Chi è Raiola, il Re Mida del mercato che parla 7 lingue
CalciomercatoIL PERSONAGGIO. Il procuratore di Ibra e Balotelli, mattatore dell'estate di calciomercato, conosce inglese, tedesco, spagnolo, francese, portoghese, olandese oltre all'italiano. Salernitano, 42 anni, è invidiato da tutti e ricercatissimo dai campioni
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Sono Mino Raiola e preferirei non dover risolvere problemi. Non è come il Wolf di 'Pulp Fiction', ma alla fine le cose si sistemano sempre per i suoi pupilli. "Io non creo casini né chiedo ai miei giocatori di crearli, io intervengo per tirarli fuori dai casini quando ci sono": l'agente-mattatore dell'estate replica così a una delle critiche più frequenti.
In poche settimane, prima Mario Balotelli al Manchester City, poi Zlatan Ibrahimovic al Milan. Due mosse che potrebbero cambiare la storia del prossimo campionato. "Ho la fortuna di avere grandi giocatori - si sminuisce Raiola al telefono con l'Ansa -, se riesco a farli crescere sono contento, sono loro ad avere talento". Ma anche lui non scherza, dicono. "E' il Re Mida del mercato, è nato per fare l'agente di calciatori", assicura l'avvocato Vittorio Rigo, che per Raiola si è occupato di entrambi gli affari.
Di sicuro Carmine - Mino, come risponde al cellulare - è nato 42 anni fa a Nocera Inferiore, in provincia di Salerno. I Raiola (con l'accento sulla prima 'a', ma ormai lo sbagliano in pochi) si trasferiscono in Olanda quando il bambino ha un anno. Il padre, meccanico, fa fortuna nella ristorazione e Mino dà una mano. "Pizzaiolo chiacchierone", lo ha bollato un giornale spagnolo dopo le critiche al tecnico del Barcellona Pep Guardiola. "Mai fatto il pizzaiolo, ma il cameriere sì". A vent'anni però fa già l'agente. Porta Bryan Roy al Foggia, quindi Denis Bergkamp all'Inter, ricorda.
Il salto vero lo fa con il trasferimento di Pavel Nedved alla Juventus. Allievo di Luciano Moggi? "No, per 10 anni siamo stati nemici - risponde Raiola -, poi ha cominciato ad apprezzarmi e mi ha aperto le porte della Juve. Mai andato a pranzo a casa sua, però". Le chiese di creare un caso Ibra all'Ajax per far scendere il prezzo? "Mai fatto niente del genere, chi è che lo dice? ", si arrabbia.
Re Mida parla sette lingue: inglese, tedesco, spagnolo, francese, portoghese, olandese, più l'italiano con un buffo accento. "Ho fatto il classico e due anni di Legge", rivendica. In viaggio perenne, in Campania pare torni spesso. L'estate scorsa porta Ibra al Barça assieme a Maxwell, quest'anno rileva la gestione familiare del tesoro Balotelli. Ormai sembra che faccia tutto lui. "Si occupa del mercato - precisa Corrado, uno dei fratelli di Mario -. E non è vero che a Mario l'abbia consigliato Ibrahimovic". Però Raiola prende per mano il ragazzo prodigio, lo difende in pubblico da José Mourinho, attacca la Federcalcio e l'Assocalciatori. Alla fine Balotelli va in Inghilterra. Poi il ritorno di Ibra a Milano, ma rossonero.
"Mi piacciono le personalità forti, non mi fanno paura", spiega Raiola. Un suo esperto collega, che vuole restare anonimo, si chiede come mai lo svedese cambi squadra ogni anno, chi ci guadagna e quanto. "I giocatori vanno dove dice lui, ho letto...". "Non mi importa cosa dicono di me - ribatte Raiola -: quello che guadagno lo sanno i miei giocatori". Il Barça forse gli farà causa per i giudizi su Guardiola. "Il Barcellona ha pagato i suoi sbagli, il Milan ha fatto il più grande affare della storia". Lui, forse a malincuore, ha solo risolto un problema.
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Sono Mino Raiola e preferirei non dover risolvere problemi. Non è come il Wolf di 'Pulp Fiction', ma alla fine le cose si sistemano sempre per i suoi pupilli. "Io non creo casini né chiedo ai miei giocatori di crearli, io intervengo per tirarli fuori dai casini quando ci sono": l'agente-mattatore dell'estate replica così a una delle critiche più frequenti.
In poche settimane, prima Mario Balotelli al Manchester City, poi Zlatan Ibrahimovic al Milan. Due mosse che potrebbero cambiare la storia del prossimo campionato. "Ho la fortuna di avere grandi giocatori - si sminuisce Raiola al telefono con l'Ansa -, se riesco a farli crescere sono contento, sono loro ad avere talento". Ma anche lui non scherza, dicono. "E' il Re Mida del mercato, è nato per fare l'agente di calciatori", assicura l'avvocato Vittorio Rigo, che per Raiola si è occupato di entrambi gli affari.
Di sicuro Carmine - Mino, come risponde al cellulare - è nato 42 anni fa a Nocera Inferiore, in provincia di Salerno. I Raiola (con l'accento sulla prima 'a', ma ormai lo sbagliano in pochi) si trasferiscono in Olanda quando il bambino ha un anno. Il padre, meccanico, fa fortuna nella ristorazione e Mino dà una mano. "Pizzaiolo chiacchierone", lo ha bollato un giornale spagnolo dopo le critiche al tecnico del Barcellona Pep Guardiola. "Mai fatto il pizzaiolo, ma il cameriere sì". A vent'anni però fa già l'agente. Porta Bryan Roy al Foggia, quindi Denis Bergkamp all'Inter, ricorda.
Il salto vero lo fa con il trasferimento di Pavel Nedved alla Juventus. Allievo di Luciano Moggi? "No, per 10 anni siamo stati nemici - risponde Raiola -, poi ha cominciato ad apprezzarmi e mi ha aperto le porte della Juve. Mai andato a pranzo a casa sua, però". Le chiese di creare un caso Ibra all'Ajax per far scendere il prezzo? "Mai fatto niente del genere, chi è che lo dice? ", si arrabbia.
Re Mida parla sette lingue: inglese, tedesco, spagnolo, francese, portoghese, olandese, più l'italiano con un buffo accento. "Ho fatto il classico e due anni di Legge", rivendica. In viaggio perenne, in Campania pare torni spesso. L'estate scorsa porta Ibra al Barça assieme a Maxwell, quest'anno rileva la gestione familiare del tesoro Balotelli. Ormai sembra che faccia tutto lui. "Si occupa del mercato - precisa Corrado, uno dei fratelli di Mario -. E non è vero che a Mario l'abbia consigliato Ibrahimovic". Però Raiola prende per mano il ragazzo prodigio, lo difende in pubblico da José Mourinho, attacca la Federcalcio e l'Assocalciatori. Alla fine Balotelli va in Inghilterra. Poi il ritorno di Ibra a Milano, ma rossonero.
"Mi piacciono le personalità forti, non mi fanno paura", spiega Raiola. Un suo esperto collega, che vuole restare anonimo, si chiede come mai lo svedese cambi squadra ogni anno, chi ci guadagna e quanto. "I giocatori vanno dove dice lui, ho letto...". "Non mi importa cosa dicono di me - ribatte Raiola -: quello che guadagno lo sanno i miei giocatori". Il Barça forse gli farà causa per i giudizi su Guardiola. "Il Barcellona ha pagato i suoi sbagli, il Milan ha fatto il più grande affare della storia". Lui, forse a malincuore, ha solo risolto un problema.
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