cui sarà interessante vedere come gli allenatori tenteranno di mettere il bastone fra le ruote dei meccanismi avversari. In più sono curioso di vedere se Venturato ha preparato delle contromisure per arginare gli esterni del Frosinone, il rombo ha il classico difetto di soffrire l'inferiorità numerica sulle fasce e la formazione di Longo ha schemi e uomini potenzialmente perfetti per sfruttare al meglio questo vantaggio.

Quali giocatori, tra quelli delle quattro squadre, vorreste assolutamente vedere in Serie A?

Cosimo Rubino

Fra i provvedimenti presenti nel programma del nuovo governo si parla molto dell'introduzione del referendum propositivo: non so se ci sono i tempi tecnici, ma appena possibile vorrei proporre un referendum per concedere a Camillo Ciano la sua prima occasione in Serie A. Ciano ha 28 anni e ha passato l'intera stagione a spiegarci in modi sempre più incredibili quanto il suo mancino meriti i migliori palcoscenici del nostro calcio. Se il suo Frosinone dovesse riuscire ancora una volta a fare seppuku, allora sarebbe proprio il caso che il Chievo lo accogliesse come degno erede di Valter Birsa, per scelta della società o per affermazione della volontà popolare.

Continuo la playlist di classe '90 all'ultimo treno per la Serie A e dico Nestorovski, perché nonostante in questa seconda metà di campionato sia stato condizionato dalla nazionale e dagli infortuni ha già dimostrato la sua efficacia nel massimo campionato e credo che potrebbe ripetersi, magari in un contesto meno sciagurato del Palermo 16/17. Qualitativamente la rosa dei siciliani è di ottimo livello. Aleesami, Rispoli, Chochev, Gnahoré, La Gumina: sono tutti calciatori a loro modo interessanti, mi piacerebbe vederli in Serie A.

Del Venezia prendo Audero, è stato il portiere rivelazione di questa Serie B e ha l'età giusta per il grande salto. Stesso discorso per Kouamé, che a Cittadella ha stupito tutti e che mi sembra avere ancora grandi margini di miglioramento. Certo che anche un'ultima grande stagione di Daniel Ciofani in Serie A…

Angelo A. Pisani

I giocatori citati da Cosimo sono tutti meritevoli (voglio rimarcare ancora una volta Kouamé, che secondo me è stata una delle migliori sorprese dell’anno). A questi vorrei aggiungere due mezioni per Marco Pinato (uno che sembra già destinato al salto) e Marcello Falzerano, che forse non è ancora al livello della Serie A, ma negli ultimi due anni ha avuto una crescita tecnica, tattica e mentale incredibile.

Il giocatore campano è arrivato a Venezia un anno e mezzo fa dal Bassano, dove giocava come esterno alto a piede invertito, ricalcando quasi esattamente lo stereotipo del giocatore tanto forte tecnicamente quanto individualista. Inzaghi ne ha guidato la trasformazione in una mezzala dinamica e aggressiva, che spostando i suoi strappi offensivi dieci metri indietro, e in posizione più centrale, ha finito per mettere in crisi tutte le difese di Serie C.

In questa stagione il passaggio al 3-5-2 ne ha aumentato le responsabilità in fase offensiva, e il giocatore - all’esordio in un campionato nuovo e difficile - ha subito risposto presente, mostrando grande continuità e rivelandosi decisivo in molti momenti chiave della stagione (su tutte la vittoria in rimonta a Brescia, maturata nei minuti finali grazie a due sue invenzioni).

Il terzo salto consecutivo di categoria potrebbe essere eccessivo, ma a 27 anni Falzerano sembra aver raggiunto il pieno della sua maturità calcistica, e si sta dimostrando una scommessa che val la pena di giocare.