Chi è Filip Djordjevic, l'ultimo acquisto della Lazio
CalciomercatoSerbo, 26 anni, da sei stagioni milita nel Nantes. In scadenza di contratto a giugno, l'Inter ha cercato di soffiarlo, invano, al club di Lotito. Centravanti puro, mancino, segna quasi solamente da dentro l'area di rigore. E ha un bel caratterino
di Luciano Cremona
L'identikit è quello perfetto: centravanti d'area di rigore, già pronto all'uso e non da formare, economico e garantito. Con un plus: non un giocatore da rilanciare, bensì uno nel pieno della sua carriera, da sfruttare subito e, perché no, da valorizzare ulteriormente. Ecco perché l'Inter aveva puntato gli occhi su Filip Djordjevic, attaccante serbo classe 1986, che da sei anni milita nel Nantes. Ma lui ha scelto di andare alla Lazio. Djordjevic aveva un contratto con i francesi in scadenza giugno 2014: la scorsa settimana il Nantes lo aveva ceduto al Trabzonspor per un milione, prima del rifiuto della punta; poi era subentrata la Lazio, appunto, che ha battuto la concorrenza dei nerazzurri per assicurarsi l'attaccante lanciato in nazionale da Sinisa Mihajlovic.
Cresciuto nella Stella Rossa, società con la quale ha disputato solo qualche partita prima di essere ceduto definitivamente al Nantes nel 2008, Djordjevic è un classico attaccante d'area di rigore. Mancino, 186 cm per 85 chili, finalizzatore puro, di quelli che in Inghilterra definiscono "fox-in-the-boxe", "volpe nell'area". Non un iradiddio di testa, però. L'esplosione, nel campionato di Serie B francese la scorsa stagione, dopo anni di gol a singhiozzo sempre con il Nantes: nel 2012/2013 con i suoi 20 gol ha riportato i canarini in Ligue1, dove, quest'anno, ha iniziato alla grande, segnando 8 gol nelle prime 13 partite di campionato.
Un dato per tratteggiarne al meglio le caratteristiche: in quelle prime 13 partite, Djordjevic ha siglato 8 gol calciando in porta soltanto 10 volte. Una percentuale di realizzazione molto alta. Tutte le reti di questa stagione sono state realizzate da dentro l'area. Il paragone fatto da un compagno di squadra è quello con Filippo Inzaghi: "Per lunghi tratti della partita ti dimentichi di lui, si nasconde. Poi, all'improvviso, ti punisce". Più che SuperPippo, però, ricorda forse il primo Bobo Vieri. Con meno strapotenza, certo.
Anche a livello caratteriale il serbo sembra essere formato e pronto per il salto in Serie A. La scorsa estate ha attaccato pubblicamente la propria dirigenza, accusandola di incompetenza: il Nantes aveva giocato un match schierando un giocatore squalificato. "Sono qui da cinque anni, ci sono oltre cinquanta persone assunte: l'80% di essi non ho idea di cosa facciano". La sua esperienza al Nantes si è esaurita in maniera naturale: "Se voglio restare? Sì, in Francia, Dicono che non sono abbastanza bravo per questi livelli? Chi l'ha detto?", ha dichiarato in una recente intervista, aprendo ad un possibile passaggio in un top team transalpino. Ora, invece, il salto in Italia. Dove potrà mettere al servizio di Mazzarri le proprie doti di finalizzatore, che lo avevano contraddistinto con la Serbia Under 21 e che avevano convinto Mihajlovic a lanciarlo in nazionale maggiore.
L'identikit è quello perfetto: centravanti d'area di rigore, già pronto all'uso e non da formare, economico e garantito. Con un plus: non un giocatore da rilanciare, bensì uno nel pieno della sua carriera, da sfruttare subito e, perché no, da valorizzare ulteriormente. Ecco perché l'Inter aveva puntato gli occhi su Filip Djordjevic, attaccante serbo classe 1986, che da sei anni milita nel Nantes. Ma lui ha scelto di andare alla Lazio. Djordjevic aveva un contratto con i francesi in scadenza giugno 2014: la scorsa settimana il Nantes lo aveva ceduto al Trabzonspor per un milione, prima del rifiuto della punta; poi era subentrata la Lazio, appunto, che ha battuto la concorrenza dei nerazzurri per assicurarsi l'attaccante lanciato in nazionale da Sinisa Mihajlovic.
Cresciuto nella Stella Rossa, società con la quale ha disputato solo qualche partita prima di essere ceduto definitivamente al Nantes nel 2008, Djordjevic è un classico attaccante d'area di rigore. Mancino, 186 cm per 85 chili, finalizzatore puro, di quelli che in Inghilterra definiscono "fox-in-the-boxe", "volpe nell'area". Non un iradiddio di testa, però. L'esplosione, nel campionato di Serie B francese la scorsa stagione, dopo anni di gol a singhiozzo sempre con il Nantes: nel 2012/2013 con i suoi 20 gol ha riportato i canarini in Ligue1, dove, quest'anno, ha iniziato alla grande, segnando 8 gol nelle prime 13 partite di campionato.
Un dato per tratteggiarne al meglio le caratteristiche: in quelle prime 13 partite, Djordjevic ha siglato 8 gol calciando in porta soltanto 10 volte. Una percentuale di realizzazione molto alta. Tutte le reti di questa stagione sono state realizzate da dentro l'area. Il paragone fatto da un compagno di squadra è quello con Filippo Inzaghi: "Per lunghi tratti della partita ti dimentichi di lui, si nasconde. Poi, all'improvviso, ti punisce". Più che SuperPippo, però, ricorda forse il primo Bobo Vieri. Con meno strapotenza, certo.
Anche a livello caratteriale il serbo sembra essere formato e pronto per il salto in Serie A. La scorsa estate ha attaccato pubblicamente la propria dirigenza, accusandola di incompetenza: il Nantes aveva giocato un match schierando un giocatore squalificato. "Sono qui da cinque anni, ci sono oltre cinquanta persone assunte: l'80% di essi non ho idea di cosa facciano". La sua esperienza al Nantes si è esaurita in maniera naturale: "Se voglio restare? Sì, in Francia, Dicono che non sono abbastanza bravo per questi livelli? Chi l'ha detto?", ha dichiarato in una recente intervista, aprendo ad un possibile passaggio in un top team transalpino. Ora, invece, il salto in Italia. Dove potrà mettere al servizio di Mazzarri le proprie doti di finalizzatore, che lo avevano contraddistinto con la Serbia Under 21 e che avevano convinto Mihajlovic a lanciarlo in nazionale maggiore.