Protesta milanista pro-Kakà. I tifosi: Papi vendi la società

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A gennaio i tifosi del Milan erano scesi in piazza per impedire la cessione di Kakà. Adesso la protesta diventa minaccia... dal punto di vista elettorale
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Oltre 300 tifosi hanno intonato cori contro Berlusconi e Galliani sotto la sede del Milan. Il caso divampa anche sui forum dove gli ultras promettono ripercussioni negative per il premier alle europee. E Zidane chiede ai giornalisti: "Ha già firmato?"

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IL VIDEO DELL'INTERVISTA DI ALESSANDRO ALCIATO A SILVIO BERLUSCONI


In meno di un quarto d'ora sono  diventati oltre 300 i tifosi che protestano davanti alla sede del Milan contro la probabile cessione di Kakà. I tifosi hanno esposto tre lunghi striscioni: 'Se vendi  Kakà, vendi la societa", 'Presidente: prima tante soddisfazioni, ora tante delusioni', 'Società, stai perdendo la  digniTà". 'Chi vende Kakà ce la pagherà", è il coro che risuona più spesso. Non manca uno striscione di contenuto politico in vista delle prossime elezioni provinciali esposto da un tifoso: "Voto Podestà (il candidato del centrodestra, ndr) solo se resta Kakà".

Dopo poco più di un'ora è cessata la contestazione dei tifosi milanisti davanti alla sede del club contro la cessione di Kakà al Real Madrid. I circa 400 sostenitori stanno hanno lasciato il marciapiede di via Turati dopo aver urlato tutto il loro dissenso in una lunga serie di cori contro la dirigenza. Numerosi anche gli striscioni e i cartelloni esposti tra cui alcuni che prendevano a spunto le vicende personali di Silvio Berlusconi. "In un mese hai perso moglie, tifosi e Kakà, papi vendi la società", si leggeva su uno di questi. A guidare la protesta c'era anche uno dei leader storici della curva sud, Giancarlo Capelli, per tutti i tifosi il Barone (tra l'altro oggetto di Daspo), secondo il quale Kakà vorrebbe rimanere al Milan ma è stata la società a metterlo in vendita. "Me lo ha detto lui stesso al telefono - ha raccontato Capelli mostrando sul display del cellulare una telefonata ricevuta dal brasiliano poco prima delle 15 - . Abbiamo parlato circa 5 minuti e mi ha detto che si è sentito abbandonato dalla società. Mi ha detto che voleva restare ma il Milan lo ha messo in vendita".

Divisi, anzi dilaniati: ANCHE i supporter del presidente del Consiglio arrivano al limite della contestazione sul forum online di Forza Italia mentre sui siti dei tifosi, è piena rivolta. Alla vigilia delle Europee il fronte azzurro del Pdl si spacca e, se non di rosso, si tinge almeno di rossonero: "Se vendi Kakà perdi il due per cento dei voti", è l'attacco condotto alla porta del premier dai tifosi del Diavolo. "Kakà è un professionista straniero e se vuole partire nessuno lo può fermare. Non per questo regalerò un voto al Pd", è la difesa di un'anonima tifosa toscana. Darcu invita a tutti a un "rinsavimento": "Date 10 euro alla società, perché deve sborsare sempre e solo Silvio? Non scambiate il governo del paese e dell'Europa con l'affetto per un giocatore", scrive. Ma i messaggi dei 'delusi da Arcore' sovrastano: "ti prego non vendere", dicono i più buoni.

Altri usano toni minacciosi: "Silvio si disimpegna dal Milan e noi ci disimpegnamo da lui. Era un grande presidente, il più grande di tutti. Ora non lo è più", dice Marcato Aristide. E Lina, perentoria: "Presidente, vende Kakà? Io vendo il mio voto". Alberto, poi, preme per il baratto: "Kakà non si tocca, vendi Galliani" è il consiglio che si sente di rivolgere al premier. Chi invece non esita a prendere le difese di Silvio Berlusconi è il figlio Pier Silvio, che giustifica la politica di mercato del club: "Da tifoso sono fiducioso ma ci sono momenti in cui, per una squadra, è anche giusto cedere i suoi gioielli come Kakà". Il vicepresidente di Mediaset si è espresso con queste parole a margine dell'annuncio del ritorno di Paolo Bonolis in casa del Biscione. "Bisogna guardare avanti e per guardare avanti oggi come oggi ci vogliono anche tante risorse - ha proseguito - e posso solo dire che il calcio, e in particolare quello italiano sta diventando una realtà sempre più dispendiosa mentre quello spagnolo è più competitivo, fa incassi molto più alti e anche per come sono gestiti gli stadi, i diritti televisivi e per come sono tassate le squadre. Da noi - ha concluso - si fa fatica".

"Spero che alla fine Kakà arrivi al Real Madrid. Non mi dispiacerebbe se dovesse prendere la mia  maglia n. 5, anzi ne sarei contento". Queste le parole dell'ex calciatore francese Zinedine Zidane, attuale consigliere  personale del neopresidente del Real Madrid Florentino Perez, a margine della conferenza stampa di presentazione dell'addio al  calcio dell'ex compagno di nazionale Vincent Candela.

"Kakà ha già firmato", è stato lo scioccante esordio in conferenza stampa dell'ex campione della Juventus. Il quale, però, ha poi subito aggiunto un punto interrogativo, per far  capire che non era una affermazione ma una domanda, cercando così di camuffare quella che poteva sembrare una conferma dell'ingaggio del campione del Milan da parte del club spagnolo. Per correggere ulteriormente il tiro, Zidane ha quindi aggiunto: "Ora sono a Roma e non lo posso sapere, non sono io il presidente, comunque spero che alla fine arrivi".