Lotito sui tre dissidenti: "Non sono fuori rosa"

Calciomercato
Orgoglio laziale. Claudio Lotito ha parlato dei casi Pandev, Ledesma e De Silvestri
lotitoclaudio

Il patron della Lazio su De Silvestri, Pandev e Ledesma: "Si allenano con la squadra. Non c'è bisogno, un anno prima, di fare interviste e dire che vuoi andare via. Significa voler obbligare la società a cederti alle condizioni che vuoi tu"

COMMENTA NEL FORUM DELLA LAZIO

I tre 'dissidenti' della Lazio, De Silvestri, Pandev e Ledesma, "non sono fuori rosa, si allenano con la squadra. Poi l'allenatore può scegliere le soluzioni più opportune dal punto di vista tecnico e un calciatore non può avere la certezza matematica di far parte delle strategie tattiche per la partita del giorno dopo".

Claudio Lotito passa al contrattacco. Il presidente biancoceleste, intervistato da Sky Sport 24, si rifiuta di passare per 'aguzzino' e ricorda come si è arrivati alla rottura con i tre giocatori. "Se crei una svalutazione del patrimonio, se metti in atto una serie di azioni per costringere la società a dover subire una situazione che crea un danno patrimoniale, questo ha una considerazione giuridica e la Lazio non lo consentirà", tuona ancora Lotito, che smentisce di "voler prolungare il contratto" ai tre ribelli, "non vogliamo costringere nessuno a firmare contratti" e sottolinea ancora come "qualcuno abbia chiesto pubblicamente e voluto creare un problema alla società, e lo sta creando, attraverso una serie di comportamenti non in linea con le regole. Io ho venduto Rozehnal all'Amburgo ma non volevo, il giocatore però mi ha chiamato - racconta - e mi ha detto: 'presidente, ho un'offerta vantaggiosa dall'Amburgo, se trova un accordo con l'Amburgo sono contento altrimenti sono ancora più contento di rimanere quì. Questo e' un comportamento da persone perbene e io mi sono attivato per fare la trattativa".

Diverso invece il discorso per Ledesma, De Silvestri e Pandev. "Non c'è bisogno, un anno prima, di fare interviste, parlare sui media e dire che vuoi andare via - aggiunge - Significa voler obbligare la società a cederti alle condizioni che vuoi tu. Ma i contratti non si firmano con la pistola alla tempia, se un giocatore poi gioca male comunque percepisce ugualmente l'ingaggio".