Ibra: che attacco da sogno, fossi Allegri sarei molto felice

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Il quartetto d'attacco del Milan di Allegri, roba da leccarsi i baffi
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Parole di Zlatan, che a due giorni dal debutto della sua Svezia contro l'Ungheria nel girone E di qualificazione a Euro 2012 torna sul suo trasferimento al Milan: "Abbiamo l'attacco più forte d'Europa, ecco perché ho lasciato Guardiola". FOTO E VIDEOSTORY

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Con l'arrivo di Robinho "abbiamo l'attacco più forte d'Europa. Se fossi il tecnico del Milan, sarei molto, molto felice". Parole di Zlatan Ibrahimovic, che a due giorni dal debutto della sua Svezia contro l'Ungheria nel girone E di qualificazione a Euro 2012 torna sul suo trasferimento in rossonero. "Galliani è venuto a Barcellona dicendo 'Non me ne andrò senza Ibrahimovic' e così è stato. Hanno fatto tutto. Nessuno si era mai impegnato in
questo modo per avermi".

E adesso allora tocca a lui mostrare se ha davvero quel phisique du role che gli ha permesso di sbaragliare la concorrenza e cancellare, con un colpo di spugna, la regola aurea del 'Milan ai milanisti'. Bagnato il debutto in rossonero con il 4-0 rifilato al Lecce, Massimiliano Allegri è atteso dalla prova più esaltante e, al tempo stesso, complicata della sua giovane carriera di tecnico: trovare un equilibrio tra il genio di Ronaldinho, Pato, Robinho e Ibrahimovic e il pragmatismo tipico di ogni squadra vincente.

Un compito non da poco. Se per lasciare briglie sciolte a Dinho, permettendogli di creare a favore di Pato, Seedorf e Borriello, Leonardo si era inventato - lo scorso anno - il modulo 4-2-fantasia, il tecnico livornese dovrà studiare bene tutte le opzioni tattiche per garantire alla sua squadra la necessaria copertura senza rinunciare ad una sola briciola del talento e della fantasia sprigionata in avanti dalla classe del trio brasiliano Dinho-Pato-Robinho e da Ibrahimovic, signore degli scudetti e finalizzatore implacabile.

Tornando a Ibra. Dopo la sviolinata sul Milan arrivano le accuse nei confronti di Pep Guardiola. La rottura con il tecnico blugrana è stata la causa principale del suo trasferimento al Milan. "Lì ho vissuto un anno fantastico. E' stato il mio migliore anno in un nuovo club e la prima metà della stagione è stata grandiosa - racconta Ibrahimovic nel corso di una conferenza stampa con la maglia della nazionale svedese -. Poi a marzo è successo qualcosa e sto ancora cercando la motivazione. Ho provato a chiederla a lui, ma non mi ha risposto".

Tutto questo prima di ribadire, come fatto nelle ore immediatamente successive alla sua cessione, che "con il 'filosofo' (Guardiola, ndr) non ho avuto alcuna comunicazione". Infine il racconto sulla trattativa vista dalla parte del Barcellona: "Nei giorni scorsi ho avuto diversi incontri con il nuovo presidente (Rosell, ndr) e nessuno ne era al corrente. Nessuno voleva vendermi - aggiunge -, se sono andato via la colpa non è del club o dei giocatori ma di una sola persona (Guardiola, ndr). Questa per me era una situazione nuova e non sapevo come affrontarla. Alla mia età - conclude il neo attaccante del Milan - non posso permettermi di sedere in tribuna per tre anni".

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