Calciomercato Story: da Maradona II a Van Basten

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Giorgio Sigon

Marco Van Basten, leggenda del Milan e della Nazionale olandese (foto LaPresse)

Il viaggio nel mercato degli stranieri approadati in Serie A continua: blocco rimosso e quiete prima della tempesta (leggi terzo straniero). Nel 1987 tanti acquisti "top" ma anche qualche autentico "bidone"

Al termine del blocco parziale sul tesseramento degli stranieri, che aveva caratterizzato le precedenti due stagioni, il mercato di Serie A riprese con il normale trend dei due stranieri a squadra. La stagione 1987-1988 fu però l’ultima con questi “paletti”. Dal campionato successivo sarebbe arrivato il terzo straniero con tutte le conseguenze del caso. 

I volti nuovi alla fine dell'estate del 1987 furono 18 ai quali si aggiunsero due cambi “interni” con Leo Junior che passò al Pescara e Berggreen che venne acquistato dal Torino. Vediamo qualche protagonista di quell’annata.

  • Casagrande (Ascoli): preso dal Torino e girato all’Ascoli perché poco gradito alla dirigenza, chiuse il suo primo anno “italiano” con 6 reti

  • Hugo Maradona (Ascoli) : Diego, in una trasmissione televisiva, chiese esplicitamente a Vinicio di portarlo in Serie A. Fu l’Ascoli ad esaudire il desiderio del “Pibe”. Huguito risultò disastroso nonostante il commento di Dell’Oglio che a inizio anno disse : “Tecnicamente non ha nulla da invidiare al fratello Diego

  • Borghi (Como): l’8 dicembre 1985 Michel Platini segnò il gol più bello della sua carriera. Peccato che l’arbitro non lo convalidò. In quella stessa sera, davanti a Juventus-Argentinos Juniors finale di Coppa Intercontinentale, Silvio Berlusconi s’innamorò di Claudio Daniel Borghi e lo prese per 5 miliardi. L’idea era quella di parcheggiarlo a Como per poi fargli fare il salto in rossonero. Fu parcheggiato ma poi lui rifiutò di restare nel nostro Paese nonostante il Milan gli avesse proposto un rinnovo contrattuale.

  • A proposito di Milan, nel 1987 arrivarono Gullit e Van Basten con quest’ultimo che fu acquistato a prezzo di parametro UEFA (ai tempi non c’era il parametro zero e lo svincolo aveva un costo parametrato: nel caso di Marcel Van Basten il quibus fu di 1,8 miliardi). Il giudizio sul cigno di Utrecht fu positivo ma "rimandato" a causa di un brutto infortunio che fece disputare all'attaccante olandese solo 11 gare di campionato. Il ragazzo, l'anno dopo, passò gli esami a pieni voti.

  • Vincenzo Scifo sbarcò nella Milano nerazzurra. “E’ giovane. C’è il rischio di bruciarlo”. Andò proprio così.

  • Rush (Juventus): Lasciò il Liverpool dopo aver contribuito alla causa dei “Reds” segnando oltre 220 gol. Un anno prima di approdare alla Juventus, Ian Rush si era messo a studiare l’italiano ma, alla fine della stagione, 7 era sia il numero di gol fatti in campionato, sia quello delle parole che sapeva pronunciare nella nostra lingua.

  • Polster (Torino) e Völler (Roma) furono gli altri acquisti “di grido”. Abbastanza positiva infine l’annata di Dunga al Pisa, meno quella dell’altro straniero Elliott che nel 2003 divenne Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico.

Il focus sui due “opposti” protagonisti oggi riguarda la Campania

  1. Il suo soprannome era quello di un famoso clown della televisione brasiliana, ma in campo non faceva ridere, anzi. Con Maradona andò a formare una delle migliori coppie d’attacco che abbiano mai calcato un rettangolo verde nello spazio che va da Aosta a Ragusa, Sardegna compresa. Antonio De Oliveira Filho è passato alla storia con il nomignolo di Careca. Prima promesso sposo del Torino, poi dell’Inter, infine del Real Madrid arrivò a Napoli dopo che Maradona fece la propria parte per portarlo all’ombra del Vesuvio nonostante il signor Aldair, presidente del San Paolo che un giorno sì e l’altro pure aumentava il prezzo del clown. Ambidestro, veloce e letale, giocava con le scarpe dorate, unico vezzo di un uomo taciturno e schivo.

  2. In un’immaginaria unione tra il Greco di Tufo e il Fiano d’Avellino ecco Nikos Anastopoulos, il Greco d’Avellino. Arrivò in un momento di grandi cambiamenti: il presidente Elio Graziano fu coinvolto in uno scandalo e arrestato. Il suo posto al timone di Lupi fu preso da Francesco Improta che dovette fronteggiare debiti e problemi. Dopo 10 anni di permanenza in Serie A arrivò la retrocessione. Nikos fu un disastroso passaggio: lento, impreciso e sempre in ritardo. Il “Baffuto” chiuse la sua unica stagione italiana rifilando una gomitata allo Zio Bergomi. Rosso e ritorno in Grecia. E dire che il primo acquisto greco aveva suscitato talmente tanto entusiasmo che il buon Anastopoulos divenne presidente onorario di una squadra di basket femminile.