Mancini: "Se non mi mandano via resto. Ljajic? Ero così ma a 16 anni"

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Roberto Mancini: "Se non mi cacciano resto all'Inter" (foto LaPresse)
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L'allenatore nerazzurro parla del suo futuro: "Se non mi cacciano, resto all'Inter. Ma so che tutto può cambiare da un momento all'altro. Guardate Allegri: a inizio stagione doveva essere esonerato. Ora?". Poi torna sul richiamo all'attaccante ex Roma: "A 25 anni dovrebbe pensare da professionista"

"Se non mi mandano via, allenerò l'Inter anche il prossimo anno", Roberto Mancini chiude le voci che vorrebbero un suo addio a fine anno alla panchina nerazzurra e lo fa nel corso di un’intervista rilasciata a calciomercato.com. “Nel calcio le cose cambiano in fretta – ha aggiunto con un sorriso -. A inizio campionato dovevano esonerare Allegri, adesso devono fargli un contratto di vent’anni. Io dovevo restare per 56 anni e ora mi volevano esonerare. Il calcio è questo: dalla sera alla mattina le cose cambiano”.

 

Futuro finanziario - Sui conti della società, Roberto Mancini non ha dubbi: “Il mio lavoro non è quello di controllare i conti ma penso sia solo questione di tempo e l’Inter tornerà una grandissima squadra. Thohir ha investito e vuole continuare a farlo. Sono molto fiducioso su questo”.

 

"Banega è molto bravo" - Un occhio poi al mercato futuro:“Non so se arriverà Banega o meno, non ne ho idea: bisogna chiedere a Piero. E’ un giocatore molto bravo, tecnico, non a caso titolare della Nazionale argentina. Vedremo quello che accadrà a giugno. Su Erkin (sempre più vicino ai nerazzurri ndr): “lo conosco perché ho lavorato in Turchia, è un giocatore del Fenerbahce, lo conosco bene: sì, è un bravo giocatore. Ma non so neanche su questo, sempre a Piero bisogna chiedere”.

 

Ljajic? "Ero così a 16 anni" - Dopo la vittoria di domenica sera sul Palermo, Mancini aveva rimproverato pubblicamente l’ex Roma: “Non ero così quando avevo 25 anni, ero così quando ne avevo 16. Posso anche capire ma Ljajic ha qualità enormi e a 25 anni dovrebbe ragionare da professionista. La carriera nel calcio finisce in fretta e tante volte i giocatori di qualità non riescono a mettere a fuoco questo. La concentrazione deve essere di due, tre ore tra prima e dopo l’allenamento. Non è una cosa faticosa. Uno che disperde le qualità o non le usa tutte, è una grave perdita per il calcio e per lo stesso giocatore”