Milan, rivoluzione d'attacco: resta solo il Faraone
CalciomercatoDa Ibra a Pato, con il mercato di gennaio i rossoneri ridisegneranno il reparto avanzato. Con le imminenti partenze del Papero e di Robinho, Galliani deve regalare un compagno a El Shaarawy che è diventato l'unico punto fermo della squadra in avanti
La rivoluzione d'attacco dice sei su sette. E' passato appena un anno ma lì davanti, a Milanello, se ne sono andati praticamente tutti. O quasi. L'unico che ha continuato a vestire il rossonero è Stephan El Shaarawy, che però l'anno scorso di questi tempi aveva giocato solo 182 minuti e segnato soltanto un gol, contro l'Udinese. Gli altri hanno scelto o stanno scegliendo tutti altre strade. Di Pato e Robinho sappiamo tutto. Galliani ha passato delle vacanze di lavoro in Brasile, ha praticamente chiuso per il Papero, lo farà, superando qualche intoppo, anche per Robinho, per il quale il Santos non molla. Il primo ad andarsene è stato però Ibra, che in estate non ha saputo dire di no ai soldi degli sceicchi del Psg.
Da qui è partita la rivoluzione rossonera. Rinunciare ad Ibra per il bilancio sottintendeva un cambio radicale del Milan. Che piano piano si sta trasformando. Nel gioco, prima, negli uomini, poi. Se n'è andato anche Cassano. Non si è sentito al centro del progetto. Non si è sentito l'uomo su cui puntare. Ha preferito cambiare ancora, ha preferito l'Inter. Avrebbe invece voluto rimanere Maxi Lopez, ma appena un gol in otto presenze in campionato. Troppo poco per meritare la conferma. Troppi otto milioni per rivederlo a Milanello.
Tantissimi gol non sono serviti per la conferma di Inzaghi. C'era l'anno di nascita a remare contro. E così superPippo ha accettato di iniziare la carriera da allenatore. Allievi Nazionali del Milan. Con il brivido, finora solo mediatico, di poter sedere sulla panchina dei grandi. Con i soldi di Pato e Binho ora Galliani dovrà comprare un compagno d'attacco per El Shaarawy. Per continuare a farlo segnare e per completare la rivoluzione.
Da qui è partita la rivoluzione rossonera. Rinunciare ad Ibra per il bilancio sottintendeva un cambio radicale del Milan. Che piano piano si sta trasformando. Nel gioco, prima, negli uomini, poi. Se n'è andato anche Cassano. Non si è sentito al centro del progetto. Non si è sentito l'uomo su cui puntare. Ha preferito cambiare ancora, ha preferito l'Inter. Avrebbe invece voluto rimanere Maxi Lopez, ma appena un gol in otto presenze in campionato. Troppo poco per meritare la conferma. Troppi otto milioni per rivederlo a Milanello.
Tantissimi gol non sono serviti per la conferma di Inzaghi. C'era l'anno di nascita a remare contro. E così superPippo ha accettato di iniziare la carriera da allenatore. Allievi Nazionali del Milan. Con il brivido, finora solo mediatico, di poter sedere sulla panchina dei grandi. Con i soldi di Pato e Binho ora Galliani dovrà comprare un compagno d'attacco per El Shaarawy. Per continuare a farlo segnare e per completare la rivoluzione.