Ritocchi e lifting: ecco i voti al mercato delle grandi
CalciomercatoJuventus e Milan hanno rinforzato tutti e tre i reparti, ma i rossoneri accusano il colpo del mancato arrivo di Tevez. Due partenze e due arrivi a centrocampo per l'Inter, nessuno scossone per Roma, Napoli e Udinese. Male la Lazio. E Reja mugugna. LE FOTO
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Di Gianluca Maggiacomo
Juventus e Milan hanno rinforzato tutti e tre i reparti. L’Inter ha irrobustito il centrocampo. Lazio e Udinese hanno fatto poco o niente. Il mercato si è chiuso, ma il grande botto non è arrivato. Sarà stata la crisi economica, il fair play finanziario o la semplice voglia di risparmiare. Fatto sta che i colpi ad effetto non si sono visti. I presidenti hanno stretto la cinghia come mai avevano fatto negli ultimi cinque anni.
Le big hanno puntellato le rose ma senza svenarsi. I fuochi d’artificio ha provato a regalarli solo il Milan con Carlos Tevez. Ma gli sceicchi proprietari del Manchester City si sono messi di traverso e non c’è stato modo di farli cambiare idea. Tutto da rifare. Magari a giugno.
Juventus – Voto: 7,5. Antonio Conte aveva chiesto due cose a Beppe Marotta. La prima: sfoltire la rosa. La seconda: comprare un giocatore per reparto. Detto, fatto. Dalla Juve sono andati via tutti i giocatori che non facevano parte del progetto portato avanti dal tecnico leccese. E allora: Toni a Dubai, Iaquinta a Cesena, Amauri alla Fiorentina, Sorensen al Bologna, Pazienza a Udine e Motta al Catania. I bianconeri hanno acquistato un difensore, un centrocampista e una punta: proprio come voleva l’allenatore. Nel pacchetto arretrato è arrivato Martin Caceres. Già in bianconero nel 2009-10, l’uruguaiano può giocare al centro (come lui preferisce) o sulle fasce. A centrocampo c’è stata la sorpresa. Tutti aspettavano Nainggolan o Guarin e invece è arrivato Simone Padoin: non proprio la prima scelta. Ma a Conte sembra andar bene così: l’ex atalantino sa fare l’interno e il laterale. È un giocatore versatile. Uno di quelli che si adatta a fare tutto. In attacco è arrivato di Marco Borriello, uno che se sta bene sa come fare la differenza.
Milan – Voto: 6,5. Il sogno aveva un nome e un cognome: Carlos Tevez. A suo sfavore deponeva solo il fatto di non poter essere utilizzato in Champions League. Per il resto, era l’uomo giusto per sostituire Antonio Cassano. La trattativa era ben avviata. Ma al City hanno detto “no”. E Galliani è stato costretto a virare sulla prima punta Maxi Lopez. Non un brocco, certo. Ma con l’Apache, forse, sarebbe stata tutta un’altra storia. Al Milan serviva una seconda punta, uno da affiancare a quella macchina da gol che è Ibra. Ma tant’è. Oltre all’ex catanese, in rossonero sono arrivati tanti muscoli. Sono quelli di Sulley Muntari e quelli dei giovani Alexander Merkel e Rodney Strasser. Non uomini d’ordine. Ma polmoni buoni da impiegare nella lotta scudetto e in Champions. A questi si aggiunge un rinforzo in difesa: Djamel Mesbah. Buono per la corsia di sinistra, l’ex leccese è stato chiamato a sostituire l’evanescente –e mai davvero considerato- Taiwo, partito alla volta del QPR.
Udinese – Voto: 6. La sufficienza va riconosciuta solo perché da quelle parti i meccanismi sono così ben oliati da non aver bisogno di innesti. A Udine grandi acquisti non ce ne sono stati. La famiglia Pozzo non è avvezza a spese folli. Men che meno in tempi di magra. Francesco Guidolin non s’aspettava nessun nome altisonante. Che infatti non è arrivato. L’acquisto di punta dei friulani è stato Michele Pazienza, in uscita dalla Juventus. L’ex napoletano è stato comprato per dare un po’ d'ossigeno a un reparto, il centrocampo, che, tra la Coppa d’Africa e la fisiologica stanchezza di metà campionato, necessitava di un rinforzo. E, a giudicare dall’esordio, non si può certo dire che i dirigenti bianconeri abbiano visto male: subito schierato nella gara contro il Lecce, Pazienza ha ripagato la fiducia segnando un gol dopo appena 3 minuti. Meglio di così…
Lazio – Voto: 4,5. A Roma, il calciomercato di gennaio ha portato tanti mugugni e pochi sorrisi. «Sono partiti in cinque, è arrivato solo Candreva. Mi aspettavo di più», si è lamentato Edy Reja. Il tecnico friulano non ha tutti i torti. Sono andati via Stendardo, Del Nero, Carrizo, Cisse e Cavanda ma la casella degli acquisti, fatta eccezione per l’ex Cesena, è rimasta vuota. I sogni nel cassetto di Reja si chiamavano Honda, Nilmar, Palombo, Krasic e Guarin. Niente da fare: nessuno è arrivato. La rosa della Lazio andava rinforzata, soprattutto in attacco e a centrocampo. Candreva è un buon giocatore, che sa difendere e sa suggerire agli attaccanti. Ma ai biancocelesti serviva anche qualcos’altro: qualcuno che facesse fare uno scatto in avanti. Stando così le cose, l’unica speranza di Reja si chiama Milos Klose. Se si ferma lui la macchina si inceppa. E la qualificazione alla prossima Champions League salta.
Inter – Voto: 7. Per due che partono, due ne arrivano. Via Thiago Motta e Muntari, ecco Guarin e Palombo, i rinforzi che Ranieri voleva per il centrocampo. A loro si aggiunge il brasiliano Juan, un giovane da far maturare in prospettiva futura. L’unico neo è che il colombiano ex Porto non potrà essere inserito nelle liste Champions. Per il resto, i nerazzurri hanno tutte le carte per rallegrarsi. Angelo Palombo è abile nel giocare come mediano davanti alla difesa. Sa contenere e non disdegna di prendersi le sue responsabilità in fase d’impostazione. Fredy Guarin, momentaneamente in infermeria per una lesione al polpaccio (rientro previsto non prima di 3/4 settimane), «è forte fisicamente, con molta qualità e cambio di gioco. Ideale per noi», ha detto Claudio Ranieri. Il tecnico, con la protezione che possono assicurare i due neo arrivati, spera di riuscire a dare più equilibrio allo schieramento che prevede Sneijder come trequartista. Se così fosse, all’Inter avrebbero risolto due problemi: svecchiare la zona centrale e, forse, evitare la partenza dell’olandese in estate.
Napoli – Voto:6-. De Laurentiis si è visto poco in questa finestra di mercato. Il Napoli non è stato stravolto. Il patron azzurro ha messo a segno un solo colpo: il giovane talento cileno Vargas. Per il resto, solo operazioni in uscita di giocatori che non servivano a Mazzarri: Rinaudo, Mascara e Santana. Il Napoli, dunque, continua a reggersi sulle spalle e sulle gambe di Hamsik, Lavezzi e Cavani. I tre sono dei fuoriclasse ma stanno tirando la carretta da settembre. Il campionato del Napoli non sta andando a gonfie vele. E a metà febbraio riprende la Champions League. Forse qualcosa in più si poteva fare. No?
Roma – Voto: 6. Nessuno scossone. A Roma non è cambiato nulla. L’acquisto di punta è stato Marquinho. Il brasiliano non è una certezza ma una scommessa: l’ennesima. Baldini e Sabatini hanno avuto ragione con Lamela e Pjanic. A Luis Enrique il compito di trasformare il giovane centrocampista arrivato dal Fluminense in un giocatore adatto per la Serie A. Dalla Capitale sono partiti Marco Borriello (Juve) e David Pizarro (ManCity): a Trigoria nessuno sentirà la loro mancanza. I due erano ormai fuori dai giochi e dai progetti. Il tecnico asturiano non li considerava. Giusto andar via: per loro e per la Roma.
FOTO - Gli affari da Tripla A, ecco i campioni declassati & promossi - Rinnova o se ne va? Quanti gioielli in scadenza di contratto - L'album del calciomercato - I nuovi volti delle big
APPROFONDIMENTI - Lo Speciale Calciomercato - Arrivi e partenze: il tabellone del calciomercato - Tutte le notizie di calciomercato
Di Gianluca Maggiacomo
Juventus e Milan hanno rinforzato tutti e tre i reparti. L’Inter ha irrobustito il centrocampo. Lazio e Udinese hanno fatto poco o niente. Il mercato si è chiuso, ma il grande botto non è arrivato. Sarà stata la crisi economica, il fair play finanziario o la semplice voglia di risparmiare. Fatto sta che i colpi ad effetto non si sono visti. I presidenti hanno stretto la cinghia come mai avevano fatto negli ultimi cinque anni.
Le big hanno puntellato le rose ma senza svenarsi. I fuochi d’artificio ha provato a regalarli solo il Milan con Carlos Tevez. Ma gli sceicchi proprietari del Manchester City si sono messi di traverso e non c’è stato modo di farli cambiare idea. Tutto da rifare. Magari a giugno.
Juventus – Voto: 7,5. Antonio Conte aveva chiesto due cose a Beppe Marotta. La prima: sfoltire la rosa. La seconda: comprare un giocatore per reparto. Detto, fatto. Dalla Juve sono andati via tutti i giocatori che non facevano parte del progetto portato avanti dal tecnico leccese. E allora: Toni a Dubai, Iaquinta a Cesena, Amauri alla Fiorentina, Sorensen al Bologna, Pazienza a Udine e Motta al Catania. I bianconeri hanno acquistato un difensore, un centrocampista e una punta: proprio come voleva l’allenatore. Nel pacchetto arretrato è arrivato Martin Caceres. Già in bianconero nel 2009-10, l’uruguaiano può giocare al centro (come lui preferisce) o sulle fasce. A centrocampo c’è stata la sorpresa. Tutti aspettavano Nainggolan o Guarin e invece è arrivato Simone Padoin: non proprio la prima scelta. Ma a Conte sembra andar bene così: l’ex atalantino sa fare l’interno e il laterale. È un giocatore versatile. Uno di quelli che si adatta a fare tutto. In attacco è arrivato di Marco Borriello, uno che se sta bene sa come fare la differenza.
Milan – Voto: 6,5. Il sogno aveva un nome e un cognome: Carlos Tevez. A suo sfavore deponeva solo il fatto di non poter essere utilizzato in Champions League. Per il resto, era l’uomo giusto per sostituire Antonio Cassano. La trattativa era ben avviata. Ma al City hanno detto “no”. E Galliani è stato costretto a virare sulla prima punta Maxi Lopez. Non un brocco, certo. Ma con l’Apache, forse, sarebbe stata tutta un’altra storia. Al Milan serviva una seconda punta, uno da affiancare a quella macchina da gol che è Ibra. Ma tant’è. Oltre all’ex catanese, in rossonero sono arrivati tanti muscoli. Sono quelli di Sulley Muntari e quelli dei giovani Alexander Merkel e Rodney Strasser. Non uomini d’ordine. Ma polmoni buoni da impiegare nella lotta scudetto e in Champions. A questi si aggiunge un rinforzo in difesa: Djamel Mesbah. Buono per la corsia di sinistra, l’ex leccese è stato chiamato a sostituire l’evanescente –e mai davvero considerato- Taiwo, partito alla volta del QPR.
Udinese – Voto: 6. La sufficienza va riconosciuta solo perché da quelle parti i meccanismi sono così ben oliati da non aver bisogno di innesti. A Udine grandi acquisti non ce ne sono stati. La famiglia Pozzo non è avvezza a spese folli. Men che meno in tempi di magra. Francesco Guidolin non s’aspettava nessun nome altisonante. Che infatti non è arrivato. L’acquisto di punta dei friulani è stato Michele Pazienza, in uscita dalla Juventus. L’ex napoletano è stato comprato per dare un po’ d'ossigeno a un reparto, il centrocampo, che, tra la Coppa d’Africa e la fisiologica stanchezza di metà campionato, necessitava di un rinforzo. E, a giudicare dall’esordio, non si può certo dire che i dirigenti bianconeri abbiano visto male: subito schierato nella gara contro il Lecce, Pazienza ha ripagato la fiducia segnando un gol dopo appena 3 minuti. Meglio di così…
Lazio – Voto: 4,5. A Roma, il calciomercato di gennaio ha portato tanti mugugni e pochi sorrisi. «Sono partiti in cinque, è arrivato solo Candreva. Mi aspettavo di più», si è lamentato Edy Reja. Il tecnico friulano non ha tutti i torti. Sono andati via Stendardo, Del Nero, Carrizo, Cisse e Cavanda ma la casella degli acquisti, fatta eccezione per l’ex Cesena, è rimasta vuota. I sogni nel cassetto di Reja si chiamavano Honda, Nilmar, Palombo, Krasic e Guarin. Niente da fare: nessuno è arrivato. La rosa della Lazio andava rinforzata, soprattutto in attacco e a centrocampo. Candreva è un buon giocatore, che sa difendere e sa suggerire agli attaccanti. Ma ai biancocelesti serviva anche qualcos’altro: qualcuno che facesse fare uno scatto in avanti. Stando così le cose, l’unica speranza di Reja si chiama Milos Klose. Se si ferma lui la macchina si inceppa. E la qualificazione alla prossima Champions League salta.
Inter – Voto: 7. Per due che partono, due ne arrivano. Via Thiago Motta e Muntari, ecco Guarin e Palombo, i rinforzi che Ranieri voleva per il centrocampo. A loro si aggiunge il brasiliano Juan, un giovane da far maturare in prospettiva futura. L’unico neo è che il colombiano ex Porto non potrà essere inserito nelle liste Champions. Per il resto, i nerazzurri hanno tutte le carte per rallegrarsi. Angelo Palombo è abile nel giocare come mediano davanti alla difesa. Sa contenere e non disdegna di prendersi le sue responsabilità in fase d’impostazione. Fredy Guarin, momentaneamente in infermeria per una lesione al polpaccio (rientro previsto non prima di 3/4 settimane), «è forte fisicamente, con molta qualità e cambio di gioco. Ideale per noi», ha detto Claudio Ranieri. Il tecnico, con la protezione che possono assicurare i due neo arrivati, spera di riuscire a dare più equilibrio allo schieramento che prevede Sneijder come trequartista. Se così fosse, all’Inter avrebbero risolto due problemi: svecchiare la zona centrale e, forse, evitare la partenza dell’olandese in estate.
Napoli – Voto:6-. De Laurentiis si è visto poco in questa finestra di mercato. Il Napoli non è stato stravolto. Il patron azzurro ha messo a segno un solo colpo: il giovane talento cileno Vargas. Per il resto, solo operazioni in uscita di giocatori che non servivano a Mazzarri: Rinaudo, Mascara e Santana. Il Napoli, dunque, continua a reggersi sulle spalle e sulle gambe di Hamsik, Lavezzi e Cavani. I tre sono dei fuoriclasse ma stanno tirando la carretta da settembre. Il campionato del Napoli non sta andando a gonfie vele. E a metà febbraio riprende la Champions League. Forse qualcosa in più si poteva fare. No?
Roma – Voto: 6. Nessuno scossone. A Roma non è cambiato nulla. L’acquisto di punta è stato Marquinho. Il brasiliano non è una certezza ma una scommessa: l’ennesima. Baldini e Sabatini hanno avuto ragione con Lamela e Pjanic. A Luis Enrique il compito di trasformare il giovane centrocampista arrivato dal Fluminense in un giocatore adatto per la Serie A. Dalla Capitale sono partiti Marco Borriello (Juve) e David Pizarro (ManCity): a Trigoria nessuno sentirà la loro mancanza. I due erano ormai fuori dai giochi e dai progetti. Il tecnico asturiano non li considerava. Giusto andar via: per loro e per la Roma.