Doria, Ralf & Co: alla scoperta dei brasiliani che verranno

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Ralf, in maglia verdeoro, contro gli eterni rivali dell'Argentina: il Napoli lo segue (Foto Getty)
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Nomi curiosi accostati a club come Napoli, Roma e Milan, su suggerimento dei rispettivi allenatori. Seedorf vuole il difensore del Botafogo, suo ex-compagno di squadra; Benitez ricorda quando il mediano del Corinthians gli scippò il Mondiale per Club

di Vanni Spinella

Ripensate per un attimo alla faccia che avete fatto la prima volta che avete sentito il nome Neymar. Al sorrisetto con cui avete accolto Kakà. O al “mavalà” con cui commentaste la notizia che esisteva un brasiliano fortissimo in difesa, tale Thiago Silva. Visti i precedenti, meglio portare rispetto quando si parla di brasiliani. Per arrivare preparati al loro possibile sbarco in Italia, una piccola guida a quelli che piacciono alla Serie A. Per iniziare a memorizzarne i nomi.



DORIA
Per lui garantisce l’allenatore in persona. Che, fino a qualche giorno fa, era suo compagno di squadra. Clarence Seedorf deve dare al suo Milan una base solida su cui poggiare l’estro di Kakà, Honda e Balotelli e ha scelto il centrale del Botafogo (nella foto in alto: a destra, in maglia bianconera). La missione è restituire al Milan un centrale di livello da piazzare laddove hanno fallito tutti quelli che sono venuti dopo Thiago Silva (Acerbi, Zapata, Silvestre, in attesa di valutare per bene Rami). Diciannove anni, buon fisico, bravo di testa, una presenza in Nazionale maggiore (3 minuti contro la Bolivia): i suoi modelli sono proprio l’ex rossonero e Dedè, detto Dedeckenbauer, altro brasilianone su cui il Milan aveva posato gli occhi.
A chi interessa: Un anno fa, di questi tempi, era a un passo dalla Juventus, che doveva rimpiazzare Lucio, fuggito al San Paolo dopo appena 5 mesi in bianconero. Adesso è un obiettivo concreto del Milan.




RALF
Da lui non aspettatevi i gol. Centrocampista di sostanza ed esperienza (compirà 30 anni), gioca nel Corinthians (nella foto: a destra, contro Osvaldo del San Paolo). Perfetto per occupare uno dei due posti davanti alla difesa in un 4-2-3-1: in quel ruolo, giocando accanto a Paulinho (colpaccio estivo del Tottenham), portò il Timao alla vittoria del Mondiale per Club 2012 in finale contro il Chelsea, allenato da Benitez.
A chi interessa: Proprio Benitez, oggi che il Napoli cerca un centrocampista, si è ricordato di lui. Fallito l’assalto a Gonalons, primo vero obiettivo, De Laurentiis l’ha chiesto in prestito offrendo 1 milione subito e 5 per il riscatto, ma per il Corinthians l’affare così non si fa. Occhio alla Roma che viaggia a fari spenti: l’affare Bastos insegna.




TOLOI
Il passaporto da comunitario potrebbe cambiargli la vita. A lui, come a tanti club italiani, che aspettano soltanto che la pratica avviata a fine 2011 in virtù dei suoi avi nati a Treviso finisca in cima alla pila di quelle che la prefettura sta esaminando. In tale senso, la RN Management e il procuratore Daniele Bozzo (che ha il mandato per l’Italia) si stanno prodigando, dato che alla porta attendono in fila Roma, Milan, Napoli e Udinese. Perché tanto interesse? Perché Toloi (nella foto: a sinistra, mentre chiude su Francisco Pizarro) è un difensore centrale giovane (23 anni) e rapido, che in una stagione e mezza al San Paolo ha acquisito l’esperienza giusta.
A chi interessa: Roma in pole: Walter Sabatini lo seguiva già quando era ds del Palermo, per sostituire Kjaer. Seedorf l’ha affrontato da avversario nella scorsa stagione: magari a giugno, se sarà ancora sul mercato. Il Napoli l’avrebbe scambiato con Edu Vargas, prima che il cileno venisse dato in prestito al Valencia.




JUCILEI
Quando l’Anzhi del magnate Sulejman Kerimov irruppe sulla scena europea sborsando milioni di euro come fossero noccioline, fu uno dei primi a finire sul taccuino degli intraprendenti russi. Dieci milioni al Corinthians (per quello che era un 22enne di belle speranze con appena due stagioni alle spalle ad alto livello) e via, comprato, insieme a Roberto Carlos e all’altro connazionale Diego Tardelli. Classe ’88, Jucilei (nella foto: a sinistra) è un centrocampista fisicamente straripante. Tecnica discreta, non chiedetegli di far partire l’azione. Semmai la può concludere, dato che calcia bene e forte sia di destro che di sinistro. La sua carriera “inizia” proprio con una straordinaria rete segnata da centrocampo, quando giocava nel J.Malucelli: un attimo prima è spalle alla porta pressato da un avversario, una frazione di secondo dopo vedi partire dal suo piede un arcobaleno che sorprende il portiere. Per qualche tifoso blasfemo, in Brasile, è “il gol che Pelè non riuscì mai a fare”, ricordando la quasi prodezza (ai Mondiali del '70 contro la Cecoslovacchia) che a O' Rey è rimasta sempre sul groppone. Due anni (2009-2011) al Corinthians da compagno di squadra dell’ultimo e appesantito Ronaldo, fino alla chiamata dei russi che stanno allestendo il loro squadrone. L’implosione del progetto Anzhi lo porta negli Emirati Arabi, all’Al-Jazira, alla corte di Zenga. Ma in Europa ci tornerebbe di corsa.
A chi interessa: sondaggio del Napoli. Ma nella lista di Rafa Benitez viene dopo Ralf.