Mercato story: Hernanes all'Inter. E Thohir imparò il latino
CalciomercatoAMARCORD. Un anno fa il presidente nerazzurro debuttò sul mercato concludendo un affare con Claudio Lotito, il re delle trattative infinite. Un corso accelerato di calciomercato (e non solo) con il docente più temuto e meno disposto a fare sconti
Nuovo appuntamento con "Mercato story", la rubrica con cui ripercorriamo la storia delle sessioni invernali del calciomercato, ricordando trattative particolari, aneddoti o personaggi che hanno segnato il mercato di gennaio.
di Vanni Spinella
Non puoi considerarti fino in fondo un presidente di un club di serie A se non hai trattato almeno una volta con Claudio Lotito. Devono averlo detto anche a Erik Thohir al momento del suo insediamento sulla poltrona nerazzurra, dato che il suo primo grande affare da numero uno dell’Inter l’ha concluso proprio con il collega della Lazio. “Via il dente, via il dolore”, dice un proverbio indonesiano. E nel gennaio del 2014 Thohir si è accomodato sulla poltrona del dentista.
“Pagare moneta, vedere cammello”, invece, era solito rispondere Lotito ai presidenti che a turno adocchiavano i gioielli della vetrina Lazio dichiarandoli come obiettivi di mercato. Il mercante Lotito, d’altra parte, è uno che ascolta tutte le offerte: non dice di no, però poi ti trascina in un’operazione estenuante, alla fine della quale è impossibile ottenere sconti. Proprio come dal dentista. Fu lo stesso per Thohir, che nel momento in cui si stava facendo la fama del presidente col braccino corto decise di aprire il portafogli per conquistarsi la fiducia del popolo nerazzurro. Il cammello su cui aveva messo gli occhi si chiamava Hernanes: non un cammello qualsiasi, probabilmente il migliore della scuderia di Lotito. Ambidestro, resistente, ottimo fiuto per il gol; e poi quel soprannome, il Profeta, di buon auspicio per chi come Thohir iniziava a muovere i primi passi nella serie A.
Lotito chiede 20 milioni, Thohir alla fine cede e il 31 gennaio, ultimo giorno di mercato, li mette sul piatto. Una bella cifra, considerando che le altre big si stanno muovendo a suon di prestiti gratuiti o al massimo “onerosi”. Il problema resta sempre lo stesso: Lotito. Sì, perché nello stesso momento in cui Hernanes lasciava Formello e si commuoveva salutando i suoi già ex-tifosi, il presidente della Lazio continuava a negare e rispondeva così ai giornalisti: “Hernanes? Non mi risulta che sia stato venduto. Parliamo di chiacchiere”. Immaginiamo la faccia di Thohir, che inizia a capire perché gli avessero descritto gli affari con Lotito come i più snervanti. A poche ore dalla chiusura del mercato rischia di ritrovarsi con il solo D’Ambrosio tra le mani (il suo primo acquisto ufficiale, fatto il giorno prima), troppo poco per presentarsi nelle case degli interisti ed essere accolti con il sorriso. Il sì di Lotito arriva solo dopo le 20.30, quando ormai Thohir ha sudato tutte le camicie a disposizione. A quel punto gli saranno risuonati nelle orecchie anche tutti quei detti latini ripetuti all’infinito dal presidente della Lazio, perché “repetita iuvant”. E forse si sarà anche chiesto cosa c’entrasse la Juve, in quell’affare.
di Vanni Spinella
Non puoi considerarti fino in fondo un presidente di un club di serie A se non hai trattato almeno una volta con Claudio Lotito. Devono averlo detto anche a Erik Thohir al momento del suo insediamento sulla poltrona nerazzurra, dato che il suo primo grande affare da numero uno dell’Inter l’ha concluso proprio con il collega della Lazio. “Via il dente, via il dolore”, dice un proverbio indonesiano. E nel gennaio del 2014 Thohir si è accomodato sulla poltrona del dentista.
“Pagare moneta, vedere cammello”, invece, era solito rispondere Lotito ai presidenti che a turno adocchiavano i gioielli della vetrina Lazio dichiarandoli come obiettivi di mercato. Il mercante Lotito, d’altra parte, è uno che ascolta tutte le offerte: non dice di no, però poi ti trascina in un’operazione estenuante, alla fine della quale è impossibile ottenere sconti. Proprio come dal dentista. Fu lo stesso per Thohir, che nel momento in cui si stava facendo la fama del presidente col braccino corto decise di aprire il portafogli per conquistarsi la fiducia del popolo nerazzurro. Il cammello su cui aveva messo gli occhi si chiamava Hernanes: non un cammello qualsiasi, probabilmente il migliore della scuderia di Lotito. Ambidestro, resistente, ottimo fiuto per il gol; e poi quel soprannome, il Profeta, di buon auspicio per chi come Thohir iniziava a muovere i primi passi nella serie A.
Lotito chiede 20 milioni, Thohir alla fine cede e il 31 gennaio, ultimo giorno di mercato, li mette sul piatto. Una bella cifra, considerando che le altre big si stanno muovendo a suon di prestiti gratuiti o al massimo “onerosi”. Il problema resta sempre lo stesso: Lotito. Sì, perché nello stesso momento in cui Hernanes lasciava Formello e si commuoveva salutando i suoi già ex-tifosi, il presidente della Lazio continuava a negare e rispondeva così ai giornalisti: “Hernanes? Non mi risulta che sia stato venduto. Parliamo di chiacchiere”. Immaginiamo la faccia di Thohir, che inizia a capire perché gli avessero descritto gli affari con Lotito come i più snervanti. A poche ore dalla chiusura del mercato rischia di ritrovarsi con il solo D’Ambrosio tra le mani (il suo primo acquisto ufficiale, fatto il giorno prima), troppo poco per presentarsi nelle case degli interisti ed essere accolti con il sorriso. Il sì di Lotito arriva solo dopo le 20.30, quando ormai Thohir ha sudato tutte le camicie a disposizione. A quel punto gli saranno risuonati nelle orecchie anche tutti quei detti latini ripetuti all’infinito dal presidente della Lazio, perché “repetita iuvant”. E forse si sarà anche chiesto cosa c’entrasse la Juve, in quell’affare.