Ciao Stefano, "attaccante nato". Avresti spento 51 candeline

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Gianluca Di Marzio

La copertina del libro di Stefano Borgonovo "Attaccante nato" (Getty)
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LE IDI DI MARZIO. Oggi è il compleanno di un simbolo, un combattente che non mollava mai. Quattro anni fa Borgonovo anticipava la medicina giusta per il nostro calcio: dare più spazio ai giovani, non abbastanza valorizzati

Non riesco a dormire, ho finito da poco la trasmissione che guardavi sempre. Spesso a quest'ora, notte quasi fonda, mi arrivava una tua mail. "Ciao Gian, sono Ste", e iniziavamo a parlare di calcio, schemi e personaggi, gol e mercato. Tu scrivevi con lo sguardo, ti sforzavi ad essere veloce per non farmi addormentare, so quanto ti innervosivi quando il macchinario che traduceva la tue occhiate sbagliava a recepire i segnali lanciati. Con caparbietà (e il volto infastidito), cancellavi l'errore e ripartivi: non so come facessi, io sarei impazzito. Oggi è il tuo compleanno, ne fai 51, avrai festeggiato guardando la vittoria della tua amata Fiorentina, ma sicuramente dispiaciuto per come si sta buttando via il Milan, altra squadra custodita nel tuo cuore. Ogni tanto ti chiedevo di scrivere qualcosa da condividere con i lettori, mi sarebbe piaciuto oggi sapere cosa ne pensavi di Inzaghi, dei fischi alla Roma e delle critiche a Garcia, di questo Felipe Anderson meraviglia della Lazio.

Quattro anni fa, dal tuo lettino di Giussano avevi già capito tutto, anticipando la medicina giusta che il nostro calcio dovrebbe prendere per guarire. "Noi adulti e addetti ai lavori non abbiamo alcun diritto di spegnere i sogni dei giovani", così finivi un pezzo dedicato ai talenti della Roma (Viviani, Verre e Caprari), non valorizzati abbastanza perché offuscati mediaticamente dall'ennesima sostituzione di Totti. "Bisogna avere un determinato equilibrio nel fare le cose, altrimenti persino la Nutella va a noia: personalmente vedere tutti quei giovani in campo è stata per me una grandissima gioia ed emozione", e anche la Roma ti ringraziò per queste parole sul suo sito ufficiale. Volevi aprirci gli occhi, dal tuo osservatorio affezionato e sofferente. In pochi hanno seguito i tuoi consigli durante questi quattro anni, chissà come sarai arrabbiato. Ma ogni volta che si parla di te, lo giuro, unisci mille colori diversi, di questo vanne fiero. Ti ricordano tutti come un simbolo, l'anima del combattente che non molla mai, l'esempio per superare le nostre piccole e inutili beghe quotidiane. O quelle lamentele stupide che non ci fanno apprezzare davvero ciò che abbiamo davanti e dentro.

La tua Fondazione, poi, non si è mai fermata, vanne orgoglioso lassù. Sono stati inaugurati campi a tuo nome, è arrivato anche Cruijff per renderti omaggio, Chantal e i tuoi ragazzi hanno una forza tremenda. Inevitabile mi verrebbe da dire, stando con te. La Stronza purtroppo è sempre lì, ci avviciniamo ma non l'abbiamo ancora presa per sconfiggerla definitivamente. E altri guerrieri ti avranno raggiunto lì in questi mesi, magari meno famosi e quindi poco applauditi e rimpianti dalle nostre parti. Non voglio metterti tristezza eh, conoscendoti ti incazzeresti: sorridevi a prescindere, trovavi la battuta giusta per stemperare l'imbarazzo, mai hai fatto pesare la tua condizione a chi veniva a trovarti. Mai. E sempre resterai il nostro angelo custode.

P.S. Dimenticavo gli auguri, ciao Ste.