Bye bye sogno americano: più si va a Est, più si guadagna

Calciomercato
"The Italian Job", titola il sito della Mls sulla trattativa che potrebbe portare Del Piero ai Montreal Impact
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Sarà la crisi economica che da tempo attanaglia anche la superpotenza a stelle e strisce, ma il salary cap, tetto degli ingaggi che riguarda tutte le società sportive americane, rischia di rendere meno appetibile la Major League Soccer

di Alfredo Alberico

L'american dream, quel sogno americano raccontato in lungo e in largo dal cinema statunitense, non esiste più. Bisogna farsene una ragione, almeno nel calcio. Sarà la crisi economica che da tempo attanaglia anche la superpotenza a stelle e strisce, ma il salary cap, tetto degli ingaggi che riguarda tutte le società sportive americane (le cosiddette franchigie) rende oggi meno appetibile la Mls -Major League Soccer- ai campioni che, più o meno a fine carriera, ricevono offerte da questo campionato. Per un Marco Di Vaio che già ha stretto un'intesa con il Montreal Impact, altre stelle del calcio mondiale potrebbero invece tentennare e addirittura rifiutare l'invito. L'ex juventino Alessandro Del Piero su tutti, considerato vicino alla stessa formazione canadese. Alla finestra anche un altro Alessandro, l'ex milanista Nesta.

Cos'è il salary cap?
- Cifra massima che ogni squadra ha a disposizione per pagare gli ingaggi dei propri giocatori, il salary cap è stato tra i motivi della serrata che ha paralizzato metà stagione nella Nba (il campionato di basket). Un limite diventato nel pallone piuttosto rigido. Nella Mls gli stipendi degli atleti sono pubblicati sul sito ufficiale della lega: David Beckham dei Los Angeles Galaxy, con i suoi 3 milioni di dollari nel 2012 (bonus a parte) è il calciatore che guadagna più di tutti; 44mila dollari, invece, rappresentano la cifra minima che finisce sul conto corrente ad esempio di Emiliano Bonfigli, attaccante argentino del Real Salt Lake City.

"Go East"
- Ormai lo sanno anche i muri, chi più va ad Est più guadagna. I soldi, a vagonate, arrivano solo dai grandi magnati del calcio d'Oriente. In Russia in particolare, come insegna la vicenda di Samuel Eto'o, passato circa un anno fa dall'Inter all'Anži con un contratto di 20,5 milioni di euro a stagione per tre anni. Bruscolini, a confronto, i dollari percepiti da Beckham. Ecco perché Del Piero, pur mosso ancora da grande passione, potrebbe virare verso Est. In Cina, magari, dove il francese Nicolas Anelka ha sposato la causa dello Shanghai Shenhua a 10,6 milioni l'anno per due stagioni; oppure verso gli Emirati Arabi. A Dubai, all'Al-Ahli, Fabio Cannavaro non deve essersi trovato malaccio, così come Diego Armando Maradona, dall'altra parte della città, sulla panchina dell'Al-Wasl e Zenga con Toni all'Al-Nasr. Perché nel deserto, al momento, sembrano esserci meno miraggi che a New York. Per tutto questo, chissà se basteranno il fascino della Grande Mela e la passione per la Nba a portare l'ex capitano bianconero negli States.