Da tozzo di pane a tartina: l'incrediBale crescita di Gareth
CalciomercatoE' uno solo ma per il Real si farà in 5, come i ruoli che può ricoprire. A sorridere, però, è soprattutto il bilancio del Tottenham, che l'aveva acquistato per 6 milioni. Conti alla mano, una plusvalenza di 103 milioni mai registrata prima
di Vanni Spinella
Difficilmente qualcuno potrà mai rendere l’idea di una plusvalenza meglio dell'avvocato Agnelli. "L'abbiamo comprato per un tozzo di pane, lui ci ha messo sopra il foie gras", disse di Platini, acquistato per pochi spiccioli dell'epoca e mai rivenduto dalla Juventus, con cui terminò la carriera: cosa che ci permette soltanto di immaginare la valutazione che ne sarebbe stata fatta e, di conseguenza, la mostruosa plusvalenza.
L’evoluzione da pane secco a tartina è quella che segnò la carriera di un altro francese illustre, Zinedine Zidane, sempre con la Juve di mezzo, che questa volta però i soldi li vide sul serio. Pagato al Bordeaux 7,5 miliardi di lire (poco più di quello che, nella stessa estate, paga il Milan per Dugarry), rivenduto per 150 al Real che con lui inaugura la collezione dei galacticos. A bilancio, una plusvalenza da oltre 70 milioni di euro.
Record rimasto imbattuto da quell’estate del 2001 al 2009, anno in cui – sempre il Real Madrid; e chi se no? – paga per Cristiano Ronaldo la cifra record di 94 milioni di euro. In questo caso a beneficiarne è il bilancio del Manchester United, che nel 2003 aveva versato per CR7 circa 14 milioni allo Sporting Lisbona: +80.
Nessuno “plusvalutato” come lui, negli ultimi anni: né Kakà (il Milan lo compra a 8 milioni dal San Paolo e lo rivende a 65 al Real Madrid: +57) né Ibrahimovic (l’Inter lo paga quasi 25 milioni alla Juve e lo rivende al Barça per quasi 70: +45) né Pastore (Zamparini lo paga 7 e ne incassa 42 dal Psg: +35).
Fino ad oggi: nell'estate delle grandi plusvalenze (Cavani +47, pagato 17 e rivenduto a 64; Marquinhos +28, pagato 3 e venduto a 31; Falcao +20, pagato 40 e rivenduto a 60) Gareth Bale scalza tutti e aggiorna la storia. Non solo per i 109 milioni di euro sborsati dal Real Madrid (sempre pronto a battere se stesso) ma anche per il +103 che fa sorridere il bilancio del Tottenham, che lo aveva prelevato dal Southampton per circa 6 milioni. Un altro tozzo di pane.
In comune con CR, oltre alle montagne di soldi spostate e al modo di calciare le punizioni (gambe larghe prima della rincorsa e palla che cade dopo la barriera), l'evoluzione tattica in campo (ma al portoghese mancano le origini da umile terzino): da esterno basso ad ala, fino all'accentramento voluto da Redknapp (trequartista) e al passo finale di Villas-Boas, che ha visto in lui – e ci ha visto bene – anche un centravanti. E così sono arrivati persino i gol di testa. In Spagna si fregano le mani dicendo che può ricoprire 5 ruoli, trovando spazio in qualsiasi modulo. Vista così, i 109 milioni del Real suonano come un affare, dato che “ogni Bale” verrebbe a costare meno di 22 milioni. Il problema è che quando si fa male uno, si fermano tutti e cinque.
Difficilmente qualcuno potrà mai rendere l’idea di una plusvalenza meglio dell'avvocato Agnelli. "L'abbiamo comprato per un tozzo di pane, lui ci ha messo sopra il foie gras", disse di Platini, acquistato per pochi spiccioli dell'epoca e mai rivenduto dalla Juventus, con cui terminò la carriera: cosa che ci permette soltanto di immaginare la valutazione che ne sarebbe stata fatta e, di conseguenza, la mostruosa plusvalenza.
L’evoluzione da pane secco a tartina è quella che segnò la carriera di un altro francese illustre, Zinedine Zidane, sempre con la Juve di mezzo, che questa volta però i soldi li vide sul serio. Pagato al Bordeaux 7,5 miliardi di lire (poco più di quello che, nella stessa estate, paga il Milan per Dugarry), rivenduto per 150 al Real che con lui inaugura la collezione dei galacticos. A bilancio, una plusvalenza da oltre 70 milioni di euro.
Record rimasto imbattuto da quell’estate del 2001 al 2009, anno in cui – sempre il Real Madrid; e chi se no? – paga per Cristiano Ronaldo la cifra record di 94 milioni di euro. In questo caso a beneficiarne è il bilancio del Manchester United, che nel 2003 aveva versato per CR7 circa 14 milioni allo Sporting Lisbona: +80.
Nessuno “plusvalutato” come lui, negli ultimi anni: né Kakà (il Milan lo compra a 8 milioni dal San Paolo e lo rivende a 65 al Real Madrid: +57) né Ibrahimovic (l’Inter lo paga quasi 25 milioni alla Juve e lo rivende al Barça per quasi 70: +45) né Pastore (Zamparini lo paga 7 e ne incassa 42 dal Psg: +35).
Fino ad oggi: nell'estate delle grandi plusvalenze (Cavani +47, pagato 17 e rivenduto a 64; Marquinhos +28, pagato 3 e venduto a 31; Falcao +20, pagato 40 e rivenduto a 60) Gareth Bale scalza tutti e aggiorna la storia. Non solo per i 109 milioni di euro sborsati dal Real Madrid (sempre pronto a battere se stesso) ma anche per il +103 che fa sorridere il bilancio del Tottenham, che lo aveva prelevato dal Southampton per circa 6 milioni. Un altro tozzo di pane.
In comune con CR, oltre alle montagne di soldi spostate e al modo di calciare le punizioni (gambe larghe prima della rincorsa e palla che cade dopo la barriera), l'evoluzione tattica in campo (ma al portoghese mancano le origini da umile terzino): da esterno basso ad ala, fino all'accentramento voluto da Redknapp (trequartista) e al passo finale di Villas-Boas, che ha visto in lui – e ci ha visto bene – anche un centravanti. E così sono arrivati persino i gol di testa. In Spagna si fregano le mani dicendo che può ricoprire 5 ruoli, trovando spazio in qualsiasi modulo. Vista così, i 109 milioni del Real suonano come un affare, dato che “ogni Bale” verrebbe a costare meno di 22 milioni. Il problema è che quando si fa male uno, si fermano tutti e cinque.