Quando il mercato invernale non è sempre di... riparazione
CalciomercatoGennaio, negli anni, ha portato colpi e bidoni: da Recoba che salvò il Venezia a Jardel che affondò l'Ancona, da Stankovic-Adriano all'Inter del 2004 al Mancini rossonero. Poi Esnaider, Maniche, Ferrante, Binotto. E il Parma che andò in B con Lucarelli
IL TABELLONE DEL CALCIOMERCATO ITALIANO
di LORENZO LONGHI
Lo chiamano mercato di riparazione, apre lunedì 3 e durerà sino alle 19.00 di lunedì 31 gennaio, ultimo momento utile per depositare in Lega contratti stipulati. Riparazione, proprio come di riparazione, per chi andava a scuola qualche anno fa, c'erano gli esami di settembre. Che potevano andare bene, certo, ma non era poi così scontato: così, anche nel mercato di gennaio, c'è chi ci azzecca e chi no. Necessità o sfizi, occasioni per le grandi o saldi per le piccole, vale tutto: a parlare sarà poi il campo come sempre. E, allora, tanto vale ricordare alcune mosse che, nell’ultima decina di appuntamenti invernali, hanno fatto parlare. Un occhio al passato, ma senza alcuna pretesa di completezza perché sarebbero molte di più le “prodezze” di mercato che meriterebbero in realtà menzione.
Resta nella memoria collettiva ad esempio Alvaro Recoba, che quasi da solo salvò il Venezia di Novellino nel 1999 per poi tornare a non essere quasi mai decisivo nell’Inter; mentre colpi eccellenti li fece il Lecce quasi retrocesso a dicembre 2003: un tris di acquisti determinante a gennaio (Sicignano, Bolano e Franceschini) e una rimonta sino alla decima posizione. Ma fu anche il mercato in cui l’Inter, che battagliava per il quarto posto con Lazio e Parma, acquistò i migliori giocatori delle due rivali, approfittando dei problemi delle case madri Cirio e Parmalat: in nerazzurro arrivarono Stankovic e Adriano; quarta finì l’Inter. Un anno prima il Brescia si era ripreso Guardiola e la Roma lo aveva sostituito con un ottimo Dacourt dal Leeds, mentre in tempi più recenti il Milan non ha sbagliato quando si è trattato di vestire di rossonero Beckham.
Dodici mesi fa, fece scalpore il colpo del Catania che si regalò Maxi Lopez, mentre la Lazio portò a Roma Floccari dal Genoa: entrambi furono determinanti nella seconda parte del campionato per le rispettive squadre. Batté un colpo importante anche l’Inter (lo svincolato Pandev), Toni tornò in Italia grazie alla Roma e la Sampdoria - che a gennaio sbaglia raramente: prese Cassano dal Real nel 2007 e Pazzini dalla Fiorentina nel 2009 - trovò in Storari un portiere da Champions. Tutt’altro che memorabili si rivelarono gli arrivi di Amantino Mancini al Milan e Michele Paolucci alla Juventus, ma si sa: si chiama mercato di riparazione, e spesso numerosi club hanno scelto di acquistare giocatori di nome a prescindere dalla effettiva utilità.
E, così, hanno aperto le porte ad acquisti che si sono rivelati clamorosi bidoni. Indimenticabile, nel gennaio 2004, il colpaccio dell’Ancona: Pieroni si assicurò il 31enne Mario Jardel, ex bomber di Gremio, Galatasaray e Sporting. Pingue come nemmeno il peggior Adriano romanista, Jardel scese in campo in appena tre occasioni e fu un flop totale. Flop fu anche, nel 1999, lo juventino Esnaider, più prolifico fra le lenzuola (a 26 anni aveva già quattro figli) che sul campo (0 gol). Contestualmente a Torino arrivò anche Thierry Henry, ma Ancelotti fallì schierandolo come esterno sinistro e non consentendogli di spiccare il volo: se ne giovò, più tardi, l’Arsenal. Moratti di figuranti a gennaio ne ha collezionati diversi: s’invaghì nel 2001 del 30enne Ferrante e di Jonathan Binotto (che già aveva qualche problema fisico, e appena arrivato in nerazzurro si infortunò), nel 2003 dell’ormai bolso Batistuta, nel 2008 del portoghese Maniche. E che dire, quello stesso gennaio, del Parma? Ghirardi riportò in Italia dallo Shakhtar, svenandosi, Cristiano Lucarelli. Nelle intenzioni, grimaldello per tentare l’ingresso in Uefa. Ma il Parma finì in B.
di LORENZO LONGHI
Lo chiamano mercato di riparazione, apre lunedì 3 e durerà sino alle 19.00 di lunedì 31 gennaio, ultimo momento utile per depositare in Lega contratti stipulati. Riparazione, proprio come di riparazione, per chi andava a scuola qualche anno fa, c'erano gli esami di settembre. Che potevano andare bene, certo, ma non era poi così scontato: così, anche nel mercato di gennaio, c'è chi ci azzecca e chi no. Necessità o sfizi, occasioni per le grandi o saldi per le piccole, vale tutto: a parlare sarà poi il campo come sempre. E, allora, tanto vale ricordare alcune mosse che, nell’ultima decina di appuntamenti invernali, hanno fatto parlare. Un occhio al passato, ma senza alcuna pretesa di completezza perché sarebbero molte di più le “prodezze” di mercato che meriterebbero in realtà menzione.
Resta nella memoria collettiva ad esempio Alvaro Recoba, che quasi da solo salvò il Venezia di Novellino nel 1999 per poi tornare a non essere quasi mai decisivo nell’Inter; mentre colpi eccellenti li fece il Lecce quasi retrocesso a dicembre 2003: un tris di acquisti determinante a gennaio (Sicignano, Bolano e Franceschini) e una rimonta sino alla decima posizione. Ma fu anche il mercato in cui l’Inter, che battagliava per il quarto posto con Lazio e Parma, acquistò i migliori giocatori delle due rivali, approfittando dei problemi delle case madri Cirio e Parmalat: in nerazzurro arrivarono Stankovic e Adriano; quarta finì l’Inter. Un anno prima il Brescia si era ripreso Guardiola e la Roma lo aveva sostituito con un ottimo Dacourt dal Leeds, mentre in tempi più recenti il Milan non ha sbagliato quando si è trattato di vestire di rossonero Beckham.
Dodici mesi fa, fece scalpore il colpo del Catania che si regalò Maxi Lopez, mentre la Lazio portò a Roma Floccari dal Genoa: entrambi furono determinanti nella seconda parte del campionato per le rispettive squadre. Batté un colpo importante anche l’Inter (lo svincolato Pandev), Toni tornò in Italia grazie alla Roma e la Sampdoria - che a gennaio sbaglia raramente: prese Cassano dal Real nel 2007 e Pazzini dalla Fiorentina nel 2009 - trovò in Storari un portiere da Champions. Tutt’altro che memorabili si rivelarono gli arrivi di Amantino Mancini al Milan e Michele Paolucci alla Juventus, ma si sa: si chiama mercato di riparazione, e spesso numerosi club hanno scelto di acquistare giocatori di nome a prescindere dalla effettiva utilità.
E, così, hanno aperto le porte ad acquisti che si sono rivelati clamorosi bidoni. Indimenticabile, nel gennaio 2004, il colpaccio dell’Ancona: Pieroni si assicurò il 31enne Mario Jardel, ex bomber di Gremio, Galatasaray e Sporting. Pingue come nemmeno il peggior Adriano romanista, Jardel scese in campo in appena tre occasioni e fu un flop totale. Flop fu anche, nel 1999, lo juventino Esnaider, più prolifico fra le lenzuola (a 26 anni aveva già quattro figli) che sul campo (0 gol). Contestualmente a Torino arrivò anche Thierry Henry, ma Ancelotti fallì schierandolo come esterno sinistro e non consentendogli di spiccare il volo: se ne giovò, più tardi, l’Arsenal. Moratti di figuranti a gennaio ne ha collezionati diversi: s’invaghì nel 2001 del 30enne Ferrante e di Jonathan Binotto (che già aveva qualche problema fisico, e appena arrivato in nerazzurro si infortunò), nel 2003 dell’ormai bolso Batistuta, nel 2008 del portoghese Maniche. E che dire, quello stesso gennaio, del Parma? Ghirardi riportò in Italia dallo Shakhtar, svenandosi, Cristiano Lucarelli. Nelle intenzioni, grimaldello per tentare l’ingresso in Uefa. Ma il Parma finì in B.