Azzurri a Liverpool, quanti flop. Ma Balo è un'altra storia

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Alberto Aquiliani, Fabio Borini e Andrea Dossena durante le loro esperienze al Liverpool (Foto Getty)
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L'ex attaccante del Milan è il quinto italiano a giocare per i Reds: troverà il connazionale Borini, in cerca di riscatto. I "nostri" non hanno mai incantato Anfield. Ma Mario conosce la Premier e ha il talento per diventare idolo della Kop

di Francesco Giambertone

Da oggi Mario Balotelli non camminerà mai più solo. Anche per lui la Kop, la leggendaria curva dei tifosi del Livepool, canterà il suo grido di battaglia, “You’ll never walk alone”. E chissà che anche il gelido Mario, passato di recente sotto curve piuttosto tiepide, non provi qualche brivido di fronte a tanta meraviglia. Gli stessi brividi che altri italiani prima di lui – pochi, a dire il vero – hanno assaporato negli ultimi anni, spingendosi oltremanica per provare a diventare idoli del tempio di Anfield Road. Finora non ci è riuscito nessuno dei nostri compatrioti. Ora potrebbe toccare a Mad Mario, che dovrà sostenere la pesantissima eredità dell’altro bad boy Luis Suarez.

Nello spogliatoio di Anfield quest’anno gli armadietti azzurri saranno due. Oltre all’ex milanista, Brendan Rodgers potrà contare su un altro italiano: Fabio Borini è tornato al Liverpool dopo una grande stagione in prestito al Sunderland (40 presenze e 10 gol) e ora spera di affermarsi anche nei Reds, dove al suo primo anno – quando fu acquistato per 11 milioni di sterline dalla Roma – era stato poco più di una comparsa.

Nella città dei Beatles non avevano fatto meglio nemmeno Alberto Aquilani e Andrea Dossena, presi entrambi con il durissimo compito di sostituire due istituzioni del Liverpool di Benitez come Xabi Alonso e John Arne Riise.

Fece meglio l’ex difensore dell’Udinese: in due anni e mezzo, tra il 2008 e il 2010, giocò 31 partite, scivolando però in fretta nelle gerarchie dietro Insua e Fabio Aurelio. Ma segnò anche due gol, uno dei quali nell’indimenticabile 4-0 di Anfield sul Real Madrid agli ottavi di Champions League.

Il principino di Roma fu invece una meteora (carissima) sui campi inglesi: per portarlo nel Merseyside la dirigenza del Liverpool aveva versato 25 milioni di euro nelle casse dei giallorossi. Aquilani doveva essere il nuovo faro del centrocampo, ma una catena di infortuni lo inchiodò in tribuna quasi tutto l’anno, prima che Alberto riuscisse a tornare in Italia, alla Juventus, in prestito.

Ma se l’ultimo azzurro a giocare nel Liverpool sarà Balotelli, cioè uno degli uomini più noti del pianeta, il primo italiano nella storia dei Reds in Inghilterra lo ricordano in pochi: Daniele Padelli, oggi portiere del Torino, giocò una sola partita – l’ultima di campionato – nei sei mesi trascorsi ad Anfield nel 2007, dove arrivò in prestito dalla Samp e dove fu presto rimandato.

Il destino di Mario sarà diverso: un po' per il valore del giocatore, un po' perché per lui sarà la seconda esperienza in Premier, con cui ha già familiarizzato ai tempi del City. I tifosi orfani di Suarez si aspettano grandi cose. Il suo cammino, mai più alone, può cominciare.