Inter, ecco chi è Paulinho: uno bravo a fare tutto
CalciomercatoBravo coi piedi, forte fisicamente, utilissimo cacciatore di palloni e all'occorrenza decisivo in zona gol: sono queste le caratteristiche del centrocampista brasiliano, fresco vincitore della Libertadores con il Corinthians, che piace ai nerazzurri
di Valerio Spina
Si chiama José Paulo Bezerra Maciel Júnior ma per tutti ormai è solo Paulinho. Bravo coi piedi, forte fisicamente, utilissimo cacciatore di palloni e all'occorrenza decisivo negli inserimenti in zona gol. Uno che in poche parole è bravo a fare tutto.
Per questo farebbe comodo a Stramaccioni. Come mediano davanti alla difesa nel 4-2-3-1 ma anche come interno nel 4-3-3. A nemmeno 24 anni è uno dei giocatori più seguiti del mercato brasiliano dopo aver vinto, in meno di 2 anni al Corinthians, Brasilerao (nominato miglior centrocampista del torneo) e Copa Libertadores.
Ora potrebbe tentare il grande salto in Europa dopo averla già assaggiata da ragazzino nel 2006. Prima in Lituania a Vilnius e poi in Polonia a Lodz. 2 anni complicati che lo hanno convinto a tornare a casa. Dove è ripartito da zero, dalla squadra che lo aveva lanciato, il Pao de Acucar, nella quarta divisione del campionato paulista. Poi Bragantino, prima del crack a San Paolo col Corinthians.
Un strada tortuosa, così come la proprietà del suo cartellino, diviso in 3 parti: 45% di proprietà del fondo Audax, un altro 45% della banca brasiliana BMG e il restante 10% del Bragantino (ultimo club di appartenenza). Ora Paulinho vuole semplificare il percorso che porta al mondiale brasiliano del 2014: per questo ha detto no alla proposta russa del CSKA Mosca. Meglio allora un grande campionato europeo come quello italiano.
Si chiama José Paulo Bezerra Maciel Júnior ma per tutti ormai è solo Paulinho. Bravo coi piedi, forte fisicamente, utilissimo cacciatore di palloni e all'occorrenza decisivo negli inserimenti in zona gol. Uno che in poche parole è bravo a fare tutto.
Per questo farebbe comodo a Stramaccioni. Come mediano davanti alla difesa nel 4-2-3-1 ma anche come interno nel 4-3-3. A nemmeno 24 anni è uno dei giocatori più seguiti del mercato brasiliano dopo aver vinto, in meno di 2 anni al Corinthians, Brasilerao (nominato miglior centrocampista del torneo) e Copa Libertadores.
Ora potrebbe tentare il grande salto in Europa dopo averla già assaggiata da ragazzino nel 2006. Prima in Lituania a Vilnius e poi in Polonia a Lodz. 2 anni complicati che lo hanno convinto a tornare a casa. Dove è ripartito da zero, dalla squadra che lo aveva lanciato, il Pao de Acucar, nella quarta divisione del campionato paulista. Poi Bragantino, prima del crack a San Paolo col Corinthians.
Un strada tortuosa, così come la proprietà del suo cartellino, diviso in 3 parti: 45% di proprietà del fondo Audax, un altro 45% della banca brasiliana BMG e il restante 10% del Bragantino (ultimo club di appartenenza). Ora Paulinho vuole semplificare il percorso che porta al mondiale brasiliano del 2014: per questo ha detto no alla proposta russa del CSKA Mosca. Meglio allora un grande campionato europeo come quello italiano.