Ibra al Milan: perché sì e perché no. I tifosi scatenati

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Il sogno può diventare realtà. Nonostante le parole del procuratore Raiola, non è escluso che Zlatan possa lasciare il Barcellona. E il Trofeo Gamper di mercoledì contro i blaugrana sarà l'occasione buona. A Milanello i tifosi già intonano cori pro-Zlatan

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Quella strana foto Ibrahimovic-Piqué

Il sogno Ibra
- Magari Ibrahimovic al Milan non si farà, ma il velo è stato sollevato: il sogno, la suggestione, può diventare possibilità, autentica trattativa. Qualcosa c'è, e le ultime frasi, gli ultimi sorrisi di Braida e Allegri hanno avuto un seguito.

Perché no - Ibrahimovic guadagna 12 milioni di euro netti l'anno, per il Barcellona lordi sono 15, per il Milan sarebbero quasi 24. Numeri e cifre impossibili ed impensabili, soprattutto per chi da mesi parla di crisi e ristrettezza economica. Pagare a Ibra certe cifre, rischierebbe di generare la corsa al rialzo degli ingaggi. Senza pensare ancora al prezzo del cartellino. 12 mesi fa Zlatan fu pagato 30 milioni più il cartellino di Eto'o, di fatto - euro più euro meno - 70 milioni. Oggi, i blaugrana, per ammortizzare la spesa dovrebbero chiederne 57. Ecco perché il Milan pensa al prestito, il Barcellona un po' meno.

Perché sì - Lo svedese è reduce da una stagione poco positiva. Il Barça pur di non disperdere l'immenso capitale investito lo scorso anno, potrebbe per questo pensare al prestito. Il giocatore ha voglia di Milan e di sentirsi nuovamente importante in un ambiente ed una città che conosce perfettamente. Ibra potrebbe fare per questo anche il sacrificio di ridursi lo stipendio. Raiola, agente del calciatore, è in ottimo rapporto e continuo contatto con i vertici rossoneri: quattro anni fa era a un passo dal portare Zlatan al Milan. Sarebbe stato tridente con Kakà e Gilardino, potenza e concretezza. Stavolta invece Ibra giocherebbe in mezzo a Ronaldhino e Pato. Spettacolo allo stato puro, una sfida in più ai cugini dell'Inter.

Parla Galliani - Un ulteriore segnale sono le ultime dichiarazioni di Adriano Galliani rese all'Ansa: "La trattativa con il Barcellona per Ibrahimovic inizia mercoledi ed è ancora tutta da fare. Non si sa - ha replicato alla domanda se fossero previste contropartite tecniche per arrivare all'attaccante svedese - è una trattativa tutta da fare, non abbiamo ipotizzato nulla. La trattativa - ha concluso il dirigente rossonero - è ancora tutta da costruire".

Manovre di avvicinamento - Basta aggiungere al sorriso e al "chissà" di Berlusconi le altre parole, ancora quelle di Galliani, pronunciate ieri: "Noi di sicuro ci proveremo", ed ecco la somma delle frasi che autorizza i tifosi rossoneri, e un po' tutto il calcio italiano, a sognare. Nonostante le altre parole, quelle di Raiola a SkySport24: "Ci fa piacere l'interesse del Milan ma al 99,9 per cento rimane, l'allenatore non lo vuole vendere".

Parole che sembrano tattiche. Così come il silenzio di Ibrahimovic. Che il clima fra lui e il Barcellona non sia dei migliori è evidente. Ma il giocatore non vuole passare per quello che vuole andarsene. Né il Barcellona può permettersi di svenderlo, visto che solo 12 mesi fa per comprarlo sborsò, euro più, euro meno, 70 milioni. Svenderlo no, prestarlo? Raiola: lo escludo.

Eppure, la sensazione è che lo spiraglio ci sia, anche se ci vorrà lo sforzo di tutti per sfruttarlo. Di Berlusconi, dello stesso Zlatan, magari disposto a ridursi l'ingaggio, e ovviamente dello stesso Barcellona. Per questo mercoledì il Trofeo Gamper, proprio Barcellona-Milan, sarà l'occasione buona per sciogliere il nodo. In missione ci sarà Galliani: da quella sera tutto sarà più chiaro. Se i sorrisi varranno più delle smentite, da quella sera Ibra al Milan potrebbe magari già essere realtà.

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