70mila persone, tre palleggi: quando Napoli abbracciò Diego
CalciomercatoL'ANNIVERSARIO. Esattamente 30 anni fa, il 5 luglio 1984, migliaia di tifosi gremirono lo stadio San Paolo per dare il benvenuto al fuoriclasse che avrebbe cambiato la storia del calcio azzurro. Alle 18.30 Maradona salì le scale e nulla fu più come prima
di Lorenzo Longhi
Salì le scale e nulla fu più come prima. 5 luglio 1984, ore 18.30: un ragazzo riccioluto si presenta davanti alla scalinata del San Paolo. Lo bloccano. Ciak, si rigira. Azione: si volta, ora si può, sale. I riccioli sbucano al sole. Tripudio. Sono in settantamila lì, solo per lui.
Quel ragazzo non ha nemmeno 24 anni, ma è già Diego Armando Maradona, mentre il Napoli, nel giorno in cui la città lo abbraccia allo stadio, ancora non è il Napoli che diventerà di lì a breve, quello che entrerà nella storia con quattro parole: il Napoli di Maradona.
"Buonasera napolitani", e il boato sale a livelli inauditi. Qualcuno gli porge un pallone. Il re lo alza, lo accarezza. Tre tocchi tre, poi palla in cielo, dove risuona il suo nome. Alèalèalèalè/Diego/Diego. Settantamila paganti per tre palleggi. Quanto bastò per cambiare la storia di una squadra, del calcio italiano, della memoria sportiva di una città.
Salì le scale e nulla fu più come prima. 5 luglio 1984, ore 18.30: un ragazzo riccioluto si presenta davanti alla scalinata del San Paolo. Lo bloccano. Ciak, si rigira. Azione: si volta, ora si può, sale. I riccioli sbucano al sole. Tripudio. Sono in settantamila lì, solo per lui.
Quel ragazzo non ha nemmeno 24 anni, ma è già Diego Armando Maradona, mentre il Napoli, nel giorno in cui la città lo abbraccia allo stadio, ancora non è il Napoli che diventerà di lì a breve, quello che entrerà nella storia con quattro parole: il Napoli di Maradona.
"Buonasera napolitani", e il boato sale a livelli inauditi. Qualcuno gli porge un pallone. Il re lo alza, lo accarezza. Tre tocchi tre, poi palla in cielo, dove risuona il suo nome. Alèalèalèalè/Diego/Diego. Settantamila paganti per tre palleggi. Quanto bastò per cambiare la storia di una squadra, del calcio italiano, della memoria sportiva di una città.