Caso Mbappè, il retroscena: era pronto a firmare col Barcellona

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L'Equipe riporta un clamoroso retroscena: il Monaco si era già accordato col Barcellona per il suo enfant prodige, nel caso in cui i parigini fossero stati fermati dall'UEFA. I blaugrana avevano inserito Arda Turan nell'affare

Un enorme “se”, che avrebbe potuto sconvolgere gli equilibri del calcio europeo. E che soprattutto avrebbe permesso al Barcellona di restituire il favore al Paris Saint-Germain. Kylian Mbappè, infatti, poteva diventare un giocatore blaugrana. A riportare il retroscena è il canale televisivo de L’Equipe, che spiega ciò che poteva accadere. Dopo il trasferimento di Neymar nella capitale francese, l’UEFA aveva cominciato le prime indagini sul club per assicurarsi della regolarità delle operazioni, viste le somme ingenti mosse per portare a termine l’affare. Un evento che aveva bloccato anche l’idea del Barça di acquistare Angel Di Maria. Il Monaco, a quel punto, voleva cautelarsi e aveva cominciato dei dialoghi interlocutori con altre società interessate, a cui poter vendere il giocatore qualora il PSG non avesse potuto rilevarlo. Real Madrid e Barcellona erano le squadre maggiormente interessate, e con i catalani – che all’epoca dei fatti avevano già acquistato Dembélé – era stato raggiunto un accordo. Non sono note le cifre, ma pare che oltre ad un ingente conguaglio economico, ai monegaschi sarebbe andato anche Arda Turan. Le intese erano state raggiunte e andavano soltanto formalizzate: era stato già stilato un programma di viaggio, con Mbappè che avrebbe firmato il contratto a Barcellona.

L’epilogo reale

Tuttavia, il Paris Saint-Germain ha di nuovo eluso concorrenza e normative, con la formula del prestito con obbligo di riscatto, che permette di far pesare l’operazione economica su un bilancio successivo a quello corrente. Ciò non ha comunque impedito all’UEFA di svolgere le indagini ritenute necessarie, che sono tuttora in corso. Il caso ha coinvolto anche le federazioni calcistiche, quella spagnola (che condanna l’affare, defindendolo “doping finanziario”) e quella francese, che invece ne reclama la regolarità. Le sentenze dell’organo europeo dovrebbero arrivare entro la fine della stagione.