La vittoria dei presidenti: basta venderli fuori dall'Italia

Calciomercato
Javier Pastore è l'ultimo dei 3 colpi da 40 milioni andato a buon fine
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Due mesi fa c’era chi li derideva, quando chiedevano 40 milioni per i loro gioielli. Oggi sono loro a ridere di gusto. Tre trattative che si sono concluse con tre campioni tutti all’estero. E un interrogativo: ci ha sorpassato anche la Francia?

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di Vanni Spinella

Alla fine hanno avuto ragione loro, i presidenti. Due mesi fa sparavano cifre folli per i loro gioielli, e tutti gli ridevano in faccia. “Ci rivediamo a fine agosto”, la risposta più cortese. Nessuno credeva possibile che qualcuno potesse realmente pagare i 40 milioni richiesti. Neanche gli addetti ai lavori: i procuratori prevedevano un "crollo dei titoli", con trattative che si sarebbero chiuse attorno ai 20-25 milioni.

Teste dure, i presidenti. Quaranta per Sanchez, ha continuato a ripetere Pozzo. Quaranta per Pastore, urlava al mercato Zamparini ogni volta che ne aveva occasione. Quarantacinque per Aguero, il prezzo fissato dall’Atletico Madrid.

Tre trattative che oggi si sono concluse, e non con l’incontro a metà strada che, in casi come questi (giocatore che vuole andarsene, club acquirente che può tirare per le lunghe), prevale sempre. I presidenti hanno tenuto duro, e alla fine hanno vinto il braccio di ferro.
Ha perso il calcio italiano, questo è certo. Con due campioni volati all’estero (nessuna big nostrana è riuscita ad avvicinarsi a quelle cifre) e un altro che sembrava destinato all’Italia e invece ha preferito le sterline inglesi.

L’Udinese si è “accontentata” di 36.5 milioni, ma ha fatto felice il Niño. Spedendolo al City di Mancini avrebbe sicuramente ottenuto i 40 richiesti, ma avrebbe oscurato il sorriso sul volto di Sanchez. Il giochino al ribasso e il tentativo di sfinimento da parte del Barcellona, che puntava sulla volontà del giocatore di raggiungere Messi e compagnia bella, non hanno portato all’esito sperato dai blaugrana. Che, alla fine, si sono piegati quasi del tutto alla volontà di Pozzo.
Così, gli sceicchi di Manchester, con in mano 40 milioni di troppo che nessuno sembrava volere, si sono rivolti all’Atletico Madrid. Trattativa-lampo, quella che la Juve non è riuscita a fare, e Aguero vola in Inghilterra per 43 milioni: sconto di 2 sul prezzo in vetrina.

Infine Zamparini: in quanti gli avevano dato del matto quando ripeteva che non avrebbe liberato Pastore per meno di 40 milioni? In Italia ci hanno provato Juve, Inter e Milan, con una strategia tutta loro: temporeggiare. Sicure che, a fine agosto, il Palermo avrebbe dovuto svendere, per non rimanere con un gioiello invenduto in magazzino. E che magari sarebbe stato proprio Zamparini a fare la prima mossa, riallacciando i rapporti.
Ancora una volta, però, sono arrivati gli sceicchi, stavolta di Francia. Loro chiedono il prezzo e compilano l’assegno. Le trattative al ribasso le lasciano ai mercatini. O al calciomercato italiano.
Facile da immaginare come sia andata. “Avevo detto 40? Veramente sono 43!”. Zamparini alza il prezzo fino all’ultimo secondo, lo sceicco lo guarda con fare commiserevole e cerca in tasca gli spiccioli che non erano in preventivo. Tre noccioline, cosa vuoi che siano. Lo sa bene Zamparini, che se la ride sotto i baffi: state certi che con quella mancia si comprerà il nuovo Pastore.

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