Un altro mercato è possibile: Wba, sogno Europa in economia

Calciomercato
Lukaku esulta dopo la rete al Sunderland (Getty)
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In poche stagioni il West Bromwich Albion ha costruito una rosa di svincolati importanti (come Gera e Odemwingie) e occasioni (Mulumbu), con un piccolo colpo all'anno e qualche prestito di alto livello (Lukaku). Oggi è terzo in Premier League

di Lorenzo Longhi

Nonostante sia ad appena 4 punti dallo United capolista e a -3 dal City secondo, nessuno si illude che possa lottare per il titolo. Eppure il West Bromwich Albion, terzo in classifica ad oltre un terzo della Premier League, oggi è addirittura in zona Champions e, fatto salvo un possibile calo, potrebbe trovarsi a lottare almeno per il quinto posto che garantisce l'Europa League. E' esattamente da 20 anni, dal 1982, che i Baggies non vivono l'atmosfera di una competizione internazionale.

Ha un gioco tutt'altro che spettacolare, il Wba, ma funziona. Liverpool, Everton e Chelsea hanno tutte perso al The Hawthorns, dove solo il City ha vinto faticando però più del dovuto. Non è un caso, ma certo quello del West Bromwich è un progetto che, già da qualche anno, sta raccontando al calcio inglese che un altro mercato è possibile, con un manager non plenipotenziario (Clarke, ma prima Di Matteo e Hodgson) affiancato da un direttore sportivo di grande capacità e lungimiranza.

E' appunto il mercato del Wba ad ottenere consensi. Il grosso della spesa sono stati i 6,5 milioni di sterline (circa 5 milioni di euro) finiti nelle casse del Birmingham per il riscatto del portiere Ben Foster, già al Wba in prestito oneroso la scorsa stagione. Il resto del mercato ha visto l'arrivo di svincolati di valore e prestiti che non stanno fallendo: alla prima categoria appartengono l'ex Werder Brema Rosenberg, ottima alternativa d'attacco, e la sorpresa Claudio Yacob, 24enne centrocampista ex Racing Avellaneda che è oggi un pilastro della mediana; alla seconda Romelu Lukaku, 19enne belga di proprietà del Chelsea, 11 presenze, 4 reti e 1 assist in questo campionato. Ma alla categoria dei parametro zero appartengono anche Gareth McAuley e Zoltan Gera, giunti un anno fa, e l'uzbeko-nigeriano Peter Odemwingie, rilevato nel 2010, tutti giocatori che formano lo scheletro della squadra.

Merito del lavoro del direttore sportivo Dan Ashworth, che negli anni ha costruito la squadra in economia, ma con sagacia, portandola ad un continuo e costante miglioramento, aggiungendo agli svincolati e a qualche occasione (il caso di Youssouf Mulumbu è eclatante, ma anche Olsson si è rivelato un affare) un pezzo pregiato ogni tanto, come appunto il riscatto di Foster o l'acquisto del bomber irlandese Long. Non meno eccellente la scelta dell'allenatore, quello Steve Clarke che, dopo una vita da assistente di Mourinho, Grant, Zola e Dalglish fra Chelsea, West Ham e Liverpool, a 49 anni ha avuto la prima vera occasione e la sta sfruttando al meglio. Sinora, una splendida storia, in cui tutto ha funzionato alla perfezione. Ma Ashworth, a fine stagione, lascerà il Wba per un incarico nella Fa: "Director of elite development", la qualifica. Ma al Wba un sostituto ancora non c'è...