Catania, niente stipendi da gennaio e addio case: giocatori mettono in mora il club

Serie C - Lega Pro
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Dal 22 aprile alcuni giocatori sono stati costretti a lasciare il centro sportivo di Torre del Grifo e cercare una sistemazione in città pagando di tasca propria. "Non abbiamo mai smesso di allenarci, nelle nostre case e sotto la direzione dello staff tecnico, anche lontano dagli affetti familiari. Capiamo la crisi, ma attendiamo ancora gli stipendi di gennaio e febbraio"

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Giorni difficili per il calcio a Catania. Nella serata di lunedì i calciatori rossoblù hanno comunicato la messa in mora del club, spiegando di non aver ricevuto gli stipendi di gennaio (tranne per qualche tesserato in questo caso) e febbraio e di essere rimasti in sede per due mesi nella speranza di riprendere gli allenamenti. La situazione è precipitata, spiegano i giocatori, nel momento in cui alcuni di loro sono stati costretti a cercare una sistemazione in città pagando di tasca propria.

"Sfrattati dal centro sportivo, chiediamo quel che ci spetta"

I giocatori del Catania hanno spiegato gli ultimi avvenimenti, spiegando in una lunga lettera l'azione portata avanti attraverso l'Assocalciatori. "I calciatori professionisti attualmente tesserati per il Calcio Catania S.p.a. intendono rappresentare quanto segue - si legge - anche prima che scoppiasse la grave pandemia che sta affliggendo il mondo intero e che venissero promulgate le misure di lockdown nazionali, in data 16 marzo, la Società ha omesso di corrisponderci le retribuzioni dovute. Alcuni di noi, poi, che risiedevano presso il centro sportivo Torre del Grifo – Village, improvvisamente, in data 22 aprile 2020 sono stati costretti dalla Società a lasciare la struttura e, nell’impossibilità normativa di far ritorno presso le proprie residenze, hanno dovuto cercare una soluzione abitativa alternativa, con ulteriore aggravio economico e in assenza di pagamento delle retribuzioni dovute". Ciononostante, aggiungono i giocatori, "dopo l’ultima seduta collettiva non abbiamo mai smesso di allenarci, nelle nostre case e sotto la direzione dello staff tecnico, anche lontano dagli affetti familiari, per farci trovare pronti in caso di ripresa. Siamo consci delle difficoltà economiche di tutte le imprese, non solo in Italia, ma nel mondo intero – sottolinea la squadra – ma chiediamo semplicemente di ricevere quanto dovuto nella fase antecedente alla pandemia". Fino alla scelta ritenuta necessaria: "Stante l’insostenibilità della situazione, tramite l’Assocalciatori, la squadra ha deciso di mettere formalmente in mora la Società al pagamento delle retribuzioni dovute". Considerazioni che ora potrebbero ricevere la replica della società.