Panucci dice addio alla Roma. L'asta è già aperta
CalciomercatoIl difensore ha annunciato la volontà di lasciare i giallorossi dopo il rifiuto di andare in panchina a Napoli, prima del match vinto dai giallorossi per 3-0 allo stadio San Paolo: "Ancora nessun contatto con altre squadre". Cairo: "Un grande giocatore"
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Stavolta non c'è stato bisogno del terzo indizio, per fare una prova: Christian Panucci e la Roma si dicono addio. Il matrimonio, appassionato e burrascoso, non ha retto alla crisi dell'ottavo anno. Una decisione che Panucci ha preso d'istinto, come tante altre nella sua carriera, e comunicata sul treno da Napoli ai giornalisti prima che ai dirigenti. Dopo l'ultima goccia. Nonostante la squalifica di Cicinho, al San Paolo Napoli, il difensore, 36 anni ad aprile e contratto in scadenza a giugno, è andato in tribuna perché ha rifiutato la panchina.
I rifiuti di Panucci, però, non sono una novità. 14 marzo 2004: Reggina-Roma 0-0. Al 19' del secondo tempo Capello lo chiama in campo, lui si rifiuta di entrare. La società lo multò per 120 mila euro, il 30% dello stipendio lordo mensile. Questa settimana farà altrettanto. Ma ormai è troppo tardi. Panucci, sull'onda dell'amarezza, ha deciso di lasciare Roma, rinunciando anche al sogno di chiudere in giallorosso la carriera di calciatore e di aprire, fra un paio d'anni, quella di dirigente.
Christian non è uno che recupera facilmente i rapporti. Con Lippi non c'è più stata riappacificazione. E la rottura all'Inter è continuata, e continua, in nazionale: mai convocato, per reciproca antipatia. Nel tackle, scomposto e fuori tempo, di Panucci c'entra molto il nervosismo per il sin qui mancato rinnovo del contratto. Christian c'è rimasto male, si aspettava maggiore riconoscenza. Il giocatore guadagna un milione e sette l'anno e puntava a un biennale alle stesse cifre. Il club proponeva un anno a un milione. Discorsi che dopo lo sfogo di Panucci sul Napoli-Roma sembrano non avere più senso. Più logico chiedersi dove sarà il futuro del difensore.
L'asta è aperta: "E' un grande giocatore - ha detto proprio oggi il presidente del Torino Urbano Cairo - ma sono cose che spettano a Foschi. Lasciamogli autonomia". Le offerte non mancheranno, nemmeno dall'estero. In Spagna è ancora amato, in Premier League più di una squadra ha bisogno di uno come lui (immagini Tottenham). Di certo, per ora, c'è solo il divorzio dalla Roma. Magari per risposarsi con un altro grande amore del passato.
Stavolta non c'è stato bisogno del terzo indizio, per fare una prova: Christian Panucci e la Roma si dicono addio. Il matrimonio, appassionato e burrascoso, non ha retto alla crisi dell'ottavo anno. Una decisione che Panucci ha preso d'istinto, come tante altre nella sua carriera, e comunicata sul treno da Napoli ai giornalisti prima che ai dirigenti. Dopo l'ultima goccia. Nonostante la squalifica di Cicinho, al San Paolo Napoli, il difensore, 36 anni ad aprile e contratto in scadenza a giugno, è andato in tribuna perché ha rifiutato la panchina.
I rifiuti di Panucci, però, non sono una novità. 14 marzo 2004: Reggina-Roma 0-0. Al 19' del secondo tempo Capello lo chiama in campo, lui si rifiuta di entrare. La società lo multò per 120 mila euro, il 30% dello stipendio lordo mensile. Questa settimana farà altrettanto. Ma ormai è troppo tardi. Panucci, sull'onda dell'amarezza, ha deciso di lasciare Roma, rinunciando anche al sogno di chiudere in giallorosso la carriera di calciatore e di aprire, fra un paio d'anni, quella di dirigente.
Christian non è uno che recupera facilmente i rapporti. Con Lippi non c'è più stata riappacificazione. E la rottura all'Inter è continuata, e continua, in nazionale: mai convocato, per reciproca antipatia. Nel tackle, scomposto e fuori tempo, di Panucci c'entra molto il nervosismo per il sin qui mancato rinnovo del contratto. Christian c'è rimasto male, si aspettava maggiore riconoscenza. Il giocatore guadagna un milione e sette l'anno e puntava a un biennale alle stesse cifre. Il club proponeva un anno a un milione. Discorsi che dopo lo sfogo di Panucci sul Napoli-Roma sembrano non avere più senso. Più logico chiedersi dove sarà il futuro del difensore.
L'asta è aperta: "E' un grande giocatore - ha detto proprio oggi il presidente del Torino Urbano Cairo - ma sono cose che spettano a Foschi. Lasciamogli autonomia". Le offerte non mancheranno, nemmeno dall'estero. In Spagna è ancora amato, in Premier League più di una squadra ha bisogno di uno come lui (immagini Tottenham). Di certo, per ora, c'è solo il divorzio dalla Roma. Magari per risposarsi con un altro grande amore del passato.