
Con Cristiano Ronaldo la Serie A torna a comprare un grandissimo campione. Da Falcao fino a CR7 il nostro campionato si è arricchito nel corso dei decenni di fuoriclasse che hanno incantato il mondo. Ecco tutti i principali acquisti nella storia del nostro calcio

Da Falcao a CR7, il nostro campionato si è arricchito nel corso dei decenni di fuoriclasse che hanno incantato il mondo. Ecco tutti i principali acquisti nella storia della A -

L'epoca d'oro del calcio italiano è stata a cavallo degli anni 80, quando numerosi campioni sbarcavano nel nostro Paese scegliendo a occhi chiusi il campionato più bello del mondo. Il primo grando colpo di quell'era fu Paulo Roberto Falcão, che la Roma acquisì il 10 agosto 1980 dall'Internacional di Porto Alegre -

Le prime immagini di Falcao ai Fori Imperiali -

Il brasiliano stringe la mano al presidente Viola che sborsò un milione e mezzo di dollari -

Falcao in compagnia di Giulio Andreotti e Dino Viola al "Processo del lunedì", dopo che il brasiliano aveva appena contribuito al secondo scudetto della storia giallorossa -

Secondo alcuni fu proprio Andreotti a stoppare con una telefonata il trasferimento di Falcao all'Inter -

Qui Falcao con uno dei suoi mentori, il "Barone" Nils Liehdolm -

La Juve rispose due anni dopo con l'arrivo di Michel Platini, prelevato dal St Etienne per 250 milioni di lire. Qui incontra il presidente Agnelli -

Il francese fu presentato insieme a Zibi Boniek, altro grande acquisto compiuto dai bianconeri in quella stagione -

Platini con l'allenatore juventino di allora, Giovanni Trapattoni -

Il presidente Agnelli in uno scatto nel quale andò ad ammirare di persona le qualità del talento francese -

In bianconero mise in bacheca tre Palloni d'oro in fila, oltre alla prima Coppa Campioni e Coppa Intercontinentale della storia juventina -

La Serie A degli anni '80 proponeva un campione quasi per ogni club. Anche l'Udinese aveva il suo, Zico, che approdò in Friuli per 8 miliardi di lire e addirittura con il contributo del presidente della Figc, oltre che ministri, segretari di partito e associazioni sindacali -

Un'enorme quantità di gente accolse l'arrivo del brasiliano -

La presentazione di Diego Armando Maradona a Napoli fu un vero e proprio show. 80 mila persone affollarono il San Paolo il 5 luglio 1984 per dare il benvenuto al "Pibe de Oro" –

Il primo allenatore dell'argentino al Napoli fu Rino Marchesi -

A volere fortemente Maradona in Napoli fu il presidente Ferlaino che con quell'operazione si garantì il primo passo per raggiungere in seguito uno storico scudetto -

Dopo l'esperienza al Barcellona, l'argentino cominciò a far innamorare il suo nuovo pubblico con qualche tocco di classe al San Paolo, dove i tifosi pagarono la cifra simbolica di mille lire per assistere alla presentazione –

Uno dei primi grandi colpi dell'era Berlusconi al Milan fu l'acquisto di Marco van Basten dall'Ajax, qui presentato da un giovane Adriano Galliani -

Reduce dal trionfo nella Scarpa d'oro, il "Cigno di Utrecht" arrivò nel 1987 in rossonero e fece incetta di trofei: 3 Palloni d'oro a livello individuale, 4 Champions, 4 scudetti, 2 Intercontinentali, 2 Supercoppe Uefa e 4 Supercoppe Italiana per uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi –

Il Milan in versione olandese si assicurò lo stesso anno anche le prestazioni di Ruud Gullit, arrivato dopo un biennio ad alti livelli con il Psv Eindhoven -

Il calciatore, nello scatto presentato alla stampa, fu pagato 13.5 miliardi di lire -

Insieme ai compagni contribuì allo strapotere rossonero tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90. Uno dei grandi segreti era il rapporto tra i giocatori e il presidente Berlusconi, come si evince da questo scatto, simbolo quasi di complicità -

Appena arrivato a Milano anche il "Tulipano nero" portò a casa il Pallone d'oro, mentre l'anno dopo mise a segno il primo colpo Van Basten. Sul podio c'era una sola squadra presente: il Milan. 2° arrivò infatti Gullit e 3° Rijkaard –

Nel 1989 toccò ancora a van Basten il premio a completamento di un podio ancora tutto rossonero. Una sola differenza rispetto a 12 mesi prima: al secondo posto si piazzò Baresi invece che Gullit -

Gullit concluse la sua avventura in Italia facendo da spola tra Milan e Samp, prima di chiudere la carriera al Chelsea -

Hristo Stoičkov rappresenta l'ultimo Pallone d'oro in carica approdato in Italia da una squadra straniera. Fu il Parma ad acquistarlo dopo l'esperienza in blaugrana, ma in Serie A non riuscì a rispettare le aspettative e fece ritorno al Barcellona dopo una sola stagione –

Il giocatore ha rivelato che ai tempi ci fu anche l'Inter che provò a comprarlo, ma gli emiliani si erano mossi in anticipo e il bulgaro scelse loro per questo -

Questione di omonimia, non solo per il nome ma anche per il talento. Massimo Moratti accese l'entusiasmo dei tifosi nerazzurri con l'acquisto di Ronaldo, il Fenomeno -

Dopo aver incantato con le maglie di Cruzeiro, Psv e Barcellona, approdò a Milano per 48 miliardi di lire (il valore della sua clausola rescissoria) e con l'Inter conquistò subito la Coppa Uefa. Non riuscì invece a regalare lo scudetto, volando poi al Real Madrid nel 2002 –

Fu una scelta dolorosissima per il presidente Moratti, uno dei più grandi estimatori del brasiliano -

Chi offrì prestazioni al di sotto del proprio livello in Italia fu anche Rivaldo, campione del Mondo con il Brasile nel 2002. Pallone d'oro anche lui, lasciò il Barça per trasferirsi al Milan nel 2002, ma non riuscì a ritagliarsi il giusto spazio in una squadra stellare -

Mise comunque in bacheca la prima Champions League della sua carriera, prima di tornare in Brasile la stagione successiva –

Un percorso praticamente identico fu quello compiuto da Ronaldinho sei anni dopo il suo connazionale. Dopo essersi affermato a livello Mondiale con la maglia blaugrana, il 15 luglio 2008 fu comprato dal Milan per 20 milioni più bonus

Una folla entusiasta di gente lo accolse il suo primo giorno a Milanello -

Chiuse la prima annata in rossonero come miglior assist-man del campionato, con 16 passaggi vincenti -

Qui iniziò a illuminare San Siro il giorno della presentazione con uno dei suoi classici numeri. Col passare del tempo trovò sempre meno spazio tra i titolari e nel gennaio 2011 lasciò definitivamente San Siro per far ritorno in patria –