Il travaso: quando Zamparini portò mezzo Venezia a Palermo
CalciomercatoAltro che Psg: dieci anni fa l'imprenditore friulano acquistò il club siciliano in B, caricò su un pullmino 12 giocatori e li trasferì dal ritiro dei veneti a quello rosanero. Lasciando l'allenatore Bellotto con una manciata di ragazzini...
di Lorenzo Longhi
Non dev'essere male, di questi tempi, essere l'allenatore del Paris Saint Germain, mostro fagocitante dell'attuale mercato: un giorno ti mettono in rosa una grande promessa, quello dopo campione affermato, l'altro ancora un fuoriclasse. Eppure, a tutti quelli che oggi considerano Al-Thani la rovina del calcio, basterebbe ricordare che c'è un record (italiano...) che lo sceicco difficilmente riuscirà a battere e un allenatore che, al contrario di Ancelotti che deve "solo" vincere, allora fu messo nelle condizioni ideali per potere "solo" perdere.
E' storia di dieci anni fa, estate 2002. La serie B non è il megafono ideale per tramandarne la memoria in saecula saeculorum, ma quello che fece allora Maurizio Zamparini fu strepitoso.
Proprietario del Venezia da poco retrocesso, l'imprenditore friulano era alla ricerca di una piazza più importante e stava trattando l'acquisto del Genoa: l'operazione era a buon punto, nonostante qualche inghippo. L'accordo prevedeva che in rossoblù sarebbero passati anche una mezza dozzina di giocatori del Venezia e l'allenatore Glerean. Poi, però, accadde qualcosa: Sensi, allora proprietario del Palermo, contattò Zamparini, che bloccò la trattativa per i rossoblù. Zamparini chiamò Bellotto alla guida del Venezia che, il giorno dopo, sarebbe partito per il ritiro di Pergine Valsugana, quindi rilevò il club siciliano, portando con sé un allenatore (indovinato? Sì, sempre Glerean) e l'accordo per il trasferimento di 12 giocatori. Così, un giorno, un pullman noleggiato dal Palermo salì a Pergine, imbarcò il portiere Rossi, i difensori Bilica, Conteh e Modesto, i centrocampisti Lai, Marasco, Morrone, Ongfiang, Santana e Soligo (che poi venne riprestato al Venezia), gli attaccanti Di Napoli e Maniero e percorse i 119 chilometri che dividevano la sede del ritiro veneziano con Longarone, dove in ritiro c'era il Palermo.
Travaso compiuto: Bellotto - che un paio di giorni dopo salutò, destinazione Longarone, anche Budan e Ciullo - rimase in ritiro con una decina di ragazzini e i "senatori" Brivio, Bettarini, Pavan e Bressan. Dopo la singolare transumanza, dovette ripartire quasi da zero, con evidente ritardo e mille problemi. Bene: il Venezia, nonostante tutto, si salvò senza patimenti, mentre il Palermo di Zamparini non riuscì ad ottenere la promozione. E soprattutto, al Barbera a novembre, con 7 ex in campo, venne sconfitto dal Venezia di Bellotto per 2-0. Una piccola ed effimera vendetta, considerando la storia successiva dei due club, ma piuttosto significativa. Perché, a volte, non solo nei fumetti vincono i più piccoli.
Non dev'essere male, di questi tempi, essere l'allenatore del Paris Saint Germain, mostro fagocitante dell'attuale mercato: un giorno ti mettono in rosa una grande promessa, quello dopo campione affermato, l'altro ancora un fuoriclasse. Eppure, a tutti quelli che oggi considerano Al-Thani la rovina del calcio, basterebbe ricordare che c'è un record (italiano...) che lo sceicco difficilmente riuscirà a battere e un allenatore che, al contrario di Ancelotti che deve "solo" vincere, allora fu messo nelle condizioni ideali per potere "solo" perdere.
E' storia di dieci anni fa, estate 2002. La serie B non è il megafono ideale per tramandarne la memoria in saecula saeculorum, ma quello che fece allora Maurizio Zamparini fu strepitoso.
Proprietario del Venezia da poco retrocesso, l'imprenditore friulano era alla ricerca di una piazza più importante e stava trattando l'acquisto del Genoa: l'operazione era a buon punto, nonostante qualche inghippo. L'accordo prevedeva che in rossoblù sarebbero passati anche una mezza dozzina di giocatori del Venezia e l'allenatore Glerean. Poi, però, accadde qualcosa: Sensi, allora proprietario del Palermo, contattò Zamparini, che bloccò la trattativa per i rossoblù. Zamparini chiamò Bellotto alla guida del Venezia che, il giorno dopo, sarebbe partito per il ritiro di Pergine Valsugana, quindi rilevò il club siciliano, portando con sé un allenatore (indovinato? Sì, sempre Glerean) e l'accordo per il trasferimento di 12 giocatori. Così, un giorno, un pullman noleggiato dal Palermo salì a Pergine, imbarcò il portiere Rossi, i difensori Bilica, Conteh e Modesto, i centrocampisti Lai, Marasco, Morrone, Ongfiang, Santana e Soligo (che poi venne riprestato al Venezia), gli attaccanti Di Napoli e Maniero e percorse i 119 chilometri che dividevano la sede del ritiro veneziano con Longarone, dove in ritiro c'era il Palermo.
Travaso compiuto: Bellotto - che un paio di giorni dopo salutò, destinazione Longarone, anche Budan e Ciullo - rimase in ritiro con una decina di ragazzini e i "senatori" Brivio, Bettarini, Pavan e Bressan. Dopo la singolare transumanza, dovette ripartire quasi da zero, con evidente ritardo e mille problemi. Bene: il Venezia, nonostante tutto, si salvò senza patimenti, mentre il Palermo di Zamparini non riuscì ad ottenere la promozione. E soprattutto, al Barbera a novembre, con 7 ex in campo, venne sconfitto dal Venezia di Bellotto per 2-0. Una piccola ed effimera vendetta, considerando la storia successiva dei due club, ma piuttosto significativa. Perché, a volte, non solo nei fumetti vincono i più piccoli.